Io sono il vivente.
Il suo passaggio dalla morte alla vita
ci appartiene
Carissimi, chi deve tenere desta la nostra attenzione della fede in questo momento, non devono essere il vescovo e neppure i bambini e le bambine che riceveranno la cresima. Il fatto importante, decisivo, é la parola di Dio che abbiamo celebrato insieme.
Il fatto importante é che la parola di Dio é stata proclamata nella chiesa per una settimana intera con insistenza e intensità e forza e grazia, per proporre alla nostra fede il grande mistero della Pasqua, il grande mistero del passaggio dalla morte alla vita nella persona di nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo.
Questo passaggio é sconvolgente, è un avvenimento che non si é mai verificato nella storia ed é l’avvenimento decisivo della storia. Gesù é passato dalla morte alla vita. Gesù, che é passato dalla morte alla vita, afferma, rivolgendosi a Giovanni, alla chiesa, a noi che siamo la sua chiesa: “Io sono il primo e l’ultimo” . Gesù Cristo é la persona definitiva. Poi aggiunge: “Io sono il vivente”. Fui morto in croce, ma ecco che vivo nei secoli dei secoli. E afferma con un’espressione biblica: “Io tengo le chiavi”, cioè io tengo tutti i poteri che ci possono essere per gli uomini in cielo e sulla terra. Egli é morto ed é risuscitato. A lui appartengono la morte e la vita.
Poiché il Padre ha dato a noi il figlio suo, tutto ciò che é di nostro Signore Gesù Cristo é anche nostro. Dunque la sua pasqua, il suo passaggio dalla morte alla vita ci appartiene, é nostro. E’ stato un evento nella persona di nostro Signore Gesù Cristo e deve diventare un evento nella nostra persona. Questo evento é certo. La parola del Signore lo attesta.
In nome di chi gli apostoli compivano i prodigi? Come hanno ottenuto i miracoli gli apostoli Pietro e Paolo dinnanzi alle folle e al sinedrio? Non per la loro forza, ma nel nome di Cristo vivente, di Cristo risorto, di Cristo che il sinedrio e i sommi sacerdoti avevano messo a morte, di Cristo che si é rivelato più potente della morte ed ha affermato una vita nuova. Questa vita nuova di nostro Signore Gesù Cristo é qui in mezzo a noi questa mattina per tutti noi: per il vescovo e per i cresimandi.
Miei cari, la vita cristiana é una pasqua continua, é un passaggio continuo – da uno stato di morte ad uno stato di vita nuova, – dalla condizione di non figli di Dio alla condizione di figli di Dio – dalla condizione di non avere Dio per padre alla condizione d’avere Dio come padre – dalla condizione di coloro che non avendo Dio come padre, tutti gli altri uomini non sono fratelli Questo é il passaggio: a figli di Dio e fratelli con tutti gli uomini.
Questo passaggio non avviene semplicemente per una disposizione morale che ci può essere nel nostro animo. Questo avviene per una realtà di vita che ci è comunicata da nostro Signore Gesù Cristo, perché diventiamo capaci di superare il peccato che é il nostro egoismo che é l’attaccamento a noi stessi, al nostro interesse, alle nostre ristrettezze di cuore, alle nostre piccinerie di spirito, e quindi capaci di passare in un’altra condizione di vita di libertà, perché liberati da nostro Signore Gesù Cristo. Questo é il passaggio.
Questo passaggio, questa pasqua, si compie per tutti, ma particolarmente per i cresimandi, perché ricevendo lo Spirito Santo, ricevono lo Spirito di Dio che non é spirito di egoismo ma spirito di amore, diventano capaci -come siamo capaci tutti noi che abbiamo ricevuto il battesimo e la cresima – di passare dallo stato di non figli di Dio allo stato di vita di figli di Dio.
Questi bambini lo diventano in un momento particolare della loro esistenza. Quando hanno ricevuto il battesimo erano inconsci e irresponsabili. Adesso sono consci di quello che fanno e voi genitori ed adulti vi accorgete come esprimono la coscienza della loro libertà di scegliere. Naturalmente con un giudizio proporzionato alla loro libertà ma é già una grande cosa e sarà il fondamento della loro personalità futura. Su questo fondamento si inserisce la grazia di Dio, la potenza della pasqua di nostro Signore Gesù Cristo per fare di loro degli autentici cristiani, dei credenti che maturano giorno per giorno e diventano adulti nella fede.
Ma come nostro Signore Gesù Cristo compie questo? Su questo punto voglio richiamare ancora la vostra attenzione. Non é semplicemente per il ministero del vescovo. Il vescovo passa davanti ai vostri bambini un istante e poi se ne andrà. Chi rimane accanto a loro per testimoniare la risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, per rendere evidente a loro il passaggio dalla morte alla vita che si deve compiere ogni giorno in ognuno di noi, siete voi papà e mamme, siete voi padrini e madrine, siete tutti voi componenti di questa giovane comunità parrocchiale, che vi raccogliete in san Pio X. La responsabilità é di tutti, ma proporzionatamente, é più forte per le persone che sono più legate a loro.
Ci vuole altro che noi oggi celebriamo solennemente il rito della cresima se questi bambini e bambine presentati al vescovo, poi, trovano un padre che non verifica davanti ai loro occhi la resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, trovano una madre che non testimonia giorno per giorno di passare dalla morte alla vita,dall’egoismo all’amore, dalla preoccupazione per se stessa alla dedizione di se stessa, trovano intorno a loro delle persone che svalutano Dio perché non lo mettono al primo posto, che svalutano l’amore di Dio e neppure lo vogliono conoscere, che sminuiscono il valore della pasqua di nostro Signore Gesù Cristo perché hanno altri interessi per la loro esistenza.
Cosa sarebbe la cresima per questi bambini? La cresima per queste bambine e per questi bambini, che si aprono al senso di responsabilità, sarebbe l’inizio di una crisi non semplicemente religiosa ma psichica e profonda, che mette a confronto la validità della funzione dei propri genitori e delle persone adulte che non sono quello che dicono, che non sono quello che esprimono con la loro vita, che non sono ciò che coincide con l’evento della loro cresima di diventare capaci di realizzare in se stessi la pasqua di nostro Signore Gesù Cristo.
Miei cari, capisco che queste sono parole gravi e molto serie. Non le dico a nome mio. Le dico nel nome di nostro Signore Gesù Cristo e nel nome di questi vostri bambini, che dalla chiesa hanno la grande proposta della pasqua di nostro Signore Gesù Cristo e chiedono a voi di essere coerenti, dopo tutto quello che avete fatto per portarli a ricevere la cresima.
Preghiamo tutti, ognuno per tutti, perché prendiamo coscienza dell’evento della pasqua, del dono della vita nuova e delle responsabilità che ne derivano. Attraverso la preghiera, il ricorso frequente alle sorgenti della vita che Gesù Cristo ci vuole comunicare e che sono i sacramenti, diventiamo capaci di corrispondere sempre meglio alle nostre responsabilità.
OM 453 S. Pio X 71
Parrochia di san Pio X°, Domenica 18 aprile 1971