Nella Parrocchia di Bondeno per la comunione pasquale degli uomini
Poniamo tutta la nostra attenzione al significato della liturgia di questo giorno. Prima di tutto noi abbiamo rivolto a Dio una preghiera e abbiamo chiesto la grazia di vivere nella nostra esistenza, il mistero della Pasqua che abbiamo celebrato. Il mistero della Pasqua che abbiamo celebrato non é semplicemente una verità da credere, non é una idea, ma è un fatto, anzi possiamo dire, é una Persona: la persona di Gesù Cristo.
Il Vangelo ci dice: “giunta la sera di quel giorno, il primo della settimana – per gli Ebrei sarebbe stato il lunedì mentre per noi oggi é la domenica – mentre le porte del luogo in cui erano riuniti i discepoli erano chiuse per paura dei Giudei, venne Gesù e stette in mezzo a loro”. Ecco:la nostra Pasqua é Gesù che entra a porte chiuse, fa vedere le sue mani, vuole essere toccato, vuole dimostrare la concretezza della sua presenza reale e fisica mangiando con i discepoli.
Perché Gesù vuole dimostrare che é veramente risuscitato?
I discepoli avevano costatato, con certezza assoluta, che Gesù era morto; i discepoli sapevano molto bene che Gesù era stato chiuso nel sepolcro; i discepoli pensavano che ormai tutto fosse finito per Gesù e quindi anche per loro; i discepoli erano in un atteggiamento d’incredulità perché il Messia, il Salvatore, il Re dei Giudei, Colui che doveva portare la salvezza era stato sopraffatto dai suoi nemici, aveva subito una condanna e molto dolorosamente era morto in croce. Questo sapevano i discepoli, la sera del primo giorno dopo il sabato (per noi, ripeto é domenica) quando lo hanno visto in mezzo a loro.
Gesù si mostra in mezzo a loro perchè vuole che abbiano la certezza fisica che egli é veramente presente, che egli non é un fantasma, che ha un corpo, che é una persona in carne ed ossa, come si dice, e dunque che é risorto.
Perché diciamo Gesù é la nostra Pasqua, che noi dobbiamo vivere nella nostra esistenza? Perché Gesù ha fatto nella sua persona la Pasqua, cioè il passaggio. Pasqua significa passaggio.
Gesù nella sua persona ha compiuto il passaggiodalla morte alla vita. Gesù é certamente morto, Gesù é veramente risorto.
Gesù è morto volontariamente per fare la volontà del Padre,
Gesù é morto volontariamente per la nostra salvezza;
Gesù é morto volontariamente per amore.
Gesù é risuscitato perché, non era semplicemente uomo ma anche Figlio di Dio.
Gesù é risuscitato perché, é l’autore della vita, il padrone della vita e il vincitore della morte.
Gesù é risuscitato perché é venuto nel mondo a portare agli uomini, che nascono dalla carne e dal sangue, la vita nuova che fa di ogni uomo un figlio di Dio. Ecco la Pasqua di Gesù, ecco il suo passaggio dalla morte alla vita.
Gesù é la nostra Pasqua. La Pasqua che dobbiamo vivere nella nostra esistenza è la pasqua di nostro Signore Gesù Cristo.
Che cosa ha fatto Gesù con la sua morte?
Ha distrutto il peccato.
Ha vinto il male che c’è nel mondo e che ha il suo apice la sua espressione terribile nella morte.
Ha voluto la morte e ha distrutto la morte nella propria persona.
La morte é la conseguenza del peccato.
Gesù ha distrutto, proprio in radice, la morte distruggendo il peccato degli uomini.
Gesù è morto per dare a noi la vita nuova della sua risurrezione e quindi liberarci dalla morte del peccato.
Per noi e per la nostra salvezza, Gesù é morto in croce.
Cosa avete fatto miei cari uomini e giovani adesso e ieri sera? Avete distrutto il peccato nella vostra vita, nella vostra persona quando siete andati dal sacerdote che vi ha detto:”Io ti assolvo”. Perché il sacerdote ha potuto dirvi “io ti assolvo”? Non é lui che avete offeso! E’ Gesù che assolve.Quella del sacerdote non è una semplice dichiarazione, non è una semplice sentenza di un giudice, é l’azione che Gesù Cristo compie per mezzo del sacerdote attraverso i “segni” del sacramento. Nel sacramento Gesù Cristo é presente sempre con la potenza della sua morte e della sua risurrezione.
A prezzo del suo sangue sparso in croce distrugge nella nostra persona il peccato, cancella – come si dice – nella nostra coscienza il peccato. Secondo un’altra espressione: ci lava dai nostri peccati con il suo sangue prezioso così come il giorno del nostro battesimo ci ha lavato per mezzo dell’acqua e dello Spirito Santo. Come abbiamo sentito,oggi, nella epistola da San Giovanni
Ecco la prima parte del mistero della Pasqua che si celebra nelle nostre persone. Gesù Cristo distrugge nelle nostre persone il peccato: la morte spirituale, le infermità, le debolezze, le inclinazioni al male che ci sono in noi, con la potenza della forza della sua morte che é un atto infinito di amore verso ciascheduno di noi, e che Egli esprime col dono di tutto se stesso attraverso il sacrificio della croce.
Ma non basta. Nel momento stesso in cui la morte,- il peccato – é stata distrutta nella nostra persona, si é stabilita in noi una vita nuova:la vita di grazia: che é la vita di figli di Dio, che é la vita che Gesù Cristo ha portato a ciascuno di noi, che é la vita che deriva da nostro Signore Gesù Cristo risorto. Egli é il vivente, Egli é l’autore della vita, Egli é la sorgente della vita ed é venuto nel mondo per comunicare questa vita attraverso l’azione dei sacramenti a cominciare dal battesimo, e poi la penitenza, ed è completa col sacramento della eucaristia nel quale troviamo la realtà della presenza di nostro Signore Gesù Cristo vivo, non morto. Di Gesù Cristo che si é sacrificato ma che ha vinto la morte e che afferma la pienezza della vita.
Questa vita, Gesù ce la comunica come la vite al tralcio. Possiamo costatare che i tralci recisi seccano, e quelli rimasti nella vite germogliano perché ricevono la linfa, la vitalità del ceppo a cui sono rimasti uniti. Gesù Cristo sempre, ma particolarmente nella comunione, é la mistica vite che comunica la vita nuova, che é la sua vita di Figlio di Dio che fa di noi altrettanti figli di Dio.
Ma la nostra preghiera é stata questa: vivere ogni giorno la Pasqua che celebriamo. Gesù Cristo é la nostra Pasqua, lo avete capito. Gesù Cristo diventa la nostra Pasqua perché il mistero della sua morte si ripete in noi con la distruzione del peccato; perché il mistero della sua risurrezione si ripete in noi con il dono della grazia della vita soprannaturale.
Ma dobbiamo vivere questa vita solo nel giorno di Pasqua? La dobbiamo vivere tutti i giorni. Questa mattina vi siete pentiti dei vostri peccati. Avete detto: non ne voglio più commettere in avvenire. Vi unite a nostro Signore Gesù Cristo nella santa comunione come amici all’amico, come tralci alla vite. Ma tutti i giorni dovete avere la preoccupazione di rimanere in amicizia e dovete sentire l’impegno di detestare il peccato e di non volerlo più commettere.
Che cosa vale fare Pasqua, se fare Pasqua significa soltanto venire in chiesa, confessarsi, fare la comunione e poi uscire dalla chiesa ed essere come prima? Noi dobbiamo vivere la Pasqua, tutti i giorni.
Nel pensiero della Chiesa la Pasqua è “ogni volta” che si celebra la santa Messa, che è la Pasqua stessa di nostro Signore Gesù Cristo. Ogni domenica, ma anche ogni giorno dovrebbe essere Pasqua, perché in tutti gli istanti della nostra vita, noi, se siamo cristiani, dovremmo continuare il mistero della passione e morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. La nostra vita di cristiani deve essere uno sforzo continuo di stare lontano dal peccato.
Cari uomini e giovani, vi siete appena confessati, sapete quali sono i peccati che avete confessato, e sapete quali sono i peccati che potete ancora commettere. Non dovete più essere come prima. Avete dato la parola di uomini. Vi siete impegnati davanti a nostro Signore Gesù Cristo. Il suo sangue é nelle vostre anime, nelle vostre coscienze, non deve essere sparso invano e lo dovete ricordare sempre.
Voi tutti i giorni siete vivi della vita della grazia, della vita di Cristo risorto. Allora questa vita la dovete conservare, come il dono più prezioso, come l’elemento più ricco della vostra persona, come la cosa più cara a cui tenete di più, perché – comprendete bene – se siete fedeli in grazia di Dio: tutto quello che siete, tutto quello che pensate, tutto quello che sentite, tutto quello che dite, lo sentite, lo dite lo fate come figli di Dio, lo sentite e lo dite e lo fate come persone che hanno una dignità altissima perchè sono oggetto dell’amore di nostro Signore Gesù Cristo, dell’amore del Padre che sta nei cieli.
Non tradite questo amore, non venite meno a questo impegno di grazia: è una cosa grande e seria, é il cristianesimo, é la vita cristiana in noi, é la Pasqua in ciascuno di noi, é la Pasqua di Gesù Cristo che noi dobbiamo vivere continuamente nella nostra esistenza.
Ecco allora come diventa chiara la preghiera che abbiamo rivolto a Dio, tutti insieme, questa mattina: di continuare nell’esistenza di ogni giorno della nostra vita il mistero della Pasqua che abbiamo celebrato.
Che visione, ho esclamato quando sono entrato per la prima volta nella vostra splendida chiesa!
Ma l’apostolo Paolo ci direbbe: la chiesa di Gesù Cristo non sono i muri. La chiesa siamo ognuno di noi: pietre viventi per la vita che ci ha comunicato nostro Signore Gesù Cristo, pietre preziose perché portiamo in noi la vita di Dio. E’ con queste pietre che si costituisce la chiesa di nostro Signore Gesù Cristo. E’ con queste pietre vive che è costruita la chiesa che si raccoglie qui in questo momento e – si può dire – in tutte le feste della vostra vita.
E’ molto più importante e decisiva ed unicamente vera la chiesa che si costruisce nelle vostre anime, nelle vostre persone:
– la chiesa che edificate voi con la grazia che c’è in ognuno di voi,
– la chiesa che edificate voi con la carità che vi stringe gli uni agli altri in un sentimento di reciproca stima e di amore vicendevole;
– la chiesa che si costruisce intorno a voi giovani, a voi uomini, alle donne che sono le vostre mogli e le vostre madri, e le vostre figliole e sorelle.
Tutti insieme edificate la chiesa che si raccoglie a Bondeno. La chiesa in muratura ha duecento anni. Voi non camperete tanto, ma voi vivrete in eterno. Qui voi farete il bene e si starà bene in mezzo a voi, se tutti sarete vivificati dal dono preziosissimo che ci porta la passione e morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, nostra Pasqua, nostra vita.
Che discorsi lunghi! Direte. Spero che non siano discorsi complicati. Ma capite anche che é il primo incontro del Pastore con ognuno di voi. E’ il momento in cui ho potuto aprire il mio animo e voi avete ascoltato ciò che vi ho detto nel nome di nostro Signore Gesù Cristo e che il parroco e i sacerdoti vi ripeteranno ogni domenica.
Ho avuto la fortuna di venire tra voi, in questa domenica in cui si conclude la celebrazione della Pasqua, per dirvi la cosa più importante della nostra fede, della nostra religione, che consiste appunto nell’impegno che ognuno si prende coscientemente e liberamente di seguire nostro Signore Gesù Cristo che é morto ed è risorto e noi dobbiamo essere delle persone che ogni giorno muoiono al peccato e ogni giorno risorgono alla vita di grazia che deve aumentare, maturare, portare frutti in ognuno di noi.
OM 114 Bondeno 68 – 21 Aprile 1968