Grazie 14-9-69 pellegrinaggio degli ospedalieri
Miei cari ormai sapete, ed è giusto che sia così, che il vescovo ha la preoccupazione e voi stessi avete il desiderio, che questi gesti religiosi siano compresi in tutta la loro portata: nel loro significato e nelle conseguenze che debbono avere nella nostra persona e nella nostra esistenza.
Certo, ognuno di noi questa sera non è venuto al santuario della Madonna perché attirato da questo edificio. E’ Maria santissima che ci attira. E’ Maria che ci interessa. A Lei si dirige il nostro cuore. Maria santissima, la persona con la quale noi ci incontriamo stasera, è la madre di Dio, è la madre di Gesù Cristo e questo incontro non è un incontro qualsiasi, ma é un incontro che si esprime con la celebrazione liturgica della parola e del mistero eucaristico.
La celebrazione della parola sta compiendosi in questo momento per ognuno di noi. Che cosa c’entra la parola del Signore con il nostro pellegrinaggio alla Madonna delle grazie? Cosa centra la parola del Signore con questo incontro personale che deve stabilirsi questa sera con Maria santissima? La Madonna è la Madonna perché ha accolto, per prima, la parola di Dio: la parola di Dio in persona che è il Figlio di Dio che si è incarnato in lei.
Questa parola personale è diventata il suo Figliolo Gesù Cristo nostro Signore. Per questo Maria è santa. Per questo Maria è degna di tutta la lode, di tutta la gloria, di tutta la venerazione. Maria ha sempre ascoltato la parola di Dio anche quando il suo Figlio, Parola vivente, si rivolgeva alle folle. Gli evangelisti si fanno un dovere di notare che durante gli episodi della vita di nostro Signore Gesù Cristo, Maria custodiva ogni parola nel suo cuore. Maria quindi, accoglieva la parola di Dio in lei e conformava se stessa a questa parola.
In che senso Maria conformava se stessa a questa parola? Nel senso che faceva corrispondere i momenti della sua esistenza con i momenti della esistenza di nostro Signore Gesù Cristo per la salvezza al mondo. Così, noi troviamo la Madonna interessata alla Parola del suo divino Figliolo durante la sua vita pubblica, la troviamo quando tutti erano fuggiti presi dal panico, la troviamo nel Cenacolo mentre attende che Spirito Santo fortifichi i discepoli del duo divin Figlio e li renda adeguati a diffondere la Parola di Dio. Dopo Pentecoste, quando incomincia la vita della chiesa, la troviamo ancora nel cenacolo quasi a confortare con la sua presenza i discepoli di nostro Signore Gesù Cristo che dovevano andare nel mondo intero a predicare il vangelo. E’ evidente che noi possiamo autenticamente onorare Maria santissima proprio con la celebrazione della parola del Signore.
Questa sera apriamo l’animo nostro a intendere la parola misteriosa di Dio registrata dal vangelo di san Giovanni, che ci è stata rivolta e che dice così : “Non per questi soltanto io prego ma anche per quelli che crederanno grazie alla loro parola, perché tutti siano una cosa sola”. (Gv 17, 20-21) Pensiamo, miei cari, che la preghiera di nostro Signore Gesù Cristo è una preghiera rivolta al Padre per noi che, in questo momento ascoltiamo chi annuncia la parola di nostro Signore Gesù Cristo.
Pensiamo che Gesù ha pregato per noi perché potessimo veramente accogliere la parola di chi annuncia il vangelo come sua parola.
Pensiamo che Gesù ha pregato perché noi avessimo la grazia di intendere questa parola.
Pensiamo che Gesù ha pregato perché noi avessimo la capacità di fare vivere nelle nostre persone questa parola .
La parola di Gesù, questa sera, quali esigenze porta alle nostre persone? Porta questa esigenza: “Perché tutti siano una cosa sola”.
Quante volte, miei cari, queste parole del Signore sono giunte al nostro orecchio!
-una cosa sola nell’amore,
-una cosa sola nella vita,
-una cosa sola l’uno per l’altro,
-una cosa sola come una famiglia,
-una cosa sola come le membra di un corpo,
-una cosa sola perché siamo la famiglia dei figli di Dio.
Questa é la portata del vangelo e questa é la esigenza chiara di una devozione alla Madonna: perché Dio é nostro Padre e siamo nati dall’acqua e dallo Spirito Santo per essere i figli di Dio!
Maria ha concepito per opera dello Spirito Santo per essere la madre del Figlio di Dio, del salvatore degli uomini, del nostro salvatore! Perciò l’esigenza del vangelo, l’esigenza della parola di nostro Signore Gesù Cristo non può essere che questa: che tutti siamo una cosa sola.
Quello che voi fate questa sera, è pieno di significato. La vostra presenza lo dimostra. Tutti voi vi occupate dell’ammalato, tutti voi siete guidati dallo spirito di fede e vedete nell’ammalato nostro Signore Gesù Cristo che ha bisogno delle vostre attenzioni, delle vostre delicatezze, delle vostre premure, delle vostre cure, tutti voi sentite il bisogno di trovarvi insieme perché il significato del vostro compito, della vostra missione, del vostro lavoro, abbia veramente un significato religioso.
Il malato sarà: nostro Signore Gesù Cristo trattato bene, nostro Signore Gesù Cristo curato con amore se lo spirito di fede sarà vivo nelle vostre persone e, la fede è viva nelle nostre persone in proporzione dei frutti che la parola di Dio porta nella nostra vita. E’ la parola di Dio che ci fa scoprire la nostra condizione di figli di Dio, è la parola di Dio che ci scopre la condizione di appartenere all’unica famiglia dei figli di Dio, è la parola di Dio che ci scopre la nostra condizione di fratelli e perciò esige da noi il dovere dell’unità, della concordia, della intesa, del rispetto, per essere a disposizione degli altri che attendono le nostre attenzioni.
Ma, miei cari, il vangelo non è semplicemente una raccomandazione. Le parole di nostro Signore Gesù Cristo questa sera non suonano semplicemente come un ammonimento”perché tutti siano una cosa sola”. Gesù Cristo affinchè noi possiamo essere “una cosa sola” vuole fare qualche cosa nella nostra vita. Dice Gesù : “la gloria che hai dato a me io l’ho data a loro”.
Quale è la gloria che il Padre ha dato al suo Figliolo? Nel linguaggio di S. Giovanni la gloria che il Padre ha dato a nostro Signore Gesù Cristo, al suo Figliolo: è la vita, è tutto il suo essere, è la stessa sua esistenza, è tutto quello che Egli ha, è tutto quello che Egli è, è tutto ciò che Egli fa per la salvezza del mondo. Questa è la gloria che il Padre ha dato al suo Figlio. Ebbene questa gloria, questa partecipazione alla vita di Dio, Gesù dice: “io l’ho data a loro”. Questo è il fatto fondamentale dal quale deriva, come conseguenza, che noi dobbiamo volerci bene gli uni gli altri per essere una cosa sola: perché il Padre ha dato al Figlio tutto l’essere suo, e il Figlio dona a noi tutta la sua vita di Dio.
Il Figlio dona a noi una vita nuova, una capacità nuova, una possibilità nuova di essere non semplicemente delle creature che hanno origine dalla carne e dal sangue, ma di essere le nuove creature che hanno origine dall’acqua e dallo Spirito e sono perciò figli di Dio. Ecco perché le parole di nostro Signore Gesù Cristo, non sono semplicemente una raccomandazione, ma sono un fatto che deve verificarsi in ciascheduno di noi.
Questo fatto si è compiuto in noi il giorno del battesimo.
Questo fatto è maturato in noi il giorno della cresima.
Questo fatto si rinnova in noi ogni volta che ci accostiamo ai santi sacramenti.
Questo fatto diventa sempre più carico, sempre più pieno, sempre più influente nella nostra persona e intorno a noi, mano a mano che noi ci accostiamo a nostro Signore Gesù Cristo che vuole dare a noi la gloria che il Padre ha dato a lui, che vuole dare a noi la vita che il Padre ha dato a lui.
Dopo la celebrazione della Parola di Dio, continueremo con la celebrazione eucaristica che è il momento solenne sacramentale, – in altre parole, attraverso segni certi e sicuri – che ci esprime l’impeto dell’amore di nostro Signore Gesù Cristo mentre si dona a ognuno di noi
perché possiamo vivere di Lui,
perché possiamo vivere la vita nuova che egli ci ha portato,
perché possiamo vivere la vita di Cristo,
perché possiamo vivere la vita cristiana: la vita che il Figlio di Dio ha potuto comunicarci dal momento che è diventato il figlio di Maria santissima.
Il Figlio di Dio che si è fatto uomo attraverso la maternità di Maria santissima, attraverso Maria diventa il nostro salvatore, colui che ci comunica la vita nuova. Ecco allora, Maria santissima che ci guarda e cerca di scorgere se nella nostra persona ci sono le sembianze di nostro Signore Gesù Cristo, se nella nostra persona c’è la vita che ci ha portato il figlio suo.
Con le parole del catechismo abbiamo sempre chiamato “grazia” la vita che ci ha portato il Figlio suo. La vita del figlio suo, la grazia, è nelle nostre anime quella realtà misteriosa che trasforma del tutto la nostra esistenza e fa di noi i figli di Dio, quindi dei fratelli e conseguentemente esige da noi che siamo dei buoni figlioli di un unico Padre che sta nei cieli, dei buoni figlioli di un’unica Madre che noi vogliamo onorare anche questa sera.
Lasciamo che la parola del Signore penetri dentro di noi e trovi veramente un posto nella nostra persona, nei nostri sentimenti , nei nostri pensieri, nei nostri atteggiamenti. Egli abiti veramente in ognuno di noi, così possiamo dimostrare l’amore grande che ci portiamo vicendevolmente e che ci distinguiamo per l’amore grande che portiamo a tutti i nostri fratelli.
OM 229 Grazie 69 -14-9-69 agli ospedalieri