Una grande folla di fedeli e di sacerdoti ha gremito il Santuario
L’Eucaristia concelebrata da cinque Vescovi a cui si sono uniti in particolare i sacerdoti che ricordano i 50 e i 25 anni di ordinazione. Gli auguri espressi a nome di tutti dai Vescovi Caporello e Amari.
Con rito semplice e solenne, ricco di intime risonanze e di essenziali richiami, la diocesi mantovana ha reso omaggio al Vescovo Carlo Ferrari, in occasione del suo 80.o compleanno. Circostanza prescelta, I’annuale pellegrinaggio dei sacerdoti diocesani al Santuario delle Grazie, cui quest’anno si sono uniti numerosi fedeli e quattro Vescovi, a vario titolo legati alla chiesa mantovana: mons. Egidio Caporello, mons. Giuseppe Amari che celebra il 50.o di ordinazione sacerdotale, mons. Giovanni Volta e il Vescovo africano Michele Ntuyahaga.
Nel suo indirizzo di saluto mons. Caporello ha subito reso esplicito il senso cristiano ed ecclesiale della festosa assemblea, accostandola a quella dei primi discepoli del Signore, di cui narrano gli Atti: « Il pellegrinaggio odierno- ha detto – evoca e fa rivivere per noi oggi questa originaria e permanente realtà della chiesa descritta dagli Atti degli Apostoli ». Quanto alla liturgia eucaristica in memoria della « Beata Vergine del Cenacolo », essa « risveglia gaudiosamente in noi la consapevolezza esatta della nostra vocazione personale e comunitaria, il senso vero della nostra esistenza e delle nostre fatiche per il Vangelo, la ragione primaria di quella tranquillità che dobbiamo avere nell’esercizio del ministero e che si radica non solo sulle nostre energie o sui nostri risultati ma sulla forza dello Spirito ».
Aggiunge mons. Caporello: « I discepoli venivano al Cenacolo dal dramma della passione del Signore, come noi più modestamente veniamo qui dalle passioni e magari dalle delusioni delle nostre giornate. Loro avevano le tensioni tipiche dei discepoli di Cristo, e le esprimevano con l’irrequietezza che noi pure conosciamo quando tardano a maturare i frutti del nostro lavoro pastorale: “Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il Regno di Israele?”. “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti;… ma avrete forza dallo
Spirito Santo… e sarete testimoni!”. È tutto qua! ».
Poi mons. Caporello ha salutato tutti i presenti « con affetto fraterno e con il pensiero a tutti gli assenti, a quelli di loro che per diverse ragioni sono presenti con la testimonianza della loro sofferenza ». Dei Vescovi partecipanti ha detto: « Non sono ospiti tra noi, ma sono in casa con noi, per la serie di ragioni umane, cristiane ed ecclesiali che intrecciano la loro vita e la loro missione con la vita e la missione della chiesa mantovana… La loro presenza qualifica in senso cattolico la nostra odierna preghiera e offre nuove sollecitazioni pastorali ». Prima fra tutte— ha ricordato il Vescovo—la sollecitazione a invocare nuove vocazioni presbiterali, e a rendere credibile l’invocazione con il serio e concorde impegno della nostra vita personale e della nostra pastorale per il mondo giovanile e per la famiglia.
L’omelia del Vescovo Carlo
All’omelia, il Vescovo Carlo ha ripreso la parola del Vangelo: « …più beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica » per rinnovare a tutti l’accorato invito del Concilio a ritornare alle sorgenti, « cioè alla parola di Dio che ci rivela chi è il Signore così che di riflesso possiamo anche comprendere chi siamo noi ». Ma l’importante—ha detto—è di stare in atteggiamento di grande disponibilità a comprendere ciò che le divine Persone hanno progettato per noi. « Oggi, noi preti abbiamo bisogno di approfondire il senso delle Scritture farne il nostro nutrimento quotidiano, annunciarlo al popolo di Dio. E’ solo questo annuncio della grandezza, della gloria, dell’amore del Padre che giustifica la nostra presenza nel mondo. Se dimentichiamo il dono di Dio nel Cristo e la forza dello Spirito che rinnova il mondo e cambia la faccia della Terra, saranno inutili tutte le nostre parole ».
La Madonna è grande nell’ordine della fede—ha concluso mons. Ferrari — perchè la sua unione con le divine Persone è stata la più intima e profonda. Ad Essa dobbiamo tendere, come alla pienezza della nostra esistenza di credenti e di consacrati al servizio di Dio e del suo popolo. Al termine della Messa, il vescovo di Verona mons Amari ha rievocato brevemente, anche a nome dei coetanei i cinquant’anni di impegno sacerdotale ed episcopale, definendoli « cammino lungo, gioioso e oneroso ».
Quindi si è dato lettura dei telegrammi del Papa, del card. Poletti, di mons. Ruini e del messaggio del card. Martini, nel quale l’Arcivescovo di Milano dice tra l’altro: « Voglio esprimere anche il mio affetto riconoscente e la mia profonda stima a mons. Carlo Ferrari che tanto mi ha insegnato con la sua testimonianza di vita e di magistero, e a mons. Giuseppe Amari che ho avuto modo di conoscere e apprezzare in tutti questi anni.
don Benito Regis
“La Cittadella” 3 Giugno 1990