Casalromano 16-maggio 1970 Vigilia di Pentecoste e Cresima
Mons. Carlo Ferrari 1988 Oasi di Fasano
Questo nostro incontro non è tanto un avvenimento esteriore del Vescovo che sta davanti a voi e di voi che state davanti al vescovo. Ciò che conta è quanto accade attraverso questo incontro. La celebrazione della Parola del Signore, per quanto abbiamo potuto capirla, ci introduce nel significato di ciò che avviene .
Tutte le letture, dalla prima presa dall’ Antico Testamento, alla lettura della lettera di san Paolo ai romani, come dal breve brano di Vangelo che io stesso ho letto, sono tutto un susseguirsi di richiami non ad una cosa, non ad un argomento, non ad una verità, ma ad una persona: una persona misteriosa, una persona inondata della luce di Dio, una persona che verrà a compiere la grande novità che deve accadere nel mondo.
La grande novità è questa: che i figli degli uomini, tutti, piccoli e grandi e, – secondo l’espressione della scrittura- persino gli schiavi,- che, ormai almeno linguisticamente parlando non esiste più questa categoria di persone – avrebbero un giorno invocato il nome del Signore e sarebbero entrati nella salvezza.
Entrare nella salvezza non è qualche cosa di esteriore alla nostra persona ed alla nostra vita. Entrare nella salvezzasignifica entrare nella famiglia dei figli di Dio. Entrare nella salvezzasignifica che, per ciascuno di noi personalmente, si verifica ciò che abbiamo letto nella prima lettura: manda il suo Spirito e sarà rinnovata la faccia della terra. Si tratta di un rinnovamento, di una situazione nuova, di una nuova creatura.
Il rinnovamento avviene nelle nostre persone. La nuova situazione riguarda noi. Le nuove creature siamo noi per l’opera di quella Persona misteriosa di cui parlano le letture:per opera dello Spirito Santo. Perciò, miei cari, noi tutti e non soltanto il Vescovo che è ministro della cresima, e non soltanto i vostri bambini e le vostre bambine che ricevono la cresima, siamo impegnati con lo Spirito Santo.
Noi non portiamo soltanto il nome di cristiano, noi non formiamo soltanto una famiglia dei figli di Dio, una famiglia di credenti. Noi siamo diventati cristiani e siamo credenti in quanto lo Spirito di Dio, lo Spirito Santo, in un determinato momento della nostra esistenza, si è incontrato personalmente con noi, nel profondo del nostro essere ed ha operato quest’opera meravigliosa, ha fatto di noi delle creature nuove e, da figli di nostro padre e di nostra madre ci ha fatto diventare figli del Padre che sta nei cieli, ci ha fatto diventare i figli di Dio.
Ecco che cosa significa lo Spirito Santo nella nostra esistenza, nella nostra vita, nella nostra persona.
Direte: se noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo nel giorno del Battesimo quale significato ha la Cresima? Da qui dobbiamo cercare di capire la natura del nostro incontro personale con lo Spirito di Dio, del nostro rapporto con lo Spirito Santo. C’è in noi una vita nuova, una nuova natura che come ogni creatura vivente, ha bisogno di crescere, di svilupparsi, di raggiungere la sua maturità; come ogni creatura ha bisogno di arricchire la propria vita di quei pensieri, di quegli atteggiamenti, di quei sentimenti che facciano di ognuno di noi quanto di meglio si possa rendere. Ecco allora i doni dello Spirito Santo già ricevuti nel battesimo che, nel giorno della cresima ci sono confermati perché abbiamo questa possibilità, questa capacità.
San Paolo ci fa notare che noi da soli non siamo capaci neppure di pronunciare in nome di Gesù, ma lo Spirito di Dio, che ci è dato, ci dà tutte le possibilità di realizzare pienamente la nostra vita spirituale. Allora il giorno della cresima è il giorno di una Pentecoste nuova. Ricordate che quando gli apostoli ricevono lo Spirito Santo, diventano capaci di parlare, di testimoniare Gesù Cristo risorto? E’ per lo Spirito che si diventa cristiani, è per lo Spirito che si diventa credenti e si cresce come credenti, quindi oggi, qui avviene questo avvenimento straordinario che i vostri piccoli ricevono la grazia, la possibilità, la capacità di diventare grandi come cristiani, di diventare maturi come cristiani.
Però cerchiamo d’essere realisti. Questi bambini e queste bambine che oggi ricevono la capacità di diventare adulti, dopo la cresima saranno subito degli adulti? Saranno subito maturi?
No, miei cari. Hanno soltanto ricevuto una possibilità. Quando questi bambini diventano adulti?
Certo, mangiando del pane ed altro, ma queste bambine diventano adulte come “donne” e questi bambini crescono come “uomini” perché hanno accanto a loro delle persone mature nell’età, nella conoscenza, nell’esperienza cristiana e mi rivolgo particolarmente ai genitori.
E’ guardando a voi tutti più maturi negli anni che questi piccoli faranno fruttificare la grazia del dono dello Spirito Santo, la capacità che viene loro dallo Spirito di Dio che si stabilisce nei loro cuori. Guardando a noi matureranno questa grazia!
Capita sovente di scoprire nei nostri ambienti un certo modo di pensare.
Si dice che i bambini sono innocenti, che i bambini sono nella verità e, fin tanto che sono piccoli si mandano al catechismo e alla messa, fin tanto che sono piccoli si vuole che si confessino e che facciano la comunione così stanno buoni, poi, con l’avanzare dell’età non si dice apertamente che di queste cose bisogna farne a meno, ma si dice che ormai non sono più bambini.
Ci pensate miei cari che ci mettiamo in una grave contraddizione?
Quante volte, specialmente oggi, si sente dire che i nostri cristiani hanno un cristianesimo instabile!
Guardate che il problema sta qui. Voi padrini e madrine insieme coi genitori e noi tutti cresimati, dobbiamo stare davanti a questi bambini come persone mature non solo negli anni, ma anche nella fede, e dobbiamo stare davanti a loro come persone che hanno trafficato i doni dello Spirito Santo, dobbiamo stare davanti a loro come persone che sono maturate sotto l’azione del sole dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo é sceso come un fuoco il giorno di Pentecoste! Avrete notato quello che è capitato in questi due giorni nelle nostre campagne. In due giorni di sole tutto si è sviluppato. Il sole della nostra vita spirituale, il calore della nostra vita spirituale ci viene dallo Spirito di Dio.
Ecco, miei cari, questa sera, intorno alla nostra attenzione, al centro del nostro incontro c’è una Persona misteriosa ma reale legata alla nostra esistenza, dalla quale dipende il nostro crescere, il nostro svilupparci, il nostro maturare come cristiani, come credenti: il nostro diventare autentici seguaci di nostro Signore Gesù Cristo.
Sono solito dire, quando vado ad amministrare le cresime, che in mezzo a noi c’è, una povertà spirituale perché manca la presenza dello Spirito Santo. E’ inutile che io faccia una specie d’inchiesta per dirvi: quante volte avete pregato lo Spirito Santo.
Il Padre che sta nei cieli? Sì lo pregate col Padre nostro. Gesù Cristo? Sì lo pregate e pregate anche la Madonna. Ma quando pregate lo Spirito Santo? Guardate che, tutta la nostra vita spirituale, il cristianesimo, la nostra religione dipende dallo Spirito Santo. Nostro Signore Gesù Cristo ha già compiuto l’opera sua. Gesù è gia andato in cielo ed ha mandato lo Spirito suo, lo Spirito del Padre, lo Spirito Santo, la Terza Persona della Santissima Trinità perché conduca a compimento la sua opera in ciascuno di noi.
Deve rinnovarsi la devozione allo Spirito Santo, deve rinnovarsi l’incontro con lo Spirito Santo: il rivolgerci allo Spirito Santo, l’ascolto dello Spirito Santo, la disponibilità a fare ciò che lo Spirito di Dio dice. Per questa dimenticanza il nostro cristianesimo è tanto povero e vedete quello che capita.
– Domani che festa è?
– E’ Pentecoste.
– Qui, nella vostra parrocchia, si fa più festa il giorno di Natale o il giorno di Pasqua?
– Uguale.
– Si fa più festa a Pasqua o a Pentecoste?
– A Pasqua.
– Vedete come è scaduta, come è ignorata la Pentecoste, la più grande solennità dell’anno liturgico?
Certo, se non ci fosse stata l’incarnazione, la passione e morte e risurrezione non ci sarebbe neppure la Pentecoste, ma Gesù Cristo ha fatto tutto quello che ha fatto perché noi, un giorno, potessimo ricevere lo Spirito di Dio. Allora, la solennità che ci tocca di più, deve essere la Pentecoste. Così possiamo misurare il nostro cristianesimo: se sentiamo poco la solennità di Pentecoste vuol dire che capiamo poco della nostra fede.
Lasciate che il Vescovo vi ricordi questo fatto decisivo della nostra salvezza:- “tutto ciò che avviene nella nostra vita spirituale, voluto dal Padre nostro che sta nei cieli, operato da Gesù Cristo attraverso il mistero della incarnazione e redenzione, diventa personale per ognuno di noi per l’azione dello Spirito Santo.
Ricordiamo allora la nostra cresima, ricordiamo il battesimo, ricordiamo lo Spirito Santo.
OM 285 Casalromano 70 – 16-5-70- ore 17,15 Vigilia di Pentecoste e Cresima
La fotografia del vescovo all’oasi san Giovanni Battista di Fasano Brindisi nel 1988, rende obbligatorio un grazie molto grande a don Salvatore Carbonara che gli ha offerto questa Oasi per la sconvalescenza.(SL).