Dio -Padre-Figlio-Spirito Santo-
é l’Amore vicendevole
e vuole per noi una vita di amore vicendevole
Il mio nuovo incontro avviene in una circostanza che poteva essere più festosa, perché doveva coronare la legittima attesa del ritorno del vostro famoso e prezioso quadro, splendore non solo alla vostra bella chiesa ma anche al vostro paese. Ciò che celebriamo oggi ha una rilevanza indipendentemente da questo fatto che pure ha la sua importanza per la vita religiosa e civica di Medole.
Stiamo celebrando la parola di Dio. Non c’é nulla più importante della parola di Dio. Anche la celebrazione eucaristica e la celebrazione della cresima dobbiamo compierle nella celebrazione della Parola, in questo evento di Dio che si rivolge all’uomo per dire ciò che Egli é, più che per dire ciò che Egli vuole, per dire il suo amore per noi e manifestarci il suo disegno, di renderci partecipi della sua vita.
Per intendere la parola di Dio che celebriamo insieme questa domenica, dobbiamo incominciare dalla seconda lettura dove é detto: “Ecco la tenda di Dio con gli uomini” e ancora, “prenderà dimora con gli uomini ed essi saranno il suo popolo ed egli sarà il loro Dio”. Miei cari, il fatto decisivo della nostra salvezza, é il fatto di Dio che vuole stabilirsi in mezzo a noi, è il fatto che Dio vuole essere il nostro Dio, è il fatto che Dio ci vuole partecipi della sua stessa vita.
Quando verrà il giorno annunciato dal profeta, in cui Lui sarà tutto totalmente in ognuno di noi, sarà il giorno della pienezza di tutta la vita, di tutta l’estensione del nostro essere, perché tutto sarà saziato dalla potenza, dalla sapienza, dalla bellezza e dall’amore di Dio. Questa é la nostra vocazione. Questo é il destino, la meta della vita, questa é l’essenza della nostra religione, il centro della nostra fede. Dio, oggi, lo dice in un modo forte, con insistenza, con l’espressione più viva, più reale, più concreta del suo amore, che é il dono del suo Figlio.
Avete ascoltato il vangelo. Gesù dice: “Il Figlio dell’uomo sarà glorificato”. In che modo? Gesù Cristo, figlio di Dio, sarà glorificato perché muore in croce per noi, perché dona se stesso per noi. Ecco il paradosso della fede. Questa é la testimonianza del Padre nostro che sta nei cieli! Questa é la prova del suo amore del quale vuole farci partecipi! Così si capisce il comandamento nuovo che Gesù Cristo dà ai suoi discepoli: “Amatevi come io vi ho amato”.
Miei cari, vorrei attirare la vostra attenzione sul comandamento nuovo di nostro Signore Gesù Cristo.
Iddio vuole che la nostra sia una vita di amore vicendevole, perché Egli stesso é amore vicendevole. Noi siamo chiamati a partecipare al suo amore e quindi dobbiamo diventare capaci di amarci vicendevolmente perché, Dio Padre, Figlio e Spirito santo é l’amore vicendevole. Non so se questo discorso vi interessa. Non so se questo discorso ha una ripercussione nel vostro spirito. Non so se questo discorso dice qualche cosa per la vostra vita quotidiana, ma questo è il vivere cristiano.
In pratica, il cristianesimo sta nel volerci bene a vicenda, sta nel volere bene al nostro prossimo non soltanto come a noi stessi, ma secondo il comandamento nuovo di Gesù: “Amatevi come io vi ho amato”, ed egli ci ha amato fino al punto di dare la sua vita per noi. Riflettete un istante su quanto cambierebbe la vita, se il punto di partenza del nostro comportamento fosse l’amore per gli altri e non l’egoismo, non il falso amore ma il dono di noi stessi per gli altri.
Un padre che sia veramente padre non vive per se stesso. Per un padre i figli non sono degli strumenti ma lo scopo della sua esistenza. Una madre, che é madre, vive per i propri figli. L’atteggiamento naturale che riscontriamo in queste persone, dovrebbe essere il sentimento che anima tutta la nostra vita di cristiani, perché Dio ci é padre e nella paternità di Dio ognuno é nostro fratello, perché come Gesù Cristo ha donato la vita per tutti i fratelli, anche noi dovremmo essere nell’atteggiamento di donarci.
Non posso fare a meno di richiamare ciò che turba la vita della nostra Italia e in tutto il mondo dei giorni nostri: non c’é trasmissione radiofonica o televisiva che non termini riportando la notizia di un delitto. Penso in questo momento al bambino che hanno liberato ieri in Sardegna e a quella bambina ancora nelle mani di alcuni che certamente vogliono dei soldi. La gente vuole i soldi senza lavorare a danno di altri. Non vi meravigliate. Ogni volta che noi compiamo un atto di egoismo, ogni volta che noi cerchiamo il nostro interesse a spese degli altri, noi ci mettiamo in comunione con quegli atti che turbano la vita del mondo civile. Direte: ma noi non siamo assassini, noi non siamo ladri, noi viviamo onestamente e onestamente guadagniamo il pane quotidiano. E’ vero. Però quanto egoismo c’é nella nostra vita? Pensate che il piccolo nostro egoismo va ad associarsi al grande egoismo che c’é nel mondo?
Facciamo un paragone che é solo una ipotesi.< Pensiamo ai genitori della piccola Sutther. Non li conosco, non li giudico. In questo momento li compiango e mi associo alla loro pena, alla loro ansia, alla loro angoscia e vi invito a pregare per loro. Però, se sono stati di quelli che giorno dopo giorno, hanno fatto i propri interessi sfruttando gli altri, – tenete conto che non é un giudizio ma riflessione – mettendo questo comportamento sulla bilancia con il male di coloro che hanno rapito la loro bambina non so da quale parte penderebbe di più la bilancia.
Ognuno ponga se stesso sulla bilancia e veda come é la sua vita. E pensi come si trasformerebbe il mondo se invece dell’egoismo trionfasse l’amore. Vedete, allora, che Gesù Cristo é il nostro salvatore perché ci indica la salvezza anche in questa vita, nella convivenza umana, nei rapporti tra noi?
Gesù Cristo non é soltanto un esemplare. Gesù Cristo non dice soltanto fate come ho fatto io, amatevi come vi ho amato io. Gesù Cristo morendo in croce é diventato la sorgente, il centro vitale di un’altra capacità di esistenza umana. Gesù Cristo non solo ci dimostra il suo amore, ma lo comunica, lo trasmette, lo fa fluire nei nostri cuori.
La cresima é appunto il gesto con cui Gesù Cristo, donandoci il suo Spirito diffonde l’amore di Dio nei nostri cuori. Ecco la nostra cresima e non solo quella dei bambini di questa sera!
Della cresima si dicono tante cose. La sostanza della cresima, come del resto il fondamento del battesimo é che Gesù Cristo ci dà il suo Spirito e che il suo Spirito diffuso nei nostri cuori é la capacità di amarci.
Papà e mamme, voi avete lo Spirito che vi é stato dato dalla cresima, padrini e madrine voi certamente siete cresimati, fedeli tutti che vi raccogliete qui nella comunità di Medole, lo Spirito Santo vi é stato dato, allora vi pongo una domanda: che cosa ne abbiamo fatto dello Spirito Santo nella nostra vita? Lo abbiamo ascoltato? Lo abbiamo seguito? Obbediamo, cooperiamo ai suoi impulsi nel nostro cuore, quando ci chiama con la forza divina, perché noi ci amiamo, perché usciamo dal nostro egoismo?
Fra poco io imporrò le mani a questi bambini e a queste bambine e poi me ne andrò. Chi rimane accanto a loro a testimoniare che lo Spirito Santo é disceso, che lo Spirito Santo é una persona, che lo Spirito Santo è una realtà nella nostra vita, siete voi papà e mamme con la generosità nella vostra esistenza.
Voi padrini e madrine oggi vi prendete una responsabilità. Dovete esprimere nella vostra vita i gesti dell’amore verso il prossimo. E’ un impegno davanti a questi bambini, a tutti i membri della comunità ecclesiale di Medole, dinnanzi a tutto il mondo e in particolare dinnanzi a quelli che non credono.
Che cosa chiedono alla chiesa coloro che non credono? Chiedono che i cristiani si distinguano perché: sono capaci di volersi bene, sanno superare il loro egoismo, perché concepiscono la vita come un dono di amore. Ripeto, non é soltanto un impegno. E’ una grazia che ci viene dalla cresima. Ognuno di voi ha ricevuto lo Spirito del Signore. Fatelo fortificare nei vostri cuori.
OM 458 Medole 71 – 9-5-71