Siamo qui per celebrare la Pasqua
in mezzo al mondo per tutto il mondo
Miei cari, continuiamo a celebrare i misteri del Signore. Tutti gli anni ci incontriamo per le stesse celebrazioni, ma non arriveremo mai alla comprensione fino in fondo, con l’intelligenza, di ciò che accade in mezzo a noi. mentre adunati come popolo di Dio in unione con nostro Signore Gesù Cristo, compiamo queste azioni liturgiche.
E’ sorprendente che il Signore si sia impegnato ad essere in mezzo a noi con tutti i misteri della sua vita, quando noi ci riuniamo nel suo nome per celebrare i suoi misteri, per farne memoria. Fare memoria non significa semplicemente ricordare alla nostra memoria. Fare memoria dei misteri della vita di nostro Signore Gesù Cristo significa che attraverso le parole e i segni e la nostra stessa presenza, quei misteri non sono più dei fatti passati, ma sono dei fatti presenti e attuali.
Di tutto ciò che ci ha ricordato la Parola di Dio, che insieme abbiamo ascoltato, dove fermiamo la nostra attenzione? Non so dove ci guiderà lo Spirito di Dio, perché intendiamo quello che conviene al nostro spirito. Stiamo celebrando la Pasqua. Come é ricco questo mistero! Come é ricco questo evento della Pasqua, che si pone all’inizio della storia della salvezza ed é il compimento della storia della salvezza in ciascuno di noi!
La Pasqua, di cui abbiamo sentito la descrizione dal libro dell’Esodo, che gli ebrei celebrano mentre sono ancora in Egitto come schiavi, é il passaggio del Signore. Il Signore passa, dà alcune prescrizioni per radunare in quel modo i figli di Israele per il compimento di un’unica azione. Nel compimento di quell’unica azione gli ebrei troveranno la salvezza.
Il passaggio del Signore, é un passaggio di salvezza. Il passaggio del Signore é un passaggio di liberazione. Il popolo di Israele continuerà – durante tutto il tempo della sua storia – a compiere quella celebrazione. Dobbiamo dire che ancora oggi continua a compiere quella celebrazione.
Questo fino a quando dalla figura, dal simbolo, dall’annuncio delle cose future, si arriva alla realtà della Pasqua vera. San Paolo dice: Cristo é la nostra Pasqua. San Giovanni e gli altri evangelisti dicono: Cristo é l’agnello che noi immoliamo, il sangue di Cristo é il sangue dell’alleanza definitiva che ci riconcilia pienamente con Dio nostro Padre, che ci riconcilia tra noi, che ci rende capaci di amare il nostro Dio e di amarci tra noi.
Ho detto: é Cristo l’agnello che noi immoliamo. Si, é vero, che lo immoliamo con la nostra celebrazione. E’ vero che lo immoliamo con la nostra fede nella nostra stessa persona con il nostro amore e la nostra unione con lui, ma veramente é stato lui che ha voluto che le cose fossero così. Ed é stato lui l’agnello innocente senza macchia, che liberamente si é offerto al Padre per fare la nostra Pasqua. E’ lui che liberamente ha offerto se stesso. E’ lui che ha donato al suo popolo eletto il proprio sangue, perché tutti fossero santi, perché tutti fossero salvi, perché la salvezza raggiungesse il compimento nelle singole persone.
Noi ci accostiamo al banchetto dell’agnello immolato che é nostro Signore Gesù Cristo, che ci dona se stesso attraverso i segni del pane e del vino per essere l’alimento della nostra vita spirituale, per essere la sorgente della vita nuova che Egli ha portato, per essere per noi, colui che toglie i peccati e ci stabilisce nella nuova condizione di figli di Dio. Gesù Cristo é la nostra Pasqua e noi celebriamo la Pasqua del Signore con la nostra fede, con la nostra speranza e con la nostra carità.
Celebriamo la Pasqua con la nostra fede perché, accogliamo l’annuncio della Parola di Dio ci assicura che Gesù Cristo, il Figlio del Padre, si é immolato per noi e ha voluto che il suo sacrificio fosse presente in mezzo a noi per tutti i tempi, là dove noi ci raduniamo per stare insieme e celebrare il sacrificio del pane del vino. Noi crediamo che Gesù Cristo, per la sua morte, é presente ed operante in mezzo a noi. Noi crediamo che Gesù Cristo non termina la sua missione con la morte, perché la Pasqua é un passaggio dalla morte alla vita. Noi crediamo che l’agnello che toglie i peccati, toglie i motivi della morte, toglie ciò che é indispensabile togliere per darci la vita nuova.
Celebriamo la Pasqua con la nostra speranza. Cristo, che si immola per la nostra salvezza, inizia in noi l’opera della salvezza e la porterà a compimento quando ritornerà. Noi, qui, stiamo nell’attesa celebrando il memoriale del Signore, quindi mangiando il pane che é il corpo di Cristo, bevendo al calice della nuova Alleanza e annunciando la morte del Signore finché verrà per essere con lui per sempre.
Celebriamo la Pasqua nella carità. La Pasqua é un atto di amore da parte di Dio Padre, nel Figlio suo Gesù Cristo e nello Spirito Santo. La Pasqua é l’atto di amore con cui ci dona tutto se stesso e con cui ci dice che egli é tutto per noi. Fin dal principio Dio ha detto di essere il Dio del suo popolo. Il nostro Dio é il Dio per noi. E l’amore di Dio esige il nostro amore. Egli ci ha amato per primo e noi dobbiamo corrispondere al suo amore come figli dell’unico Padre, quindi come fratelli intorno a nostro Signore Gesù Cristo, come commensali alla mensa di questo unico pane e di questo calice come fratelli nella carità vicendevole tra noi.
Tutto questo accade, tutto questo avviene in mezzo a noi e noi siamo i protagonisti con tutta la nostra persona, con tutta la nostra esistenza del mistero nel quale si compie la salvezza. Che cose grandi avvengono nella chiesa, in quella espressione di chiesa che può essere anche minima, che é la comunità che si raccoglie per stare insieme, per essere unita a nostro Signore Gesù Cristo davanti al Padre, per dargli lode con la presenza filiale, per impetrare misericordia e salvezza per tutto il mondo!
Noi non siamo qui per celebrare la nostra Pasqua come se fosse qualche cosa di esclusivo per noi.Noi siamo qui per celebrare la Pasqua in mezzo al mondo, per tutto il mondo. E, tutto il mondo sarà riconciliato con Dio, e tutti gli uomini di tutti i popoli potranno essere riconciliati tra loro e il sangue della salvezza sarà operante nel mondo per la presenza di coloro che danno a nostro Signore Gesù Cristo la possibilità di essere presente nella loro persona. E vuole essere presente nelle nostre persone con il suo amore, come lo ha espresso inginocchiato per lavare i piedi ai propri fratelli, nel gesto che io liturgicamente compirò, a nome vostro, tra pochi istanti.
Se tra i cristiani, di tutto nel mondo, ci fosse questo atteggiamento di umiltà, questo spirito che ci mette in ginocchio in atteggiamento di vero servizio e di vera dedizione, tutte le situazioni si comporrebbero nella pace e nell’amore. Nessuno pretenderebbe di essere al di sopra degli altri, ma ciascuno e tutti si metterebbero al servizio degli altri. E’ di questo che ha bisogno il mondo.
Noi discepoli di nostro Signore Gesù Cristo, dobbiamo dirlo con chiarezza, ma lo possiamo dire se siamo quello che diciamo. Non importa scriverlo o pubblicarlo!
OM 447 Giovedì santo 71