Cronaca di Mons.Luigi Giglioli
Ordinazione sacra dei nuovi Diaconi
E‘ davvero un privilegio particolare quello toccato ai sei alunni del nostro Seminario Maggiore: ricevere l’ordinazione sacra di Diaconi nella solenne celebrazione vespertina, nel Santuario di San Luigi, nella giornata iniziale del Centenario aloisiano.
Éccone i nomi: Bertaiola don Antonio da Desenzano, Bonizzi don Alberto da S. Giuseppe Artigiano (Città), Brunelli don Roberto da Sesto San Giovanni, Casati don Cesare da S.Leonardo (città), Faglioni don Egidio da Galvagnina, Poltronieri don Lucio da Pampuro.
Il solenne rito liturgico è iniziato alle ore 16,30, presenti con il Vicario Generale Mons. Scarduelli, numerosi canonici del Capitolo, parroci, sacerdoti e gli alunni del Seminario.
Ai consacrati, Mons. Vescovo ha rivolto un discorso, tanto intonato alla circostanza.
” Quasi mi viene da chiedervi scusa se richiamo ancora questa sera la vostra attenzione – come faccio sovente – a ciò che accade durante la celebrazione della S. Messa. Accade che noi celebriamo prima la Parola di Dio e poi il Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo.
“Durante la celebrazione di ieri ci siamo immersi nella Parola di Dio e durante la celebrazione della Parola esteriormente si è celebrato un rito mentre interiormente è accaduto qualche cosa.
“Alcuni di noi, questi giovani che sono stati ordinati Diaconi, si può dire con una certezza che si basa sulla Parola data da Dio, non sono più quelli di prima: una realtà nuova arricchisce la loro persona, dei poteri nuovi sono a loro disposizione. Questo è avvenuto perché la Parola che noi abbiamo celebrato ha avuto il compimento della sua efficacia: ha operato ciò che ha annunziato.
“La Parola di Dio è un fatto e la Parola di Dio compie quei fatti mirabili che sono la trasformazione della vecchia creatura, che siamo noi, in nuove creature che sono il battezzato, il cresimato, colui che accede agli ordini sacri: una trasformazione che a noi, quest’oggi, sabato delle quattro tempora, giorno in cui diamo inizio alla celebrazione del IV° centenario di S. Luigi, viene presentata in un episodio singolare: una trasformazione analoga alla trasfigurazione che si è compiuta nella Persona di Gesù, come avete sentito annunziare dal Diacono
“Davanti agli occhi di Pietro, Giacomo e Giovanni, Gesù era un altro. Abitualmente era nascosto, era il Figlio di Dio in mezzo agli uomini ma appariva quasi sempre uomo e anche quando compiva i miracoli strepitosi non mutava l’aspetto della sua persona. Davanti agli occhi di Pietro di Giacomo e di Giovanni invece ha mutato l’aspetto della sua persona e ha fatto intravedere qualche cosa della gloria, dello splendore, della ricchezza della sua vita di Figlio di Dio comunicata a quella umanità santissima che egli ha assunto per essere il figlio dell’uomo.
“Questa che Gesù ha fatto intravedere ai suoi discepoli prediletti è la nostra sorte: noi saremo trasformati, noi andiamo verso la trasformazione.
“Quando portiamo un bambino al battistero, quando lo presentiamo al Vescovo per la cresima, quando un giovane si presenta al Vescovo per essere ordinato avviene una trasformazione. Questo figlio del sangue e della carne che è il battezzando, il cresimando per trasformarli e renderli suoi figliuoli e suoi ministri, viene investito della potenza del Signore: per la sua grazia, per l’imposizione della mano del Vescovo, lo Spirito Santo discende e prende possesso di questa creatura e la consacra e la trasforma e da creatura di Dio diventa il figlio prediletto di Dio, il ministro del Signore.
“Questo è avvenuto mentre abbiamo celebrato la Parola del Signore.
“Direte, perché questi Diaconi sono venuti – per così dire-a creare una pausa proprio a principio delle celebrazioni del IV centenario della nascita di S. Luigi? Noi siamo qui per S. Luigi.
“Tutto quello che è accaduto oggi durante questa breve celebrazione è avvenuto in un istante, per l’azione della grazia di Dio, ma questi giovani hanno preparato in molti anni questo istante. Tutti gli anni della loro giovane esistenza li hanno impegnati perché il momento in cui l’azione dello Spirito Santo si sarebbe incontrato con la loro persona, con la loro volontà con tutto il loro essere fosse accogliente, consenziente, di più, in sintonia con quanto lo Spirito Santo ha operato.
“S. Luigi si preparava ad essere Diacono e sacerdote, si preparava a mettere tutta la sua persona in sintonia con l’azione dello Spirito Santo per diventare il ministro del Signore. Non è arrivato a quell’incontro su questa terra, ma ha preparato tutte le disposizioni e tutto se stesso per quel momento, ha impegnato tutte le sue forze, tutta la sua vita per giungere a quel momento.
“S. Luigi- non c è nessuna esagerazione, nessun adattamento a questo contesto – è diventato santo perché si preparava a diventare diacono. Questa affermazione ha tanto di verità: la sua santità è veramente una santità diaconale.
“E’ una parola questa, ma io la intendo così: quando ho posto la mano sul capo di ciascheduno di questi Diaconi ho detto: ricevi lo Spirito Santo per essere forte”; S. Luigi è stato un forte, ha impegnato tutto se stesso per vincere il male. Ho detto ai Diaconi: “per resistere al diavolo e a tutte le sue suggestioni”: S. Luigi è stato impegnato con tutta la forza del suo temperamento che era ostinato, forse anche angoloso, per giungere ad essere malleabile, tutto disponibile all’azione dello Spirito Santo per resistere al male di cui era circondato.
“Ecco il punto di coincidenza tra il diaconato di questi giovani e la santità di S. Luigi.
“Quando fra qualche mese questi saranno sacerdoti, la forza dello Spirito Santo, che il rende resistenti, esigerà da loro tutto l’impegno per rimanere in sintonia con questo atteggiamento-diciamo così-dello Spirito Santo per combattere il male per affermare il bene: ciò che la Liturgia ha espresso in un modo mirabile con un’altra espressione che ormai ci deve diventare familiare, deve raccogliere maggior attenzione da parte nostra per disporci come si conviene ad imitare l’esempio dei Santi, quindi a celebrare degnamente il centenario e a corrispondere a quella grazia che ci viene dal Concilio:
– essere forti per edificare la Chiesa;
– essere forti per compaginare le membra del Corpo di Nostro Signore Gesù Cristo;
– essere forti per stabilire tutti i membri della Chiesa nella saldezza della carità, nel vincolo dell’unione tra di loro.
“Il mio discorso non va oltre: ho detto a sufficienza. “Ricordate:
” -La trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo
“- qui è avvenuta una trasfigurazione
“- questa trasfigurazione è la presenza di Dio in noi il quale opera la nostra salvezza per mezzo dello Spirito Santo
“- a questa trasfigurazione dobbiamo prepararci.
” Si è preparato S, Luigi, si sono preparati i Diaconi, dobbiamo preparare noi perché l’azione dello Spirito Santo si incontri con la nostra collaborazione, perché siano edificati come membra del corpo di nostro Signore Gesù Cristo e costituiamo la sua chiesa, nell’autenticità della carità.
ST 341 diaconi 68
Stampa :”La Cittadella” 17 Marzo 1968