Lettera alla Diocesi,30 novembre 1969
Carissimi,
la festa del Concepimento Immacolato di Maria propone alla nostra fede il frutto più pieno della nostra Redenzione: l’affermazione più completa della Grazia di Dio. Nello stesso giorno celebriamo la Giornata del Seminario. Le due celebrazioni non sono un accostamento forzato: esiste tra loro un vero rapporto.
E’ importante per la nostra fede comprendere il senso che ha per la persona di Maria santissima il fatto di non essere stata toccata dal peccato e di essere piena di grazia. Non consiste soprattutto nel non avere o nell’avere qualche cosa: non avere la macchia del peccato o avere lo splendore della grazia; consiste anzitutto nell’essere qualche cosa, e poiché si tratta di una persona, nell’essere qualcuno.
Maria per il fatto di essere concepita senza peccato e piena di grazia è qualcuno in una accezione unica.
Chi ha concepito Maria senza peccato e piena di grazia è Dio. Questo significa che a Maria nei confronti di Dio non manca nulla di ciò che Dio cerca in lei e che ha tutto ciò che Dio vuole da lei: è nella grazia di Dio, è gradita a Dio, piace a Dio. Piace al Padre come la figlia prediletta, piace al Figlio come la sorella amata, piace allo Spirito Santo come la Sposa amabile.
Iddio ha concepito Maria senza peccato e piena di grazia dal momento che ha deciso di liberare gli uomini dal peccato e rivestirli di grazia. Così Maria si trova in mezzo ai suoi fratelli non per distanziarli, ma per segna-re una meta, che accomuna tutti nell’unico disegno dell’amore di Dio che ci salva. Maria è soltanto la testata del ponte che Dio getterà tra cielo e terra perché Dio sia con gli uomini e gli uomini con Dio.
Il Ponte è Gesù Cristo, figlio di Dio e figlio di Maria, il quale, nella Nuova Alleanza nel suo Sangue, rende possibile con un atto di liberazione ciò che era avvenuto per Maria con un atto di preservazione: che gli uomini siano in grazia di Dio, che essi pure siano nelle sue grazie, che abbiano la possibilità, secondo la misura del dono di Dio e l’impegno della loro fede, di essere trovati giusti, cioè nel rapporto giusto con Dio e coi loro fratelli; figli del Padre, rassomiglianti al Primogenito a cui siamo fratelli, docili allo Spirito che vuole fare vivere nel nostro cuore un unico amore per il nostro unico Padre e per tutti i suoi figli, che sono i nostri fratelli.
La fede ci assicura che Gesù Cristo continua ad essere presente nel mondo per annunziare agli uomini la gioiosa notizia – il Vangelo – che gli uomini hanno la possibilità di essere figli di Dio e fratelli tra di loro, e per fare vedere come ci si comporta da figli di un unico Padre; per far circolare nella nostra persona la vita nuova che ha in sé le energie adatte per vivere da figli di Dio e da fratelli tra di noi.
Gesù è presente nel ministero del sacerdote che predica il suo vangelo; è presente nel sacerdote che propone la legge dell’amore secondo la quale devono camminare gli uomini dotati della dignità di figli di Dio, liberati dalla schiavitù del peccato; è presente nei gesti sacramentali dei sacerdoti che assicurano il fluire nel mondo della vita di Dio.
In questo contesto, che ci pone nel cuore del disègno di Dio e del destino totale dell’uomo, si inquadra la cosiddetta Giornata del Seminario.
Nella economia cristiana tutto viene dalla gratuita iniziativa dell’amore di Dio; ma Dio si comporta con noi rispettando la dignità di persone che ci ha conferito e sollecitando la corresponsabilità di cui ci ha fatto capaci per la libertà di cui ci ha dotati. Il dono della vocazione al sacerdozi ministeriale viene da Dio ma è altrettanto certo che
a)dobbiamo valutare la grazia insostituibile del ministero sacerdotale e chiederla con molta preghiera, attenti all’avvertimento di Gesù: la messe è veramente grande, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe » (Mt 9,37-38);
b)questo apprezzamento della funzione del ministero sacerdotale deve trovare un riscontro nella gerarchia secondo la quale noi definiamo il valore dei compiti per i quali si può spendere la propria esistenza: difendere gli sfruttati e gli indifesi, aiutare i poveri, combattere le malattie, promuovere la cultura, operare per la pace ecc. richiede che all’inizio vi sia chi spende la propria esistenza a suscitare e a sostenere tutti questi operatori del-la bontà, della giustizia e della pace, le quali sono vere e consistenti alla sola condizione che abbiano Cristo come fondamento;
c)il problema delle vocazioni sacerdotali è il problema di tutti. Tutti hanno bisogno di rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo per entrare a far parte della Famiglia dei figli di Dio; tutti hanno bisogno della grazia dell’amore da cui debbono essere animati i membri della famiglia di Dio: gli sposi per essere fedeli alloro amore, i genitori per amare i figli, i figli per amare i genitori, ogni uomo e ogni donna per amare tutti gli uomini e tutte le donne; tutti hanno bisogno che sia garantita, nel modo unico come Io può fare il sacerdote, la presenza di Gesù che ci salva in mezzo a noi, in tutte le circostanze della nostra esistenza.
Dunque il Seminario dove confluiscono i nostri ragazzi e i nostri giovani che hanno avuto la grazia e la intuizione di scoprire come sia valido impegnare la propria esistenza per Gesù Cristo, il quale vuole servirsi della totale disponibilità della loro persona per edificare la persona degli uomini impegnati a costruire un futuro migliore, deve essere il grande problema di tutti.
Maria Santissima Immacolata, che ha goduto dei frutti della salvezza in una misura unica, ci ottenga una chiarezza di fede capace di valutare la preziosità del ministero sacerdotale e di risvegliare nelle nostre coscienze il senso di responsabilità nei confronti del problema delle vocazioni sacerdotali.
A Maria concepita senza peccato e piena di grazia affido i nostri seminaristi, i nostri sacerdoti e tutti noi.
Mantova, 30 novembre 1969
ST 392 Immacolata 69
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