Parrocchia degli Angeli Sabato 23 Maggio 1970 consacrazione altare e 25° di sacerdozio
Parrocchia di Angeli con don Rino Mai
Parlo specialmente per quelli che si sono trovati per la prima volta dinanzi a questo rito per mezzo del quale abbiamo consacrato l’altare nuovo. Abbiamo compiuto dei gesti e avete pregato con me. Queste preghiere e questi gesti sono colmi di significato, però possono rimanere molto lontani dalla nostra comprensione se, in ciascuno di noi, non c’è una preparazione, se non si conoscono i fatti più importanti della storia della nostra religione.
Da quando Dio ha incominciato nel mondo l’opera della salvezza, si è sempre manifestato in un modo del tutto particolare, proprio in occasione dei sacrifici che si compivano sull’altare, che attraverso tutta la storia è sempre stato di pietra.
Questa sera, la pietra nuova e levigata che poggia su due capitelli storici e artistici, è inserita nel significato di tutto ciò che è avvenuto nei tempi antichi e che ha preso la sua pienezza di significato nel sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo. Pienezza di significato e anche novità di significato, perché Gesù Cristo non ha esercitato un sacerdozio come quello che normalmente noi pensiamo.
Noi normalmente pensiamo al sacerdote che prende qualche cosa e la offre a Dio come immolazione. Gesù Cristo ha preso se stesso e si é offerto al Padre per la salvezza del mondo. Gesù Cristo non ha offerto delle cose, ma ha offerto la propria persona, ha offerto la vita.
Comprendete miei cari, quale sintesi, quale personalizzazione, quale interiorizzazione è avvenuta nel rinnovamento della concezione che si aveva del sacerdote e dell’idea che si aveva dell’altare e dei sacrifici.
Il sacerdote è la persona di Gesù, l’altare è il suo cuore e la sua volontà, la vittima è Lui stesso, e noi qui con questa pietra che abbiamo consacrato, con questi paramenti che indossiamo non facciamo niente altro che il tentativo di esprimere sensibilmente dinanzi ai nostri occhi, davanti alla nostra percezione, il grande mistero che si è compiuto nella persona di nostro Signore Gesù Cristo.
Avete sentito ripetere tante volte, specialmente in questi ultimi tempi, che l’altare è Cristo. Molto probabilmente domani, chi parlerà nella Messa solenne celebrata da don Rino, nel venticinquesimo della sua ordinazione sacerdotale, dirà che il Sacerdote è un altro Cristo.
Chi è offerto su questo altare è Gesù Cristo.
L’altare è il segno visibile, Gesù Cristo, il sacerdote è il segno visibile, Gesù Cristo, il pane e il vino che saranno consacrati sono il segno visibile di nostro Signore Gesù Cristo, ma non sono soltanto simboli che richiamano alla memoria un mistero o un avvenimento del passato, sono segni e simboli e gesti e parole che rendono attuale, per ciascheduno di noi, ciò che è avvenuto nella persona di Gesù Cristo il Figlio di Dio fatto uomo.
Notate.
Gesù, il suo sacrificio lo ha offerto per la salvezza, per la redenzione, per la santificazione di tutto il mondo, perciò per la redenzione e la santificazione di tutte le persone che sono nel mondo. E Gesù Cristo ha detto una parola molto decisiva che richiama le nostre responsabilità, i nostri impegni nei confronti di ciò che è l’altare, di ciò che è il sacerdote, di ciò che è la vittima. Gesù ha detto, se qualcuno vuole essere mio discepolo, se qualcuno vuole veramente credere in me, cioè, se vuole essere veramente cristiano rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
Qual’è il significato di questo invito, di questa proposta di nostro Signore Gesù Cristo, del nostro Signore, del nostro Dio?
Il significato di questa proposta ci tocca personalmente, tocca l’intimo di noi stessi analogamente a ciò che è avvenuto in nostro Signore Gesù Cristo. Gesù ci invita ad essere come lui, ad offrire un sacrificio come il suo, ad unire il nostro sacrificio al suo.
Vedete che abbiamo ancora troppo l’abitudine di venire in chiesa per offrire qualche cosa. Offriamo i fiori, le candele, l’elemosina, facciamo le offerte per i restauri, per l’altare nuovo e pensiamo di onorare in questo modo il Signore, i santi e la Madonna. Non è detto che Dio, i santi, la Madonna, non possano essere onorati in questo modo, ma è un modo molto povero di cui Dio, la Madonna, i santi, sono parecchio indifferenti. Non valeva la pena che il Figlio di Dio venisse su questa terra e offrisse il sacrificio di se stesso, perché poi suoi discepoli, noi suoi sevi, noi che portiamo il nome di cristiano ci accontentiamo di venire in chiesa per offrire delle cose.
Gesù Cristo vuole, sì, che veniamo in chiesa, ma vuole che anche senza venire in chiesa, anzi il più delle volte momento per momento senza venire in chiesa, che siamo come lui i sacerdoti del nostro sacrificio. Su questo altare non è più sufficiente che si rinnovi, come dice il catechismo, il sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo. Il sacrificio di Gesù Cristo deve essere accompagnato dal nostro sacrificio, che concretamente vuole dire: accompagnato dal rinnegamento del nostro egoismo, con la crocifissione di noi stessi e sapete quante croci ci sono nel mondo e nella vita per immolare noi stessi.
Per il gusto di immolarci, per il gusto di tormentarci? No. Assolutamente, ma per lo stesso motivo per cui si è immolato nostro Signore Gesù Cristo. Gesù Cristo si è immolato per amore del Padre e per amore di tutti noi. Lo ha dichiarato lui: -non c’è amore più grande di colui il quale sappia dare anche la vita. Gesù richiede ai suoi seguaci questo tipo di sacrificio, questo tipo d’immolazione. Quante volte, specialmente dopo il concilio, avete sentito ripetere che ogni battezzato è sacerdote, che il popolo cristiano è un popolo sacerdotale! E’ un popolo sacerdotale in quanto deve offrire se stesso insieme a nostro Signore Gesù Cristo per amore del Padre e per amore dei fratelli.
Direte: se tutti noi siamo sacerdoti e l’offerta che Dio attende da noi siamo noi stessi, non è più necessario venire in chiesa ad assistere la messa celebrata dal prete. Vedete: se noi siamo lasciti a noi stessi, se noi siamo abbandonati alla nostra debolezza e alla nostra fragilità, non siamo capaci di compiere nessun sacrificio, non siamo capaci di rinnegare noi stessi, non siamo capaci di prendere la nostra croce, tutti i giorni, e seguire passo per passo nostro Signore Gesù Cristo.
Gesù per salire il suo calvario ha voluto avere bisogno del Cireneo. Adesso fa lui, per noi, la parte del Cireneo perché noi saliamo, giorno per giorno, il nostro Calvario. Gesù si stabilisce in mezzo a noi, si mette accanto a noi specialmente durante la celebrazione liturgica. Durante la celebrazione della sua parola e specialmente durante la celebrazione eucaristica. Nel momento in cui noi ci uniamo a lui, -al suo corpo al suo sangue- nella santa comunione, Gesù vuole essere il nostro Cireneo, colui che ci dà la forza giorno per giorno, momento per momento, per offrire il nostro sacrificio.
Allora Gesù Cristo, a tutti noi: a noi che siamo rivestiti di questi paramenti, segno della consacrazione che abbiamo ricevuto il giorno della sacra ordinazione, a ciascheduno di noi che siamo stati consacrati come figli di Dio il giorno del santo battesimo, a tutti, nostro Signore Gesù Cristo chiede di essere sacerdoti santi e immacolati: di offrire vittime spirituali, di offrire noi stessi.
E si mette in mezzo a noi, attraverso questi segni, attraverso le nostre celebrazioni che sono la presenza di Gesù con il suo sacrificio in mezzo a noi, perché vuole entrare nella nostra vita per sostenerci, per renderci capaci di amare con tutto il cuore il Padre nostro che sta nei cieli e i nostri fratelli così come egli ci ha amato e ci ha dimostrato di amare dando tutto se steso per la nostra salvezza.
Questo é il senso di quello che avviene questa sera; di ciò che avverrà tutti i giorni della storia ancora lunga del vostro don Rino e di quella più duratura di questo Altare che continuerà a ricordare che Gesù é con noi.
OM 302 Angeli 70 – Sabato, 23 Maggio 1970 consacrazione altare – 25° di sacerdozio