Il corpo è stato edificato dalla sapienza di Dio
e deve essere lo strumento dello Spirito
Siamo qui riuniti per ascoltare la parola di Dio, per cogliere il suo Spirito in noi ed essere divinizzati, e ricevere nuove energie per il cammino della nostra esistenza che si prospetta ancora lungo per voi cari giovani, ragazzi e ragazze, sollecitati dall’esempio e dall’intercessione di san Luigi.
Noi abbiamo celebrato insieme la parola di Dio e adesso dobbiamo cercare di comprenderla almeno sotto qualche aspetto, per lasciarla penetrare dentro di noi, perché diventi vita cristiana in noi, quindi, non soltanto per comprenderla con la nostra intelligenza e diventare più istruiti ma, per lasciarla penetrare come un seme – ed è veramente un seme – perché possa germogliare nella nostra persona e trasformarci e renderci conformi al significato di questa parola.
Avete ascoltato la lettura del libro della Sapienza, di un brano della lettera di san Paolo a Filemone, di un brano del Vangelo di san Luca. Non possiamo trattenerci su tutto perché il nostro discorso diventerebbe troppo lungo. Incominciamo dal libro della Sapienza e rimaniamo su quelle poche parole in cui noi siamo descritti così come Dio ci ha creato, in cui è descritta la realtà della nostra natura e conseguentemente la realtà della nostra persona.
Noi abbiamo lo spirito, noi siamo capaci di pensieri anche sublimi, addirittura siamo capaci di pensieri celesti. Siamo capaci di ragionamenti e di giudizi, conseguentemente di sentimenti razionali perché Dio ci ha creato con una natura ragionevole, perché Dio ci ha dato un’intelligenza. Siamo capaci di pensieri celesti, di pensieri che riguardano la vita spirituale, la vita religiosa, l’altra vita, la vita che viene dopo questa, perché Dio, sempre nella sua bontà, ci ha dato il suo Spirito. Ci ha dato il suo Spirito nel Battesimo la prima volta e lo ha confermato definitivamente il giorno della Cresima, perché noi diventiamo intelligenti delle cose del cielo.
Però il libro della sapienza ci mette sull’avviso e ci dice: guardate che, la vostra intelligenza è condizionata, è in qualche modo imprigionata, inceppata dal vostro corpo, da quella parte di voi stessi che è la materia di cui anche siete composti. Ci dice il libro della sapienza: guardate che, lo Spirito di Dio che è in voi, può essere contrariato e anche spento, secondo l’insegnamento di san Paolo, quando il corpo con le sue facoltà, i sensi, la sensibilità, l’istinto, i sentimenti disordinati, non lascia la possibilità allo Spirito di Dio di farsi sentire.Questa è la nostra condizione di creature umane, questa è la nostra condizione di cristiani.
Miei cari, dove sta la prerogativa, la qualità, il valore autentico e vero della nostra persona? Non so se altre volte ho fatto un esempio come questo che sto per fare a voi. Quando in una famiglia ci fosse un figliolo ben formato, perfetto negli occhi, nelle mani, nel camminare e in tutto ciò che riguarda il corpo ma, fosse senza ragione, non sarebbe per lui la più grande delle disgrazie? Quel povero essere, anche se è oggetto di tanto amore, purtroppo non lo consideriamo in definitiva come una persona, ma come una cosa.
Al contrario, una persona può essere menomata all’esterno delle facoltà corporali ma può avere un’intelligenza lucida, può avere dei sentimenti nobili e allora noi rimaniamo ammirati di quell’intelligenza, di quei pensieri, di quei sentimenti perché: ciò che vale di più è lo spirito, ciò che vale in noi è la ragionevolezza, ciò che vale in noi sono i sentimenti guidati dalla ragione, ciò che vale in noi, come cristiani, è ciò che opera Dio dentro di noi per mezzo del suo Spirito dandoci la certezza di essere figli di Dio, dandoci la coscienza della nostra dignità di figli di Dio, dandoci la possibilità, con la sua grazia, di vivere da figli di Dio. Questo, miei cari, è la conseguenza che deriva dal fatto di essere delle creature ragionevoli dotate dello Spirito di Dio.
Il nostro impegno non è quello di distruggere il corpo per edificare lo spirito, niente affatto, ma di rendere il nostro corpo sempre più docile allo Spirito, sempre più degno di portare in sé uno spirito ragionevole e lo Spirito di Dio. Noi dobbiamo essere sempre più impegnati a rendere il nostro corpo come l’irradiazione di qualche cosa che portiamo dentro di noi, come l’irradiazione di ciò che siamo interiormente non semplicemente di ciò che si vede all’esterno.
Tante volte si può costatare che per mezzo del trucco, del vestito, della moda, eccetera, una persona si presenta come una bambola o un bambolotto e poi se chiedete un pensiero, un ragionamento, un sentimento, vi accorgete che non ci sono. Altre volte invece, la persona più semplice nel vestito e più molesta nella presenza si impone per il suo ascendente, perché la sua persona ha un valore particolare perché dentro di sé porta qualche cosa che la rende veramente degna di ammirazione.
Ora, miei cari, io mi rivolgo non soltanto alle ragazze e ai ragazzi per via della moda che piace a loro ma, a tutti. Il corpo è stato edificato dalla sapienza di Dio e deve essere lo strumento dello spirito. In ogni persona deve trasparire ciò che in sé porta di meglio, di grande e di prezioso. Non ci dovrebbe essere la ricerca, lo sforzo eccessivo di mostrare quello che dovrebbe essere coperto dal pudore e dalla modestia, ma piuttosto ciò che deve essere valorizzato in funzione dello spirito, in funzione della grazia di Dio, in funzione della bontà.
Guardate che, siamo circondati da un mondo corrotto. E’ questa una frase che non dice niente? Io vi dico che nel mondo, tutto tende a corrompere i valori dello spirito, specialmente attraverso la mancanza di rispetto della donna in genere. Voi mi capite e io non scendo a particolari. E’ questione di sensibilità umana. Alcuni giorni fa un gruppo di ragazze mi dicevano che si comportano così perché tutti fanno così. Ma noi non vogliamo fare così. Noi non vogliamo essere così. Noi siamo cristiani e vogliamo seguire nostro Signore Gesù Cristo. Se noi siamo cristiani e vogliamo seguire nostro Signore Gesù Cristo dobbiamo fare qualche rinuncia. Se ci conformiamo a questo mondo tutto impegnato ed organizzato per lo sfruttamento delle persone dove é il nostro, essere seguaci di nostro Signore Gesù Cristo? Se siamo come tutti gli altri dove è il nostro cristianesimo?
E’ vero che non c’è più lo sfruttamento di chi lavora come c’era una volta, ma c’è lo sfruttamento del portafoglio, della vanità, dell’orgoglio. E’ sempre sfruttamento! Da una parte gli uni fanno i soldi, gli altri, dall’altra parte, si piegano a tutti i capricci e perdono la loro dignità proprio perché diventano schiavi del mondo. Nostro Signore Gesù Cristo è venuto nel mondo ed è morto in croce per liberarci dalla schiavitù del mondo.
San Luigi è stato un giovane libero. Direte: dobbiamo diventare tutti come san Luigi? Io vi rispondo di sì. Non è necessario che vi facciate frati o suore; non è necessario che rinunciate a quello che avete e alla vita nel mondo, ma è necessario che la viviate da cristiani secondo la ragione illuminata dal Vangelo, secondo lo Spirito che detta dentro di voi e che vi è stato dato da Dio il giorno del Battesimo e confermato nella Cresima; é necessario che viviate veramente una vita che mette in evidenza i valori della parte migliore della persona, cioè i valori della vita spirituale.
OM 410 Malavicina 71 – Domenica, 5 -9- 71 Festa di san Luigi