Questi piccoli ricevendo lo Spirito Santo
diventano perfetti cristiani credenti nella vita eterna
Carissimi, sono passato tante volte davanti alla vostra chiesa, ma è la prima volta che vi entro. Il mio incontro con voi, questa mattina è tanto bello perché non sono soltanto entrato in una chiesa, sia pure monumentale, ma sono entrato nel vivo di una chiesa fatta di persone, di credenti in nostro Signore Gesù Cristo, che con gioia accolgono la Parola del Signore.
Io vi ripeto: con gioia accogliete la Parola del Signore.
Non è detto che voi questa mattina dovete accogliere una persona che fa il Vescovo. Non ha importanza la sua persona. Ha importanza il suo ministero e, il suo ministero è principalmente quello di annunciare la Parola di Dio, quella Parola che è già stata letta così bene davanti a noi e che ora siamo chiamati a meditarla insieme perché, come la pioggia di questo momento, penetri adagio ma in profondità nel nostro spirito, per fare ciò che fa la pioggia, che rende sempre più feconda la terra, che dà vitalità a tutto ciò che germoglia nella terra.
Noi siamo persone viventi e viventi non soltanto la vita materiale del corpo, ma viventi un’altra vita più importante e più decisiva, la vita che ci differenzia da tutte le altre creature, la vita che conferisce dignità e grandezza alla nostra persona, la vita che ci apre a tutte le realtà del creato perché siamo intelligenti, liberi, animati da sentimenti coscienti nel profondo della nostra persona. Parlo proprio del nostro spirito. Parlo dell’intimo della nostra persona, la parte più preziosa di noi che ha bisogno di essere nutrita, coltivata, sviluppata. Perciò, questa vostra presenza in chiesa, questa nostra attenzione, quanto è bella e quanto è preziosa! E, quanto è responsabile il mio ministero in questo primo incontro con voi per annunciarvi con chiarezza e con semplicità la Parola di Dio, la Parola che abbiamo ascoltato insieme!
Avete udito la prima lettura dove Stefano vede i cieli aperti. Avete ascoltato la seconda lettura dove anche Giovanni vede il cielo aperto e Cristo che siede alla destra del Padre in attesa di incontrarsi con ciascheduno di noi.
Abbiamo udito insieme la preghiera di nostro Signore Gesù Cristo, una preghiera profonda e misteriosa ma tanto bella, una preghiera nella quale Gesù Cristo ci fa sapere che il Padre ama noi come ama Lui, che il Padre è in noi come è in Lui, che Egli sale al cielo per preparare un posto per ognuno di noi accanto a sé vicino al Padre perché possiamo essere l’oggetto dell’amore infinito del Padre.
Io non so, miei cari, se questa mattina il vostro spirito è disposto a ricevere la realtà che noi abbiamo un Salvatore, che è il Figlio di Dio fatto uomo, che è Gesù Cristo il quale ci fa sapere che noi abbiamo un Padre in cielo.
Io vorrei sentire dai vostri bambini e alle vostre bambine se per loro é importante avere un papà e una mamma. Noi che siamo adulti, noi che abbiamo già una responsabilità nei confronti dei piccoli, pensiamo e sentiamo il bisogno d’avere Qualcuno al di sopra di noi, che pensi a noi, che badi a noi, che voglia bene a noi, che ci comprenda, che soprattutto viva per noi? Miei cari, il Padre nostro che sta nei cieli – nella giusta maniera- si può immaginare come un padre, come una madre di questa terra, che siano veramente padri e madri.
I papà e le mamme sono totalmente preoccupati e impegnati perché i loro figli crescano bene, perché e il loro avvenire sia bello. Così il Padre nostro che sta nei cieli è preoccupato dello sviluppo della nostra vita, della maturazione della nostra vita il cui termine è di essere una vita stabilita per sempre nell’eternità beata, infinitamente ricca che soddisfa fino in fondo tutte le nostre esigenze.
Miei cari, vi ripeto la domanda: siete disposti in questa celebrazione, in quest’incontro a pensare almeno per un momento alla vita eterna, al paradiso? A pensare che questa vita è una vita di passaggio? A pensare che questa vita é una vita di preparazione nella quale si costruisce la vita decisiva, quella che conta, quella che durerà per sempre? Non so fino a che punto la fede di ciascuno di noi porta con sé questa certezza, questa sicurezza che si esprime così “Io mi sveglio ogni giorno, io lavoro ogni giorno, io progredisco tutti i giorni in età, io vado verso la casa del Padre, io vado verso la vita eterna”!
Questo ci dice la Parola del Signore questa mattina ed è una parola decisiva, è l’unica parola che dà significato alla nostra esistenza. Se la nostra esistenza si deve concludere su questa terra, se la nostra esistenza ha per scopo di raggiungere unicamente i beni che sono su questa terra, è un’esistenza molto triste, che non ci renderebbe migliori, e non potrebbe renderci migliori. Se il termine della nostra vita è qui su questa terra che cosa vale essere buoni, essere onesti, essere impegnati? Che cosa vale la fatica? Che cosa valgono le preoccupazioni? Meglio è lasciarsi andare perché, intanto non c’è più niente. Guardate miei cari che, questa è la logica che gioca nel mondo attuale.
Noi siamo turbati per quello che avviene nel mondo. Noi ci domandiamo perché alcune persone arrivano a commettere dei delitti così efferati, ed a compiere degli atti inconcepibili. E’ perché non hanno più niente nella loro coscienza, non ascoltano nessuno, non credono a nessuno, perchè non hanno Qualcuno che li comprenda, Qualcuno che sia per loro più importante e più soddisfacente delle soddisfazioni che si prendono con il delitto. Pensiamoci bene.
Noi siamo tentati di scagliarci contro quelli che commettono questi fatti che ci turbano e non pensiamo che, se noi dimentichiamo il destino vero della nostra esistenza, se dimentichiamo i valori dello spirito, quei valori che ci propone e ci assicura la fede, noi ci mettiamo sulla stessa strada di questi fratelli disgraziati. Guardate che, la religione non serve a tenere le persone buone. La religione è il fondamento e la sorgente della bontà delle persone. Guardate che senza questo fondamento, senza questa sorgente non si resiste a lungo al male. Non si commetteranno i delitti che meritano la galera, ma si commettono tanti fatti quotidiani che annientano la nostra persona, la umilia, la degradano ad un livello tanto basso da avere vergogna di comparire davanti ai fratelli.
Ecco miei cari l’annuncio della Parola, che questa mattina io faccio a voi in questo nostro primo incontro in occasione della Cresima dei vostri bambini e delle vostre bambine! Li ho molto presenti questi bambini proprio nel senso che vi ho detto. Questi piccoli, ricevendo lo Spirito Santo, secondo quello che hanno imparato nel catechismo, diventano dei perfetti cristiani, diventano dei credenti nella vita eterna.
Ma io vorrei chiedere ai papà di questi piccoli: tu ci credi alla vita eterna come ci crede il tuo bambino o la tua bambina? Tu mamma ci credi? Tu padrino o madrina e tutti voi che siete stati cresimati, che siete qui presenti e che formate in questo momento la famiglia parrocchiale che si raduna in nome di nostro Signore Gesù Cristo, credete alla vita eterna come ci credono questi piccoli? Guardate che, dipende dalla tua fede di padre, dalla tua fede di madre, di madrina, di padrino, di membro della parrocchia che questi bambini crescano secondo la dignità della natura umana riscattata e santificata da nostro Signore Gesù Cristo.
La Cresima non è il vestito, non è il regalo, non è il pranzo! La Cresima è lo Spirito Santo che è la forza di Dio data a questi piccoli come è stata data a noi, perché camminiamo con la certezza della vita eterna verso il paradiso, perché abbiamo la forza giorno per giorno, azione per azione, pensiero per pensiero, sentimento per sentimento, di costruirci questa vita eterna nella bontà e nell’amore.
Noi adesso compiremo il rito della santa Cresima, ma mentre lo Spirito Santo discenderà su questi figlioli perché siano in grado di crescere secondo l’insegnamento di nostro Signore Gesù Cristo, preghiamo tutti, perché lo Spirito Santo che abbiamo già ricevuto si ridesti nelle nostre coscienze, si faccia sentire, c’illumini sul valore della vita, sul senso della vita, ci dia il coraggio di camminare secondo il senso della vita eterna e non secondo il senso dei tempi, quindi non secondo il senso di un progresso che potrebbe anche essere un regresso umano.
Io non dico che, il pane assicurato, la casa, il vestito e anche una vita confortevole non siano un bene, ma questo non deve diventare lo scopo della nostra esistenza. Noi dobbiamo avere il coraggio, insieme a queste cose, di cercare qualche cosa d’altro che valga di più, che sia di più, che faccia di noi delle persone che corrispondono alla dignità della vocazione di creature umane e alla dignità della vocazione di cristiani.
OM 408 Romanore 71 – 23- 5 -197I ore 11, 50 cresimandi