Giovedì 19 Dicembre 1968 ore 16 ai maestri cattolici
Quel bambino debole, piccolo, spoglio, esposto ai pericoli, è colui che ha vinto la morte e ha portato la vita su questa terra, è colui che ha in mano tutta la potenza per dissolvere il male in tutte le sue manifestazioni. Fermiamoci davanti alla visione spiegata da Daniele e cerchiamo di comprendere quanto quest’interpretazione è esatta perché, secondo quella visione, noi siamo i testimoni di quanto è accaduto.
La pietra che si stacca senza che una mano la muova, che manda in frantumi, polverizza, dissolve la statua di eccezionale grandezza e splendore e dall’aspetto terribile, è la Pietra scelta da Dio che i costruttori hanno rigettato, ma che è diventata fondamento dell’edificio su cui si innalza il tempio santo del Signore, nello Spirito, costituito da pietre vive che siamo noi.
Gesù Cristo è venuto, tutti i regni della terra sono passati, e passeranno, ma Egli rimane. Non significa che Gesù Cristo è venuto a distruggere i regni della terra, ma che Gesù Cristo è colui che è capace di dissolvere tutte le potenze del male che s’incarnano, attraverso i tempi in tutte le espressioni civili, militari, politiche, economiche, per compiere la sua missione.
Noi ci troviamo alla vigilia del Natale. Il Natale è la festa più sentita da parte dei credenti e di quelli che non credono. Il Natale è rispettato e festeggiato in tutto il mondo. Diventerà babbo natale, l’albero di natale, il Bambino del presepio o semplicemente il presepio con le pecorine, ma questa festa rischia molto di essere mitizzata e addirittura favolizzata. E’ quanto mai indispensabile da parte nostra che personalmente concepiamo il Natale come la venuta del Signore in mezzo agli uomini, come la venuta di Uno che compie la salvezza degli uomini, che noi celebriamo bene il Natale come festa liturgica.
La celebrazione della liturgia rende attuali gli avvenimenti storici della salvezza. Li ritualizza nel senso che tutto il significato, il contenuto, la forza di quegli avvenimenti sono resi presenti in mezzo a noi, per il polarizzarsi della fede della chiesa e quindi della fede di ognuno di noi che componiamo la chiesa; e il protagonista di questi avvenimenti della salvezza che è vivo, che è attuale, che non appartiene al passato ma al presente, e ciò che ha compiuto allora come anticipazione, come indicazione, come simbolo, lo compie oggi nella verità, nella pienezza.
Non dobbiamo dimenticare che quando noi celebriamo qualsiasi mistero della vita del Figlio di Dio fatto uomo, celebriamo tutto il mistero di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù Bambino non deve rimanere il dolce infante che suscita dolci e carezzevoli devozioni. Quel bambino è colui che muore in croce, che risuscita da morte, che siede glorioso alla destra del Padre. Per esprimerci in un linguaggio comprensibile, quel bambino debole, piccolo, spoglio, misconosciuto, esposto ai pericoli, è colui che ha vinto la morte e ha portato la vita nuova su questa terra, è colui che ha nella mano tutta la potenza per dissolvere il male, in ogni sua manifestazione.
Questo Gesù Cristo, il Gesù, bambino, è quella tale pietra che senza essere mossa da nessuno si muove di sua iniziativa e con le proprie forze, cala nel mondo, frantuma, dissolve tutto ciò che non è verità, tutto ciò che non è giustizia e amore, tutto ciò che non è bene ed è destinata a diventare un monte, tanto grande da riempire tutta la terra.
Noi dobbiamo farci una domanda proprio nell’imminenza del Natale. Crediamo alla potenza salvifica di nostro Signore Gesù Cristo? Crediamo che Gesù Cristo ha la forza per superare tutte le espressioni più imponenti del male che minacciano gli uomini? Non c’è il rischio che meritiamo il rimprovero degli apostoli che, spaventati destano nostro Signore Gesù Cristo che dorme sulla barca in balia delle onde: “gente di poca fede”?
Ci impressioniamo, ci turbiamo davanti a ciò che accade a noi, intorno a noi, lontano da noi nel mondo e noi ci impressioniamo, alle volte, per le sorti della fede nelle persone, non ci impressioniamo delle sorti della chiesa. Se fosse soltanto per la sagacia, per la sapienza, per la saggezza, per la capacità degli uomini e per la forza delle organizzazioni ecclesiastiche cattoliche, della chiesa non si parlerebbe più da secoli.
Ci crediamo che c’è il salvatore nella chiesa ? Ci crediamo che Gesù Cristo è veramente capace di essere il Salvatore? La risposta è estremamente importante perchè si tratta di misurare la nostra fede per dire se crediamo o non crediamo a Gesù Cristo. Crediamo a Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo per salvare gli uomini? Crediamo che Gesù Cristo opera nel mistero della storia degli uomini non secondo il nostro criterio o i nostri desideri, ma secondo il suo piano e che a noi chiede soltanto la risposta della fede?
Vedremo che cosa importa la risposta della fede nel secondo punto della nostra riflessione. Gesù Cristo Figlio di Dio che si fa uomo -questa pietra che si stacca dal monte, che frantuma le forze del male e diventa a sua volta un monte che copre tutta la terra che cosa viene a fare?
“Propter nos homines et propter nostram salutem descendit de caelo”. Gesù Cristo è venuto per salvare gli uomini. Non è venuto a fare altre cose. Che gli uomini salvati da Gesù Cristo debbano fare altre cose è indubbiamente vero, ma Gesù Cristo vuole precisamente una cosa: fare degli uomini i figli di Dio, fare degli uomini dei fratelli che fra loro si rispettano, perché questa è la salvezza.
Forse con un linguaggio più abituale si potrebbe dire: Gesù Cristo, dell’uomo vuole salvare la dignità; Gesù Cristo, della creatura umana vuole fare una persona completa che realizza totalmente se stessa; Gesù Cristo, per fare dell’uomo una persona che realizza totalmente se stessa, dà all’uomo la capacità di essere veramente una persona.
Che cosa significa essere veramente una persona? Significa attuare i propri rapporti esistenziali con le Persone Divine e con la persona dei propri fratelli. Essere persone è: aprirsi alla conoscenza degli altri, è stabilire dei rapporti con gli altri, è completare questi rapporti, perfezionarli, riempirli, consumarli nell’amore.
Gesù Cristo vuole compiere nelle singole persone questo effetto, lasciatemi dire così:
che ognuno di noi scopra i propri rapporti con il Padre, come Figlio di questo Padre;
che ognuno di noi scopra i propri rapporti con il Figlio, come fratello di Gesù Cristo;
che ognuno di noi scopra i propri rapporti con lo Spirito Santo, come creatura animata dall’amore dello Spirito Santo;
che ognuno di noi scopra e attui i propri rapporti con i figli del Padre, con i fratelli di Gesù Cristo di cui è il primogenito, con tutti gli amici dello Spirito, i tabernacoli dell’Altissimo, i santificati dallo Spirito Santo che sono i nostri fratelli.
In questo è la salvezza che vuole operare nostro Signore Gesù Cristo per mezzo della predicazione del suo Vangelo, per mezzo di quella santificazione: che è una rinnovazione di vita, che è la vita nuova che fa di noi le nuove creature, che è la sua grazia per attuare quei vincoli di carità e quindi di rispetto e di amore, che si devono stabile tra noi, perché siamo tutti allo stesso titolo figli del Padre, salvati da Gesù, santificati dallo Spirito Santo. Questo vuole fare nostro Signore Gesù Cristo.
Adesso dico qualche espressione che può anche turbare, che può essere oggetto di contestazione, ma che io ugualmente propongo alla vostra considerazione e meditazione. E’ una considerazione che ci riguarda come Chiesa di nostro Signore Gesù Cristo, e che riguarda la missione propria, specifica, caratteristica della chiesa, che riguarda in primo luogo gli uomini di chiesa, i ministri, e poi tutti i membri del Corpo di nostro Signore Gesù Cristo, tutti i membri del Popolo di Dio.
Gesù Cristo non è venuto per risolvere i problemi della pace, della giustizia, dell’organizzazione sociale, che rimangono problemi, che attendono una soluzione. Gesù Cristo è venuto per santificare le persone e santificare le persone significa costruire delle persone che sono capaci di realizzare quei rapporti tra Dio e l’uomo e degli uomini tra loro di cui abbiamo parlato.
Evidentemente queste sono le persone che devono diventare le più attive per operare la pace nel mondo; queste sono le persone più impegnate, più intelligenti, più accorte, più pronte per attuare la giustizia nel mondo; queste sono le persone in grado di organizzare nel mondo quei sistemi di vita che favoriscono una convivenza di persone umane. Ma diversa è la concezione primaria e di Gesù Cristo, e della Chiesa, e dei sacri ministri, e dei cristiani che sentono un impegno di apostolato anche se l’apostolato ha molti altri campi di azione.
In tutti i tempi c’è sempre stata la tentazione – penso che ai tempi nostri ci sia quanto mai questa tentazione – di fare servire il cristianesimo, di fare servire l’opera di nostro Signore Gesù Cristo, per risolvere i problemi più urgenti che ci toccano più immediatamente. C’è sempre stata la tentazione di far assumere dalla Chiesa dei compiti che non le sono propri che, tutto al più, possono essere dei compiti di supplenza. Abbiamo appena finito di condannare l’epoca costantiniana e da tutte le parti ci vengono delle pressioni perché ci mettiamo di nuovo al servizio di altri Costantino, piccoli o grandi che siano. Non quello in esilio che, poverino non ne può niente! Questo può essere un pericolo.
Gesù Cristo poiché salva l’uomo in tutte le sue dimensioni, lo salva anche sotto questi aspetti però, prima lo deve salvare “di dentro”, poi l’uomo diventerà capace di salvarsi anche “di fuori” Se non è salvato dalla illuminazione del Vangelo, dalla forza vivificante della grazia, dalla animazione sempre più decisa della carità che non l’elemosina, ma l’amore autentico, non è in grado di risolvere alcun problema.
Quindi, cerchiamo anche a questo proposito, di illuminare un po’ la nostra fede. Che cosa chiediamo a Gesù Bambino? I bambini chiedono tante belle cosine, ma noi che cosa chiediamo? Che faccia cessare la guerra nel Vietnam? Lo possiamo chiedere benissimo. Gesù Cristo in via straordinaria può anche fare dei miracoli, ma Gesù Cristo porterà la pace nel Vietnam quando potrà entrare in certi cuori corazzati più dei carri armati o più repellenti di una bomba atomica.
Come vuole fare tutto questo? Tutto questo, Gesù Cristo lo fa come Figlio di Dio fatto uomo, come Dio in mezzo agli uomini e Dio in mezzo agli uomini è così grande, è così al di là da tutto quello che si vede e che si tocca, che necessariamente opera nel mistero. Non solo opera nel mistero in quando la sua azione non cade sotto la nostra esperienza, o meglio ancora, sotto il nostro controllo. Gesù Cristo opera nel mistero anche nel tempo. Gesù Cristo non è legato alle nostre stesse scadenze, non ha voluto rivelare l’ora della sua grazia e della sua azione e non solo l’ora finale e decisiva. La grazia che ci salva, opera non secondo il nostro modo di concepire. Non secondo le leggi umane.
Qui la nostra fede deve essere illuminata e non dobbiamo essere tratti in inganno. Parlo a persone che hanno una cultura e che hanno una responsabilità nel mondo della cultura. Oggi non è soltanto facile la tentazione ma sta diventando operante la tentazione che, per risolvere i problemi di una società afflitta dai mali del neocapitalismo e dai mali del totalitarismo, c’è soltanto una ideologia che può veramente diventare operante e decisiva. Potrebbe essere anche vero, ma questo non può avvenire nel nome di Gesù Cristo, e non si deve pretendere di compierla nel nome di Gesù Cristo.
Che è anticristiano il neocapitalismo occidentale è vero, che sia anticristiano un determinato totalitarismo è vero, ma dove si stabilisca (..non si capisce la voce del nastro) bisogna stare attenti a non identificarla con un sistema dal quale non ci si può sganciare. M’interessava dire: se noi, vogliamo risolvere i problemi in un modo deterministico: schiacciando un bottone si mette in movimento una corrente che produce un determinato effetto, dobbiamo sapere che questa è legge umana, che questi sono fenomeni puramente umani. Quando io mi appello al Vangelo che è un fermento nella pasta, che è un piccolo seme che ha bisogno di germogliare, quando io mi appello alla Chiesa che è destinata ad essere il piccolo gregge del popolo di Dio, non devo fare confusione, Non devo porre sullo stesso piano la forza dell’organizzazione degli uomini, la forzadella contestazione dei giovani che hanno capito che stando insieme sono forti e che possono ottenere, e la forza trasformante le persone che è la grazia salvifica portata da nostro Signore Gesù Cristo.
Lui opera secondo le sue leggi, secondo la sua condotta, secondo la sua economia particolare. Lui opera normalmente in corrispondenza della nostra fede, cioè in corrispondenza dell’accoglimento che noi facciamo… fine della bobina
OM 183 Maestri 68 – Giovedì. 19 Dicembre 1968 – ore 16 – ai maestri cattolici