Cesole, Sabato l9 ottobre 1968, Consacrazione dell’altare
Care bambine e bambini, mamme, papà, madrine e padrini, abbiamo compiuto insieme una grande cosa. Il sacerdote che vi guidava durante la celebrazione ha detto: ciò che compiamo oggi è qualche cosa di storico. Si può pensare che durerà fintanto che dura la vostra chiesa, che pure ha già tanti secoli. Cercate di cogliere bene il significato di ciò che abbiamo fatto, il significato di un fatto che diventa decisivo per la storia della vostra comunità parrocchiale, il significato di un fatto che si deve prolungare nel tempo e non perché la pietra non si consuma, ma perché questo fatto passa nella vostra persona e nella vostra vita diventa la vostra storia, la storia dei vostri giorni, la storia della vostra parrocchia.
Abbiamo consacrato l’Altare. Avete visto bene in tante preghiere, in tanti gesti, in tante cerimonie, in che cosa consiste la consacrazione dell’altare ma poi c’è stato un momento particolarmente solenne. Era il momento centrale quando dall’altare laterale sono state portate qui le reliquie dei santi. E le reliquie dei santi sono state poste proprio nel centro dell’altare e racchiuse con la pietra e con il cemento in modo da fare un’unica cosa con l’altare stesso.
Io vi richiamo al significato di questo punto della consacrazione, perchè è quello che comprende tutto il senso di ciò che abbiamo fatto e di ciò che costituisce l’altare consacrato. Sapete che cosa significa l’altare perché certamente vi è stato detto. L’altare è simbolo di Gesù Cristo in mezzo a noi. La chiesa è simbolo di Gesù Cristo. Le reliquie dei santi, nella pietra che è Gesù Cristo, vogliono rappresentare quelli che credono in Gesù Cristo e lo amano, e vivono della sua vita, e formano una cosa sola tra loro. Le reliquie sono in un’unica teca e formano una cosa con il resto dell’altare. I santi non sono soltanto quelli del cielo ma anche quelli della terra.
Guardate che i santi della terra non sono quelli che fanno i miracoli, che vanno in estasi, ma sono tutti i battezzati. Anche tu sei un santo! Magari il tuo papà o la tua mamma ti dicono che sei …..ma, sei battezzato! Questi bambini e queste bambine che si preparano a ricevere la santa cresima, oggi sono particolarmente santi, ma avranno in dono, un grado più elevato di santità, proprio in forza del sacramento della cresima. Dunque tutti i battezzati, tutti quelli che credono in nostro Signore Gesù Cristo sono santificati dalla sua grazia, sono santificati dall’opera della sua redenzione e formano le membra del Corpo di cui Gesù Cristo è il capo.
Cercate di comprendere, miei cari: la pietra è il Cristo, i santi, le reliquie dei santi sono racchiuse ormai nella pietra e formano una cosa sola con Gesù Cristo. Questo è quanto si proponeva Gesù Cristo, il figlio di Dio fatto Uomo, quando è venuto sulla terra: –unirci tutti tra noi –unirci a se stesso –per farci camminare tutti insieme, –insieme con lui, –verso il Padre, –verso la salvezza.
Mi fermo soltanto su questo pensiero che è il significato profondo di quello che abbiamo compiuto insieme. Ormai voi avete l’altare consacrato, ormai voi, qui, avete il simbolo sacramentale, espressivo, che richiama potentemente chi è Gesù Cristo, ciò che vuole Gesù Cristo, ciò che fa Gesù Cristo.
– Gesù Cristo è il fondamento della nostra vita, della nostra esistenza, della nostra salvezza.
– Gesù Cristo ci vuole salvare unendoci tra noi e facendo una cosa sola con noi.
– Gesù Cristo è qui nella vostra chiesa con la sua grazia, con la forza della sua potenza, per operare tutto questo in mezzo a voi.
Ho detto: Gesù Cristo è qui presente. Guardate: i simboli della liturgia, cioè quelle cose espressive che ci sono nelle celebrazioni del culto cristiano, non sono soltanto una raffigurazione, una immagine. Questi simboli, questa immagine è carica della possibilità di fare ciò che esprime, di operare ciò che significa.
– Che cosa esprime e che cosa significa? Gesù Cristo è qui in mezzo a voi da oggi in avanti in un modo più evidente, più espressivo perché voi siate uniti a lui, perché voi siate uniti e stretti tra voi. Anzi Gesù Cristo vuole che per unirvi a lui, per accostarvi a lui, per ricevere lui, siate uniti tra voi, formiate una cosa sola fra di voi.
Questo fatto di formare una cosa sola fra di voi perché andate verso Gesù Cristo, perché vi incontrate con Gesù Cristo, perché ricevete Gesù Cristo, perché ascoltate la sua parola, perché seguite i suoi insegnamenti, costituisce: –quell’evento, –quella realtà, – quella istituzione che noi chiamiamo con un nome molto comune, di cui però comprendiamo poco il significato profondo: costituisce la Chiesa.
Che cos’è la Chiesa? La chiesa come edificio, vedete che cosa è. Ma è anche molto significativo l’edificio della Chiesa.
Se tutti questi mattoni di cui è formata la chiesa in muratura, se tutte le travi, se tutte le tegole, se tutte le pietre fossero sparse, senza essere cementate tra loro, che cosa sarebbero? Un mucchio di pietre! Invece, essendo cementate ognuna al proprio posto, costituiscono un bell’edificio. Così è la Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo.
La Chiesa, per nostro Signore Gesù Cristo. – ve lo dico in un modo po’ forte, un po’ impressionante – la Chiesa non è il Papa; la Chiesa non è il Vescovo; la Chiesa non sono i preti – oggi ce ne sono qui parecchi in mezzo a voi-. La Chiesa di Gesù Cristo siamo tutti noi che siamo stati battezzati e cresimati. Siamo Chiesa perché siamo come pietre di questo edificio, perchè siamo tra noi come le reliquie dei santi nell’altare: “Insieme”.
Ma “insieme” non perché siamo “pigiati” poiché la Chiesa è stretta e allora bisogna stare a fianco a fianco, a spalla a spalla; “insieme” perché siamo contenti di trovarci insieme; “insieme” perché siamo contenti di trovarci insieme; “insieme” perché ci comprendiamo vicendevolmente; “insieme” perché siamo contenti di trovarci insieme; “insieme”perché ci conosciamo e, poiché ci conosciamo, ci vogliamo bene, e ci vogliamo bene in un modo sincero e autentico; e ci vogliamo bene non perché siamo simpatici l’uno all’altro; e ci vogliamo bene non solo perché abbiamo dei vincoli di parentela, di conoscenza o altro; ci vogliamo bene perché dal giorno in cui siamo stati battezzati ci rivolgiamo tutti a Dio con il nome di Padre.
– IL Papa dice: ” Padre nostro che sei nei Cieli”;
– I vescovi dicono “Padre nostro che sei nei Cieli”;
– I sacerdoti dicono “Padre nostro che sei nei Cieli;
– e tu dici: “Padre nostro che sei nei Cieli”;
– anche voi dite “Padre nostro che sei nei Cieli. Tutti allo stesso modo.
E se abbiamo un padre unico che cosa ne deriva? – Che tra noi siamo fratelli:
– fratelli per quella vita nuova che ci ha portato Gesù Cristo,
-fratelli per quella vita nuova che abbiamo ricevuto nel battesimo
-fratelli per quella vita che ci è stata confermata nella cresima,
-fratelli perché così ci stabilisce più fortemente il sacramento della confessione. Quando ci confessiamo bene non ci riconciliamo soltanto con Dio, ma anche con i nostri fratelli.
– fratelli perché così ci compagina, ci mette insieme, ci cementa insieme la santa comunione. La comunione non vuol dire soltanto: unirci a Gesù Cristo, vuol dire unirci tra di noi.
Ecco, questo fatto: di essere uniti, di volerci bene, di stabilire quasi una comunione di vita tra di noi, è la Chiesa.
L’altare che è qui, che è Gesù Cristo, ha proprio questa funzione unificante.
Non siamo noi, preti, che celebriamo le funzioni sull’altare.
E’ l’Altare che ha una funzione per tutti noi. E la funzione dell’altare non è semplicemente un’espressione di ciò che da noi “sale” verso Dio, ma è il richiamo e la forza che si deve operare in mezzo a noi, di unirci tra di noi.
E noi che siamo all’altare: vescovo, sacerdoti, per dirigere la funzione, che cosa dobbiamo fare? Diamo voce, senso, capacità espressiva all’altare stesso. Noi ci siamo, noi siamo stati istituiti e voluti da nostro Signore Gesù Cristo perché, mentre lui è qui simboleggiato dalla pietra, voi possiate udire la sua voce.
Che cosa dice la voce di Gesù Cristo? La Voce di Gesù Cristo ha questo fondamentale significato: di adunare il popolo di Dio, di fare stare assieme quelli che credono in Gesù Cristo, di far sì che molti siano una cosa sola.
Che cosa fanno i sacerdoti nel nome di Gesù Cristo? Battezzano. Che cosa vuol dire battezzare? Vuole dire introdurre nella Chiesa un nuovo fedele – ma non semplicemente nella chiesa materiale – in quella Chiesa che abbiamo descritto e che consiste nei fedeli uniti tra di loro. Ce ne sta uno nuovo in mezzo a noi ogni volta che avviene la cerimonia del conferimento del Battesimo.
—Che cosa vuol dire la Cresima? Introdurre più profondamente nella comunità dei credenti, questi membri del popolo di Dio che sono i cresimandi.
Miei cari, in questa vostra comunità parrocchiale bisogna che ci sia un po’più di spazio per questi che entrano viva forza per la grazia della cresima, come membri adulti della vostra comunità. Sono ancora piccoli ma noi li consacriamo adulti, come membra in mezzo a voi. C’è posto? Papà e mamme dovete fare più posto. noi abbiamo i più piccoli… – No, no! Ci vuole più posto. E’ proprio il momento in cui questi, cresimati adulti, hanno bisogno di essere sostenuti dal vostro amore e dalla vostra carità. Fratelli e sorelle di questi bambini e bambine, ci vuole più posto nella vostra comprensione, nella vostra bontà. Dico a tutti, anche se non siete parenti, ci vuole più posto! Questi vi stimolano perché si dilatino gli spazi della vostra bontà, della vostra carità, della vostra vita cristiana. La vita cristiana consiste essenzialmente in questo volere bene a Dio e voler bene al prossimo.
Questi bambini e bambine avranno la fortuna nella loro famiglia, nella loro parrocchia, di constatare che sono circondati da persone che vogliono bene al Signore e che rispettano il Signore, che vogliono bene ai loro fratelli e li rispettano, e fanno qualche sacrificio per i loro fratelli?
Mi vengono in mente tanti pensieri, ma li lascio da parte. Oggi è così difficile educare! Contestano!
E noi adulti abbiamo la tentazione di dire: ai nostri tempi non avevamo… non avevamo … ed eravamo contenti. Adesso, questi hanno…hanno… e non sono felici. E’ un motivo che forse nè ragazzi nè adulti capiscono.
Quello che vogliono dire è semplicemente questo, ma è terribilmente serio: sono contenti di quello che i genitori fanno per loro ma se facessero qualche cosa di meno per l’interesse materiale e facessero qualche cosa di più; per il loro interesse spirituale sarebbero più contenti. Se facessero qualche cosa di meno e avessero un po’ più di comprensione, un po’ più di tempo per stare anche con loro, ragazzi e adulti sarebbero più contenti!
Stare anche con loro! Perchè vedete, noi in passato stavamo sempre insieme: in casa insieme, nel lavoro, insieme. Adesso il papà va da una parte, i fratelli dall’altra, le sorelle da un’altra, i bambini a scuola. Poi tornano a casa, si cambiano e uno va da una parte e l’altro dall’altra parte e la domenica scappano. Quand’è che stanno insieme a casa?
No, non lo chiedono, non lo capiscono, ma hanno bisogno di più amore, hanno bisogno che noi siamo di più a loro disposizione, che stiamo di più a sentirli. Una volta il nostro papà e la nostra mamma ci dicevano: Sta’ lì e basta! E adesso questi vogliono sapere tante cose. Non è mal fatto stare ad ascoltare, loro dicono cose che noi non pensiamo neppure perchè siamo di un altro tempo. Ce lo dicono i nostri figlioli che siamo di un altro tempo! Ma, è anche vero.
Dobbiamo avere la volontà di creare un bel clima di famiglia, di comprensione, di benevolenza e di amore perchè si realizzi nella nostra vita, nella nostra comunità parrocchiale, nella vostra storia, – perchè la consacrazione di un altare ha un carattere storico-, perchè un altare significa: Gesù Cristo in mezzo a noi che con la Sua parola, con la Sua grazia, vuole che facciamo tra di noi una cosa sola, che ci vogliamo bene.
OM 154 Cesole 68 – Consacrazione dell’altare, Sabato l9 ottobre 1968