Gesù Cristo in qualunque cosa
Egli compie per salvarci, associa sempre a se stesso la Chiesa
Carissimi, quest’incontro è stato preparato, volutamente, con le vostre bambine e bambini, durante il quale hanno voluto vedere il vescovo in persona e insieme abbiamo capito quello che sarebbe accaduto oggi. E’ un incontro preparato con la quasi totalità dei genitori, e non solo con loro, per dire che oggi non è il vescovo da solo a cresimare questi piccoli, ma è la Chiesa. Oggi, in mezzo a noi accade che lo Spirito Santo è dato a questi piccoli, che lo Spirito Santo -in certo qual senso- risuscita in tutti noi per l’azione della Chiesa, per l’azione di nostro Signore Gesù Cristo.
E’ tanto chiaro che è Gesù Cristo che ci può dare il suo Spirito. E’ tanto chiaro che è soltanto Gesù Cristo che con la sua azione di salvatore, può risuscitare, può far sentire in ciascuno di noi la presenza del suo Spirito, ma Gesù Cristo non è solo. Gesù Cristo in qualunque cosa egli compie in mezzo all’umanità per salvarci, associa sempre a se stesso la Chiesa.
Iddio ci tratta da persone, Iddio ci tratta da creature libere, Iddio ci tratta da creature responsabili e non vuole fare niente da solo, ma vuole insegnarci, a tutti quanti, a compiere con lui ciò che egli vuole operare per la nostra salvezza. Ed è per questo che in ogni azione di salvezza, che si compie specialmente attraverso i santi sacramenti e soprattutto attraverso la parola del Signore, è sempre impegnato Dio nel suo Figliolo Gesù Cristo nella Chiesa: nella Chiesa che siamo noi.
La Chiesa non è un’astrazione, non è un concetto, non è un’idea. La Chiesa è un fatto di persone. La chiesa è il fatto delle persone che credono in nostro Signore Gesù Cristo. Voi, che questa mattina siete qui, siete qui perché credete in nostro Signore Gesù Cristo e allora siete la Chiesa di nostro Signore Gesù Cristo. Perciò, ora, tutti insieme: voi, i vostri sacerdoti col vescovo, con voi e per voi, siamo la Chiesa che ci uniamo a nostro Signore Gesù Cristo, perché Egli confermi in noi il suo Spirito, lo confermi per la prima volta nei vostri piccoli e lo confermi nuovamente in un modo più chiaro e più cosciente in ciascheduno di noi adulti.
Ma, perché Gesù Cristo deve confermare lo Spirito Santo nei vostri piccoli e in ciascheduno di noi per mezzo della nostra collaborazione? Riferiamoci alla parola del Signore che abbiamo celebrato insieme. Se avete capito, il tema della parola di Dio di questa domenica è il peccato ed è Gesù Cristo che toglie il peccato.
Miei cari, noi sappiamo, più o meno, quali sono i peccati. Diciamo che i peccati sono le bugie, le disubbidienze, le invidie, le gelosie e altro, in proporzione dell’età. No? Io chiedo specialmente a voi adulti se siete proprio convinti che queste determinate azioni che chiamiamo peccato,sono veramente delle colpe, sono veramente un’offesa fatta a Dio e per conseguenza sono un’offesa fatta ai nostri fratelli, figli di Dio.
Non c’è, in fondo in fondo, nella nostra coscienza un certo modo di sentire e di pensare che a volte si esprime così: io non faccio male a nessuno, rubare non rubo, ammazzare non ammazzo, quindi, anche se non vado in Chiesa, anche se non prego, anche se non mi confesso, che male faccio? Così che il peccato, noi lo identifichiamo, molte volte con determinate azioni, che solo secondo il nostro modo di pensare sono peccato.
Si può ammazzare senza togliere la vita fisica delle persone e si può rubare anche senza prendere il portafoglio dalla tasca degli altri, quindi senza incorrere nella legge, ma la radice del peccato non è qui. La radice del peccato è dimenticare che Dio è nostro Padre, è dimenticare che gli uomini sono i nostri fratelli.
Vi faccio un esempio. Se un figliolo mette le mani nella tasca del proprio papà e gli alleggerisce il portafoglio fa male? Si.
Se un figliolo rispetta tutto ciò che è di suo padre, ma con i compagni, con gli amici e con gli estranei, dice di suo padre: quell’uomo lì non lo conosco, io non so neppure chi sia, fa male? Si.
Adesso ditemi: è più grave ciò che ha fatto quel figliolo che ha messo le mani nel portafoglio del padre o quello che ha detto: quell’uomo lì non so neppure chi sia? I vostri bambini hanno già risposto e voi pensate la stessa risposta.
Iddio è nostro Padre. Non ha tanta importanza che commettiamo determinate azioni che certamente non sono buone. Ha soprattutto importanza che noi non dimentichiamo che Dio è nostro padre. Il peccato sta nel fatto di dimenticare che Dio è nostro Padre. Il peccato sta nel fatto di comportarci come se Dio non fosse nostro Padre. Il peccato sta nel fatto di pensare e decidere come se Dio non fosse nostro Padre. Miei cari, voi siete tutte delle brave persone che venite in Chiesa, che non commettete dei peccati “maiuscoli”, – lo dico anche di me vescovo- che, appunto perché non commettiamo delle “cose grosse” e magari ci sforziamo di non commettere neppure peccati piccoli, finiamo di dimentica che Dio è nostro Padre, finiamo di pensare a Dio come se non fosse nostro Padre e quindi i nostri sentimenti non sono come quelli di un figlio verso il proprio padre. Qui è il peccato.
Se non abbiamo il senso della paternità di Dio, ad un certo punto noi possiamo commettere qualunque azione. Niente ci tiene, quando si dimentica che c’é un Padre, Dio, al quale dobbiamo volere bene. Bastano un po’ di ambizione, un po’ di interesse, un po’ di orgoglio ,un po’ di suggestione sensuale che si commette di tutto.
E non dobbiamo volere bene soltanto a Dio che é nostro Padre, ma anche a tutti quelli che stanno intorno a noi e che sono figli di questo Padre. Qual è il nostro comportamento verso gli altri? E’ un comportamento di fratelli? E’ il comportamento di coloro che sanno che devono considerare gli altri come veri fratelli, più fratelli di quelli della carne e del sangue, perché in questa fratellanza c’è l’amore infinito del Padre nostro che sta nei cieli, che ci ha amati al punto di farci suoi figli attraverso il sacrificio del suo Figlio Gesù Cristo? Vale di più il sangue di Gesù Cristo, che il sangue che ci fa fratelli nel senso della parentela. Qui dobbiamo misurare il peccato.
Direte, che cosa centra la cresima con il senso deI peccato,
cosa centra la cresima con il peccato che s’identifica con la dimenticanza della paternità di Dio,
cosa centra la cresima con il peccato che s’identifica con la dimenticanza che gli altri sono miei fratelli?
Centra che abbiamo bisogno dello Spirito santo: dello Spirito del Padre perché, noi da soli non siamo in grado di avere il senso di Dio, il senso della paternità di Dio, perché noi da soli non siamo in grado di misurare la gravità del fatto di rinnegare Dio nostro Padre con tutto il nostro comportamento, perché noi da soli non siamo in grado di arrivare ad avere la coscienza che gli altri sono nostri fratelli e che il più gran male è di non trattarli come fratelli. Noi abbiamo bisogno dello Spirito del Padre. Noi abbiamo bisogno dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo è colui che ci dà il senso della paternità di Dio, è colui che ci fa sentire che Dio è nostro Padre, è colui che stimola continuamente la nostra coscienza e la nostra memoria perché sentiamo e ricordiamo che Dio è nostro Padre, è colui che ci dà il senso della fratellanza con gli altri: col nostro prossimo, è colui che ci rimprovera “dal di dentro” quando non trattiamo gli altri come nostri fratelli. Questa è l’azione dello Spirito Santo in noi. Guardate che, il nostro cristianesimo ha la stessa statura della presenza cosciente dell’azione libera dello Spirito Santo nelle nostre persone.
So bene che, purtroppo, nella vita cristiana lo Spirito Santo è dimenticato. So bene che purtroppo lo Spirito Santo non è conosciuto. So bene che l’azione attraverso la quale è comunicato lo Spirito Santo, la cresima, è un po’ un avvenimento al quale siamo vincolati dal momento che siamo cristiani, perciò ad un certo punto bisogna cresimare i bambini e le bambine e una volta cresimati è una cosa fatta.
No, miei cari. Una volta cresimati è un modo di vivere che comincia. Essere cresimati, significa che c’è la presenza di una Persona che si impegna a renderci veramente i discepoli di nostro Signore Gesù Cristo, significa che c’é una Persona che si impegna ad ispirare nel nostro cuore gli stessi sentimenti che sono nel cuore di nostro Signore Gesù Cristo. I sentimenti che sono nel cuore di nostro Signore Gesù Cristo, sono i sentimenti del Figlio del Padre verso il Padre. I sentimenti che sono nel cuore di nostro Signore Gesù Cristo, sono i sentimenti del nostro fratello primogenito, che ci ha amato e ci ama al punto di avere dato e di dare tutto se stesso per noi.
La cresima è il momento in cui incomincia questa presenza, é il momento in cui incomincia questa azione. Insieme, prendiamone coscienza.
Guardate che questi bambini e queste bambine, al catechismo hanno imparato a giudicare le cose secondo la vista e lo Spirito di Dio e guarderanno il loro papà, la loro mamma, il loro padrino e la loro madrina e staranno a vedere: se hanno il senso della paternità di Dio, se rispettano la paternità di Dio, se ci tengono ad essere figli di questo Padre.
Vi guarderanno e vi giudicheranno per costatare se trattate gli altri come fratelli, se vi comportate con loro come con dei fratelli. Vi giudicheranno e impareranno da voi, e daranno tanta importanza alla presenza e all’azione dello Spirito Santo nella loro persona, quanta ne scorgono in ciascheduno di voi. Ecco allora la nostra responsabilità.
Ecco allora come diventiamo cooperatori con Gesù Cristo, perché lo Spirito del Signore viva nei nostri cuori, Dio sia il nostro Padre, gli uomini siano i nostri fratelli, il peccato sia tolto.
OM 419 Marengo 71 – 19-11-1971 – la cresima è per il giorno 28 alle ore 16