edizione propria 1942
Che cos’è
Gesù ti assicura che se fai ciò che Egli ti comanda sei suo amico, e te ne da una prova manifestandoti le cose che riguardano il Padre. Ti dice che uno stesso Padre è il Suo e il tuo, che il Padre in persona ti ama e che quando lo preghi lo devi chiamare Padre.
Se Dio è tuo Padre è chiaro che devi avere per Lui gli stessi sentimenti che nutri verso tuo papà, cioè sentimenti di pietà figliale; quindi la tua vita nei tuoi rapporti col Signore deve essere una vera vita di pietà.
Non dimenticare che chi ti ha rivelato e donato questa vita è Gesù, il Primogenito tra i fratelli, il Figlio nel quale ha posto la sua compiacenza, e perciò per piacere al Padre devi sforzarti di assomigliare a Gesù che per noi è Via, Verità, e Vita: Via con l’esempio, Verità con I’ insegnamento, Vita con la Grazia, che è appunto la Vita contenuta nella sua Umanità SS. e comunicata a noi come dalla vite al tralcio.
Quindi se vuoi vivere la vita di pietà, vivi la vita di Gesù.
In che modo?
Così: contempla i suoi esempi e le sue parole e scoprine il significato in ordine alla tua condotta nella Meditazione, attingi la sua Vita e la forza per viverla nei SS. Sacramenti e nella preghiera.
La meditazione
Per fare la Meditazione ti raffiguri Gesù in quell’ atteggiamento che meglio corrisponde all’argomento che stai per meditare e ascolti ciò che Egli ti dice o per mezzo del libro o di chi parla in suo nome. Poi intrattieniti a parlare con Lui « a bocca chiusa » per giungere ad una vera convinzione su quello che ti insegna.
Il tuo cuore non rimarrà insensibile e, ciò che più conta, la tua volontà non starà inerte: se tu pensi che è Gesù che parla, il tuo Amico, che per primo, proprio per te, ha fatto come ti insegna, ti nascerà il desiderio di accontentarlo e di fare come Lui.
Allora per la giornata stabilisci in modo concreto una buona azione che possa piacere a Gesù e che dica la tua buona volontà e prima di staccarti da Lui pregalo per l’intercessione e i meriti della buona Mamma la Madonna ad accompagnarti con la sua grazia per aiutarti ad essere di parola.
La Meditazione mettendoti davanti Gesù ti farà comprendere quanto devi fare per assomigliare a Lui: i difetti da combattere, le virtù da acquistare e la tua debolezza. Capirai che senza di Lui non puoi fare niente.
Però Gesù stesso si impegna a venirti in aiuto con l’abbondanza delle sue grazie se tu frequenti devotamente i SS. Sacramenti.
La confessione
Questo Sacramento contiene una grazia che produce un triplice effetto: giustifica (rimette i peccati, la pena eterna e, in proporzione delle disposizioni, quella temporale), santifica (ridà o aumenta la grazia abituale) e fortifica (grazia sacramentale). In altre parole, Gesù per mezzo della Confessione, oltre a ridarti o ad aumentarti la sua amicizia, si impegna a darti degli aiuti speciali perché possa perseverare nei propositi fatti.
La grazia che il Sacramento produce è però proporzionata alle tue disposizioni e alla tua cooperazione che si concretizzano specialmente nella intensità del dolore e nella serietà del proposito: sono questi gli atti che praticamente rendono fruttuosa la Confessione e dei quali devi preoccuparti in modo particolare.
Nota che in te è la volontà che si è allontanata da Dio quando hai commesso il peccato, quindi è essa che deve ritornare a Lui condotta dal dispiacere di averlo offeso; questo dispiacere concepito e intensificato da motivi soprannaturali (bontà del Padre, sofferenze di Gesù, castighi meritati, ecc.) costituisce il dolore, il quale, se è sincero, dovrà escludere la volontà del peccato anche per l’avvenire, cioè dovrà essere accompagnato dal proposito. Quando si tratta di soli peccati veniali è praticamente necessario che sia rivolto a un solo difetto determinato, contro il quale lotterai fino a vittoria completa. Stabiliscilo d’accordo col Confessore, poi lo controlli negli esami di coscienza, lo raccomandi al Signore nella preghiera e quando ritorni a confessarti parlane al Confessore per esporgli le difficoltà incontrate e per averne gli opportuni suggerimenti .
Sii perseverante e, di vittoria in vittoria, i tuoi difetti scompariranno.
La vittoria diventerà tanto più sicura quanto più intensificherai il tuo sforzo e ti assicurerai degli aiuti efficaci, ciò che puoi ottenere con la S. Messa. In essa lo sforzo (proposito) costituisce parte del Sacrificio e ti dispone a ricevere quelle grazie di conversione e di perseveranza che Gesù ha meritato sulla Croce e ci distribuisce nella S. Messa.
La Santa Messa
Nella S. Messa i figli di Dio si riuniscono intorno al loro Fratello Primogenito per esprimere con Lui i loro doveri di religione verso il Padre. Chi parla a nome di tutti è Gesù; i sentimenti di adorazione, ringraziamento, propiziazione è impetrazione li esprime col suo sacrificio che è già stato compiuto sul Calvario. Egli lo richiama alla nostra fede, lo rinnova e lo rende presente sotto le specie del pane e del vino e ne applica il valore meritorio e satisfatorio. Continua la sua oblazione e alla sua unisce la nostra.
Tu per mezzo del Sacerdote che ti rappresenta e della tua devozione devi essere presente e mettere nel Sacrificio di Gesù qualche cosa di tuo.
Metti te stesso e i sacrifici che quotidianamente ti attendono per adempiere bene i tuoi doveri e in particolare per mantenere il proposito, e la giornata non sarà che un incontro e una offerta continuata di quegli stessi sacrifici già santificati al mattino e perciò una Messa vissuta con questo vantaggioso risultato.
Tu poni te stesso, le fatiche, le difficoltà, le privazioni, i sacrifici che ti aspettano sulla patena accanto all’ostia e nel calice nelle poche gocce d’ acqua, che rappresentano tra l’altro la nostra partecipazione al Sacrificio di Gesù e trovi ad ogni ora del giorno altrettante grazie che ti aiutano a santificare le occupazioni, a superare le difficoltà, a sopportare le privazioni, a santificare e rendere meritori i sacrifici; segnatamente trovi un aiuto speciale per mantenere il tuo proposito.
Non devi perdere di vista che il tuo ideale è quello di vivere la vita di Gesù: di Lui e come Lui. Ora la S. Messa ti da Gesù vivente nella Eucaristia, che vuole vivere in te nella S. Comunione.
L’Eucaristia
L’Eucaristia non è solo ciò che appare ai nostri sensi, I’Eucaristia è Uno, è Gesù; e non un Gesù speciale, diverso da quello del Vangelo, ma l’unico Gesù, Figlio del Padre e di Maria che rimane in mezzo di noi per essere il nutrimento della nostra vita soprannaturale, nella S. Comunione.
La S. Comunione
La S. Comunione consiste nel prendere e nel mangiare la Carne di Gesù per vivere di Lui fino a non essere più noi che viviamo ma Lui che vive in noi.
Questo nutrimento si assimila con le facoltà proprie della vita soprannaturale: la fede, la speranza e la carità. Difatti come ti servi di facoltà materiali (I’apparato digerente) per il cibo materiale e di facoltà spirituali (intelligenza, volontà) per il cibo spirituale, così è necessario che ti serva delle facoltà soprannaturali per assimilare l’Eucaristia che è un cibo soprannaturale.
La Fede ti ricorda che ti incontri con lo stesso Gesù del Presepio, di Nazareth, della vita pubblica, del Calvario, del Paradiso e favorisce in te il raccoglimento e il rispetto. Pensaci !
La Speranza ti assicura che Egli è sempre il medesimo: ha sempre la stessa bontà, lo stesso Cuore; ti assicura che davanti a ciascuno di noi, nei diversi momenti in cui lo riceviamo, ha gli stessi sentimenti che avrebbe avuto se ci avesse incontrati nelle medesime circostanze durante la sua vita mortale: di tenerezza se deboli, di conforto se tristi, di misericordia se cattivi, ecc.
La Carità che nella Comunione è un atto di amicizia è quella che dispone alla trasformazione, ma non di Gesù in noi bensì di noi in Lui. Difatti nella nutrizione è sempre l’elemento più debole che viene trasformato in quello più forte.
Quando perciò hai Gesù in te non è il caso di recitare tante preghiere, ma è il tempo più prezioso per raggiungere la tua somiglianza con Lui.
Metti pertanto i tuoi pensieri terreni e meschini a contatto e a confronto coi suoi, immergi il tuo cuore freddo ed egoista in quella fornace ardente che è il suo Cuore SS., poni tutta la tua condotta a confronto con la sua: il tuo orgoglio con la sua umiltà, la tua sensualità con la sua purezza, il tuo egoismo con la sua carità, ne nasce certamente una fervida preghiera che ti assicurerà la grazia di imitarlo.
Fermati particolarmente a parlare di quanto ti ha fatto sentire nella Meditazione, deponi ai suoi piedi il proposito in essa formulato, che possibilmente coincida con quello particolare della Confessione (ad ogni modo ricorda sempre anche questo, e poi pregalo di aiutarti perché possa essere fedele; la tua sarà una Comunione santa.
La preghiera
Per un figlio di Dio la preghiera dovrebbe essere un colloquio col Padre in unione con Gesù, animato dallo Spirito Santo, sotto lo sguardo di Maria per esprimegli i sentimenti di adorazione, di gratitudine, di pentimento e per domandargli tutto ciò che fa bisogno per la vita dell’anima e del corpo.
Però prega pure come ti riesce più facile, ma stai attento a non dimenticare che quando preghi parli con Qualcuno; anche quando ti rivolgi direttamente a Gesù, allo Spirito Santo, alla Madonna, ai Santi rendili presenti con la tua fede.
Interponi I’intercessione di Maria e dei Santi; noi siamo tanto miseri, ma se faremo intervenire questi nostri Avvocati la nostra causa sarà validamente patrocinata perché sono tanto cari a Dio.
Le disposizioni che ti accompagnano siano l’ umiltà, la fiducia e la costanza .
L’umiltà fa comprendere a te i tuoi bisogni e ti persuade che solo il Signore può aiutarti, di più ti fa sentire la tua indegnità.
La fiducia ti ricorda che ti rivolgi a un Padre, appoggiato ai meriti infiniti di Gesù, nella tua miseria.
Questa non deve chiuderti il cuore, perché, mentre la detesti in quanto può offenderLo, sai che proprio essa Lo moverà a compassione, come i mali fisici rendono te compassionevole verso un mendicante.
La costanza è la prova della tua fiducia che sa che il Padre non nega ciò che è necessario ai propri figli, che semmai li ascolta per la loro importunità .
Se qualche volta non ricevi precisamente quella grazia che tu chiedevi, stai certo che il Signore nella sua infinita Sapienza ti riserba una grazia più opportuna.
La Mamma
Ogni vita suppone una mamma, la tua vita di figlio del Padre e di fratello di Gesù ti è data, conservata, accresciuta per la cooperazione di Maria che è la Madre della tua vita soprannaturale, la tua Mamma.
Il Padre per dare al mondo l’Autore della Grazia, Gesù, si è servito di Maria; per darti qualunque grazia Egli non cambia condotta, te la dona per le mani di Maria.
Gesù per giungere fino a te si è servito della sua Madre; tu per arrivare a Gesù e da Gesù al Padre devi farti condurre da Maria.
Essa da buona Mamma ti segue continuamente col suo interessamento, con la sua mediazione e intercessione: ogni grazia che giunge a te è l’eco di un palpito partito dal suo Cuore.
Vivi e cresci sotto il suo sguardo materno, interessandola con semplicità filiale di tutte le tue cose; rivolgendoti a Lei in tutti i tuoi bisogni, cerca di rallegrarla con la tua bontà.
Ricorda che la migliore devozione verso Maria è questa: essere suo figliolo facendo vivere e crescere in te Gesù con la Grazia, assomigliare a Lei con la pratica delle virtù di cui Essa è modello.
Conclusione
Da queste note puoi comprendere quale sia la via per raggiungere la perfezione, la quale è il risultato combinato di due volontà: la volontà di Gesù che desidera la nostra santificazione e ci aiuta con le grazie che distribuisce nella S. Messa, nei SS. Sacramenti e nella preghiera; la tua che per mezzo del proposito particolare, concentra tutti gli sforzi su un punto determinato per rendere più efficace la propria cooperazione a queste grazie.
Maria è con Gesù Mediatrice e dispensatrice delle grazie e, ancora con Gesù, il Modello delle virtù che tu vuoi raggiungere con i tuoi sforzi.
sac. Carlo Ferrari Cari figlioli del Seminario Leone XIII, accogliete con riconoscenza e fate tesoro di queste brevi “istruzioni” che compendiano quelle che vi ha tenuto il vostro Direttore Spirituale.
Valgano a ravvivare in voi quella pietà soda che unisce a Dio e coopera mirabimnente alla nostra santificazione.
approvazione del vescovo di Tortona
EGISTO DOMENICO Vescovo
Stazzano, 11 Dicembre 1942.
Con paterno affetto vi benedico