Domenica 1 Dicembre 1968- Convegno CIF
Ma viene l’ora e l’ora è venuta, in cui la donna acquista nella società un’influenza, uno sviluppo, un potere mai raggiunti fino ad oggi.Per questo nel momento in cui l’umanità conosce una così profonda trasformazione, le donne ripiene dello spirito del Vangelo possono molto per aiutare l’umanità ad attingere la sua….”
Mi fermo prima su quest’affermazione “l’ora è venuta in cui la vocazione della donna si compie nella pienezza” Qual è la vocazione della donna, che in quest’ora si compie in pienezza?
Per capire l’uomo e la donna, e capirli bene, un criterio valido è quello di riferirsi al pensiero di Dio: che cosa Dio pensa di noi.
Quando Iddio ha creato la donna ha avuto un preciso pensiero: “faciamus ei adiutorium simile sibi “perché -ha pensato Iddio – non è cosa buona che l’uomo sia solo. Il male dell’uomo è la sua solitudine. Ciò che manca all’uomo, per essere uomo, è quello di poter essere liberato dalla solitudine. Se non viene liberato dalla sua solitudine l’uomo non può essere se stesso, non può neppure sopportare la vita: “non est bonum”, e, l’espressione biblica ha un significato che va oltre la lettera delle nostre espressioni umane. Allora diamogli quest’aiuto per toglierlo dalla sua solitudine. Quest’aiuto per togliere l’uomo dalla sua solitudine -nel pensiero di Dio – siete voi.
La solitudine dell’uomo. Se sono accaduti dei guai nella storia dell’umanità, senza fare grandi analisi storiche ma solo riferendosi al pensiero di Dio, si può ritenere che siano accaduti perché è mancata la presenza della donna vicino all’uomo.
L’uomo non è stato completato come uomo dalla presenza della donna: è divento crudele, feroce, egoista, eccetera, ha progredito nella scienza, in tutti gli altri settori dell’esistenza, è diventato forte ma tutte queste cose, nella storia, purtroppo si sono rivelate pericolose.
Oggi siamo al massimo della pericolosità delle cose fatte dall’uomo il quale ha impegnato tutta la sua intelligenza, tutto il suo orgoglio, tutta la sua sete di arrivare e possedere e disporre, essere padrone e signore, essere come Dio per dettare legge, anzi per essere lui legge a tutto e a tutti. Perché?
L’uomo è quella “bestia” che ha bisogno di esplodere e se non è ammansito, se non è richiamato in se stesso, se non è portato “dentro”, se “dentro” non trova qualche cosa di più interessante, di più soddisfacente, che colmi di più il suo vuoto, si proietta necessariamente all’esterno con tutte le manifestazioni dell’egoismo – che non è solo degli uomini – e fa tutto quello che fa perché manca la presenza della donna.
Ora, la vostra vocazione che si compie in pienezza ai giorni nostri, deve essere questa: la vostra presenza presso gli uomini, ma presso gli uomini nella loro concretezza di esseri umani, di uomini maschi, ma deve essere una presenza vicino agli uomini in tutti i settori della loro esistenza, a tutti i livelli della loro esistenza, a tutti i livelli delle loro responsabilità e dei loro compiti.
Lasciate pure che siano compiti di uomini. Quando si fanno affermazioni e per gli uomini e per le donne non bisogna mai dividerle con taglio netto: ci possono essere donne per la politica, la magistratura, la scienza e degli uomini che fanno i bambinai.
Ma, nei compiti in cui gli uomini sono impegnati così a fondo, non devono starci da soli. A fare la politica non devono essere soli e neppure devono avere al fianco qualcuna chi fa la politica con loro, ma qualcuna che fa la donna presso l’uomo che fa la politica, che svolge la vocazione di donna presso l’uomo che fa l’economia, che svolge il ruolo di donna presso l’uomo che si impegna della tecnica.
Non che la donna lo debba seguire tutti i momenti, continuamente. Aspettatelo al varco, nel momento buono, nel momento in cui l’uomo e vostro. Si, nel momento in cui l’uomo è vostro assumete tutto l’uomo e lì svolgete il vostro compito.Guardate che il politico, anche quando è intruppato nel gregge di un partito, è sempre un solitario. L’uomo quando è impegnato fino in fondo nei suoi interessi, nei suoi compiti, nelle sue mansioni, nelle sue responsabilità è un solitario.
Entrate in quei settori di solitudine in cui si trova l’uomo e siate vicino a lui in quei settori dove egli -lo sono tutti – è solo. l’uomo è costituzionalmente solo. Chi può salvarlo, sanarlo, guarirlo da questa solitudine è solo la donna. E, anche quando Iddio svolge un compito di pienezza per un uomo lo fa – e questo lo fa Lui – per mezzo della donna. Questa è un’affermazione molto generale, non implica niente di particolare, ma è molto vera. Cosa dovete fare per togliere l’uomo dalla sua solitudine e quindi svolgere in pienezza la vostra vocazione?
La solitudine non c’è più quando è presente qualcuno, non quando è presente una cosa: di cose gli uomini ne hanno oltre che in avanzo. Persone! Che cos’è la donna persona? Se quelle del CIF lo capissero e lo facessero capire a tutte le donne! Essere persona è essere qualcuno che non è un altro. Fra le proprietà fondamentali della persona c’è quella che i filosofi chiamano della incomunicabilità, cioè di non poter essere un altro, di dover essere solo se stesso. Come di ognuno si dice: ha una fisionomia, così si dice, ha una personalità. Chissà se poi ha una personalità!
Comunque è una persona, e, una persona è una persona quando prima di tutto è capace di ascoltare e poi è capace di parlare. Che prima di tutto è capace di ascoltare e provoca la parola dell’altro con l’attesa con cui vuole ascoltare, con l’attenzione con cui si mette a disposizione per ascoltare.
La capacità di ascolto è una capacità di accoglimento, di lasciare entrare, di permettere che vengano dentro all’anima, dentro al cuore, dentro alla sensibilità, dentro all’affetto, dentro alla comprensione.
Comprensione: è già tenere dentro, perché l’interlocutore uomo si senta a suo agio, meglio che in qualsiasi altra parte.
Capite che ci vuole una disponibilità. Alle volte ci sono delle donne che rendono difficile l’accoglienza all’uomo perché borbottano se non si sfrega le scarpe prima di entrare in casa! Prendetelo come è! Tanto, poi ne fate quello che volete, ma bisogna che lo prendiate così com’è. Dategli questa possibilità di entrare, di essere vicino a qualcuno altrimenti rimane solo, rimane fuori.
Io vorrei chiedere alle donne: avete questa avvertenza di rivolgere tutta la vostra attenzione all’uomo per accoglierlo? Quando sento i discorsi spontanei delle donne che pensano che io non le stia ad ascoltare, in uno scompartimento di treno, eccetera…! Che razza di discorsi…! Non c’è l’interesse per l’uomo, non c’è l’interesse per il loro uomo, non c’è attenzione a loro, c’è l’attenzione ai fenomeni più banali dell’esistenza umana.
Venerdì, due signore, mentre andavo a Milano, tutto il tempo, – da Mantova a Milano! -, non hanno fatto che parlare come qualmente la sarta non aveva azzeccato il taglio delle pelli della pelliccia, di certi aggeggi che arrivano dall’oriente con cui si possono fare delle giacche di pelle eccetera, e che costano 15000 lire! E dei bambini che adesso vanno in montagna e poi si bagnano i piedi…! L’unico elemento umano: i bambini che si bagnano i piedi!
Ascoltare e parlare. Ma nel parlare dite voi stesse, dite il vostro pensiero di donna, dite ciò che siete per la vostra sensibilità, per il vostro modo di vedere e valutare le cose. Dovete, col vostro discorso, che può essere anche un discorso senza parole, porre tutti gli interessi dell’uomo nella prospettiva in cui li vede, li sente, li valuta la donna. Ecco dove l’uomo non deve essere solo.
Quando l’uomo parla di guerra dite il vostro pensiero di donne, di mamme, di sorelle, di spose, non il pensiero della (non comprensibile). L’uomo parla della economia, dite come vedete la funzione della economia nella esistenza e voi sarete capaci di mettere prima i bambini di una fabbrica! S’intende per fare un esempio! E, chissà che non riusciate a far capire che ci deve stare prima la persona e poi la fabbrica! Dite il vostro punto di vista. Così voi siete vicino all’uomo.
Solitudine della donna. Se l’uomo è costituzionalmente solo, anche voi siete creature, e c’è anche una vostra solitudine che ha il suo compimento, la sua soluzione in Colui che è stato preoccupato della solitudine dell’uomo. Qui si porrebbe il discorso della vostra vita religiosa, del vostro tipo di vita religiosa. Il vostro tipo di vita religiosa è diverso da quello dell’uomo. Non è possibile, in questa occasione sviluppare questo discorso anche se qualcuno lo riterrebbe importante.
Vediamo soltanto “l’ora è venuta” Questa espressione del messaggio io la traduco così: oggi è il tempo in cui per tutti, ma particolarmente per la donna, la religione diventa un rapporto con le Divine Persone. Se c’è il Padre, una donna non si sente più sola; c’è Gesù Cristo sposo del suo corpo che è la chiesa, la donna non si sente più sola; se c’è lo Spirito Santo diffuso nei nostri cuori, che vuole edificare il tempio santo di Dio nel vostro cuore con la sua presenza, con la sua azione, dove trovi la propria dimora il Padre e il Figlio, qui c’è la vostra religione e qui è risolto il problema della vostra solitudine.
L’altra espressione del messaggio: “le donne devono essere presenti per ascoltare, per dire, – appoggiate per non trovarsi a loro volta in una solitudine inaudita, al Padre al Figlio e allo Spirito Santo-, e svolgere il loro compito nel mondo, nella loro vita, ripiene dello spirito del Vangelo. Oggi si fa un ricorso continuo allo Spirito Santo. Il messaggio del Concilio, penso che abbia senz’altro soppesato ogni parola dello spirito del Vangelo. Quando oggi nella chiesa si parla dello Spirito e si dimentica che è lo spirito di Gesù Cristo, si arriva a contrapporre lo Spirito Santo al Figlio e al Padre.
I nostri giorni si caratterizzano da questo fenomeno -non dico strano perché è l’ennesima ripetizione di quello che è avvenuto in tutti i tempi della storia della chiesa – ma, lo Spirito Santo è lo spirito di Gesù Cristo, lo Spirito Santo è lo spirito del Padre che ha mandato Gesù Cristo a farsi uomo in mezzo agli uomini, povero per morire ancora più povero sulla croce. Lo Spirito non rinnega Gesù Cristo e Gesù Cristo corrisponde al suo vangelo e lo Spirito ha il compito di introdurci nella pienezza dell’intelligenza del Vangelo e ha il compito di sorreggerci perché noi assumiamo lo spirito del Vangelo.
Dov’è il momento della nostra giornata, della nostra vita dove noi ci mettiamo alla scuola del vangelo di nostro Signore Gesù Cristo? A certe persone piace il vangelo francescano! Io direi del vangelo di san Francesco in tutta la sua pienezza, in tutta la sua integrità, non una sola parte del vangelo che è salvezza per ognuno, per ognuno che crede: per gli uomini e per le donne.
OM 172 Cif 68 – Domenica 1 Dicembre 1968 Convegno federazione donne cattoliche italiane
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