Acquanegra,15 aprile 1972
Mons. Carlo Ferrari
Carissimi, è la prima volta che mi rivolgo a voi, con l’appellativo di “carissimi” in una celebrazione liturgica. Non è una parola che si usa tanto per incominciare un discorso e non è neppure una parola d’obbligo per incominciare una predica, ma è un’espressione che ha tanta realtà. Anzi, questo saluto ha molta più realtà di tutto ciò che siamo e di tutto ciò che ci circonda, perché non nasce semplicemente da persone come me e voi che si incontrano, ma tra persone che vogliono esprimersi ciò che avviene attraverso questo incontro.
E’ una parola che si radica in una realtà estremamente più profonda, che noi oggi, in questa celebrazione della Parola e della Eucaristia, rendiamo presente, attuale, operante. Non so se, avete fatto caso alla preghiera che abbiamo fatto all’inizio. Ve la ripeto:“O Dio, da te viene il Salvatore e lo Spirito di adozione. Guarda con benevolenza ai figli del tuo amore” Che cosa significano queste espressioni? Significano che abbiamo lo Spirito di adozione e su questa realtà si fonda la nostra benevolenza, il nostro amore, che io ho espresso con il saluto “carissimi”.
Noi siamo figli della benevolenza, dell’amore di Dio. Se prima di noi, se al di sotto e al di sopra del più profondo di noi stessi, non ci fosse la benevolenza dell’amore di Dio, niente esisterebbe. Soprattutto non esisterebbe lo Spirito di adozione, per cui noi siamo figli di Dio. – Chi è lo Spirito di adozione? – E’ lo Spirito santo.
Miei cari, abbiamo appena terminato di leggere una pagina degli Atti degli Apostoli, dove gli Apostoli essendo preoccupati di doversi dedicare pienamente alla loro missione, eleggono i diaconi, impongono le mani sugli eletti, perché lo Spirito Santo discenda su di loro e diventino uomini forti nella fede e nel servizio dei propri fratelli. Gli apostoli avevano già fatto l’esperienza dello Spirito Santo, conoscevano la trasformazione che era avvenuta in loro per cui, da timorosi erano diventati uomini capaci di affrontare la persecuzione per annunciare il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Noi sappiamo che con la forza dello Spirito Santo gli apostoli hanno dato inizio al cambiamento, alla trasformazione della faccia della terra, perché hanno incominciato a vivere i veri credenti in Dio, le nuove creature di Dio, i veri figli di Dio e questo per l’opera e l’azione dello Spirito Santo.
Miei cari, io mi rivolgo particolarmente ai ragazzi e alle ragazze che ricevono la Cresima questa sera, ma il mio discorso deve essere inteso soprattutto dai genitori, dai padrini e dalle madrine. Noi siamo soliti riferirci agli inizi della Chiesa, al principio della vita cristiana, e diciamo ” quelli erano tempi” Miei cari, lasciate che con insistenza vi faccia rilevare che ormai tutti i giorni sono il tempo di Dio per la nostra salvezza, tutti i giorni sono il tempo dello Spirito per fare di noi i veri credenti, i figli del Padre, per trasformare la nostra persona da debole come è ed inclinata al male, in una persona nuova. Una persona nuova, non di per se stessa con le sue proprie forze, ma per il dono dello Spirito di adozione, per il dono dello Spirito Santo,
Per il dono dello Spirito Santo uno diventa una persona capace di intendere nostro Signore Gesù Cristo, come salvatore del mondo. Per il dono dello Spirito Santo uno diventa una persona capace di intendere Iddio come padre di tutti gli uomini. Per il dono dello Spirito Santo uno diventa una persona capace di intendere come tutti gli uomini, nel piano di Dio, sono i nostri fratelli. Tutto questo per una realtà che, ripeto, é più profonda, più grande, più decisivadi quella che ci lega vicendevolmente, per via di parentela o di amicizia o di conoscenza.
Questa realtà nuova, attraverso Gesù Cristo nostro Salvatore, per cui Dio ci è Padre e per cui gli uomini ci sono fratelli, deriva da una azione che lo Spirito compie dentro di noi, nel mistero della nostra persona, nel più intimo del nostro essere e ci porta, appunto, una Presenza divina che diventa luce per capire, forza per agire secondo la dimensione della persona. Qual è la dimensione della persona? La dimensione della persona, è la dimensione dell’amore. Un Padre è una grande persona se ama i suoi figli. Uno sposo é una grande persona non perché è ricco, intelligente o potente, ma perché ama ed è fedele a sua moglie. Un figliolo è una persona nella misura con cui ama i suoi congiunti, con cui ama i propri fratelli. Qui si misura la dimensione della persona.
Ma se noi ci guardiamo intorno, cioè se guardiamo: nell’ambito ristretto anche delle nostre famiglie, delle nostre case, nell’ambito un po’ più vasto che é la comunità cittadina o ecclesiale, nell’ambito più allargato che può essere la nazione, in quell’ambito che abbraccia tutti gli uomini del mondo intero, noi vediamo che la dimensione della persona che si misura dall’amore, dalla capacità di voler bene, purtroppo è infinitamente contrastata.
Oggi tutti gridano e tutti predicano nel mondo la fraternità, la pace, la giustizia, il rispetto per la dignità della persona umana. Oggi, tutti, da tutte le parti – ma capite quello che dico!- tutti da tutte le parti, sono incapaci e diventano sempre più incapaci: di rispettare l’uomo, di rispettare la dignità della persona umana, di operare secondo giustizia, e tanto più di operare secondo la dimensione, di cui stiamo dicendo, che è la dimensione dell’amore.
Dovunque, per motivi di qualsiasi ordine, che in questi giorni non possiamo nominare perché si è subito fraintesi, tutti per ragioni di qualsiasi ordine operano sempre: secondo il principio dell’egoismo, secondo il principio dell’interesse , secondo la convenienza del proprio tornaconto. Si servono di una ideologia piuttosto che di un’altra per condire le loro ragioni. Fatto sta ed è che, sia in un sistema come in un altro e come in qualunque sistema che possa inventare l’uomo, la dignità dell’uomo, la sua salvezza, la dimensione della persona, che è quella dell’amore non è mai salvata.
Ma perché, miei cari? Perché nel mondo, perché nell’uomo, perché in ciascheduna persona e in tutte le persone senza distinzioni, -esclusa Maria Santissima- tutte le persone sono intaccate dal peccato, e il peccato nella vita pratica si traduce in egoismo. Chi ci strappa dal peccato? Dal peccato ci strappa nostro Signore Gesù Cristo, il nostro Salvatore
E come ci strappa dal peccato nostro Signore Gesù Cristo? Nostro Signore Gesù Cristo ci strappa dal peccato donando se stesso, non a parole, non coi dei bei discorsi ma con la sua morte in croce. Nostro Signore Gesù Cristo ci strappa dal peccato, morendo sul Calvario in un atto di amore estremo.
E dove diventa operante l’amore di nostro Signore Gesù Cristo che ci strappa dal nostro egoismo, e ci fa diventare persone nelle quali la dimensione umana, -come l’abbiamo chiamata- viene realizzata? Diventa operante, mandandoci il suo Spirito, come ha fatto per gli Apostoli, come ha fatto per i primi cristiani, come ha fatto per i cristiani di tutti i tempi, come fa per questi cristiani che oggi siamo noi.
Miei cari, io non vorrei che questa sera la nostra attenzione fosse rivolta unicamente a quelli che ricevono la conferma del dono dello Spirito Santo, per essere intelligenti secondo il Vangelo, per essere forti secondo la fede, per avere la capacità di dire una parola buona in mezzo al mondo. La nostra attenzione deve essere rivolta a ciascheduno di noi personalmente. Attorno a questi bambini – che non ne possono più – ci siamo noi adulti: il Vescovo, i sacerdoti, i papà, le mamme, gli zii e le zie, i padrini e le madrine. Noi siamo già cresimati, ma nella nostra vita, cosa ne abbiamo fatto dello Spirito Santo?
Ecco una lacuna del nostro Cristianesimo, una lacuna gravissima della nostra vita crist Io non ho ancora visto a sufficienza la vostra chiesa anche se ci sono stato una sera a vederla, ma normalmente avviene che, in particolare le persone che vengono in chiesa, siano devoti a tutti santi e meno devoti a Colui che fa i santi; sono devoti a tutti i loro santi patroni particolari, ma non sono devoti allo Spirito Santo.
E’ Lui che ci fa santi, perché è Lui che opera la trasformazione nella nostra persona e ci rende conformi a nostro Signore Gesù Cristo crocifisso e quindi capaci di donarci gli uni gli altri nell’amore, perché è Lui che ci costituisce figli di Dio e fratelli tra di noi. Ma: se noi in un certo qual senso non sappiamo neppure che c’è, se noi non ne teniamo nessun conto della sua presena, se noi non diamo ascolto, se noi non siamo disponibili allo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo, noi rimaniamo sempre tali e quali come eravamo.
Guardate che, la Cresima e tutti sacramenti non sono degli atti magici, sono incontri con delle Persone, – con le persone divine del Padre del Figlio e dello Spirito Santo e, – se noi con queste Persone stabiliamo dei rapporti di impegno, – il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, – compiono ciò che debbono compiere in noi per la nostra salvezza: perchè acquistiamo la vera libertà, perchè ci incamminiamo verso il mondo migliore dei figli di Dio.
Dunque, dobbiamo in questa occasione e in tutte le occasioni della nostra vita religiosa realizzare questo incontro personale con lo Spirito Santo perché ci illumini, perché ci dia forza per diventare capaci di leggere il Vangelo – nel senso di capire il Vangelo- e di leggere tutte le realtà della vita alla luce del Vangelo, tutte, nessuna esclusa – per avere il coraggio necessario per fare ciò che si deve fare per essere coerenti ai nostri atti e specialmente ai nostri atti religiosi. Come è frequente questa osservazione! Guarda quello… va in chiesa ed è peggiore degli altri. Oggi questo non si dice più semplicemente di una persona che va in chiesa, addirittura questo si dice di tutta la chiesa, questo si dice della comunità intera della chiesa.
Abbiamo una risposta da dare a questi che ci accusano in questo modo? Io non so, miei cari, se noi siamo fedeli al Vangelo, se quelli che ci dicono così sono ingiusti calunniatori. Io so che: se noi non siamo fedeli al Vangelo, alle esigenze del Vangelo, allo Spirito di adozione, alla dimensione umana e cristiana della persona, quelli hanno ragione Se noi screditiamo nostro Signore Gesù Cristo, la Chiesa e il Padre nostro che sta nei cieli secondo l’espressione dell’Apostolo, noi facciamo bestemmiare Iddio, perché non siamo quello che dovremmo essere.
Miei cari, capite che il discorso continuerebbe all’infinito. Io debbo avere una certa discrezione. Fermo qui il mio discorso. Voi avete capito che oggi tra di voi non si celebra unicamente un rito. Voi avete capito che oggi fra di voi accade qualche cosa. La prima cosa che deve accadere è questa: che gli adulti prendano coscienza di essere dei cresimati che gli adulti prendano coscienza e hanno tutte le possibilità – se vogliono, se sono docili all’azione dello Spirito Santo – di diventare cristiani autentici, figli di Dio e fratelli fra di loro.
Questo accade: che oggi la nostra comunità di credenti, di figli di Dio e di fratelli cresce per il numero di coloro ai quali io imporrò le mani e riceveranno lo Spirito Santo. Guardate che tutti questi ragazzi, tutte queste ragazze, hanno gli occhi aperti e guardano a me, guardano ai preti, guardano soprattutto al loro padre, e alla loro madre, guardano agli adulti per vedere: – se è vero o non è vero quello che dicono, – se è vero o non è vero il loro Cristianesimo, -se è vero o non è vero il loro andare in chiesa. E vedono. E giudicano.
Ricordiamo che noi adulti non siamo semplicemente giudicati da Dio. Siamo giudicati, ai tempi nostri, non tanto da quelli che stanno in alto quanto da quelli che stanno in basso. Questi sono i nostri giudici per adesso molto benevoli e molto indulgenti ma quando frequenteranno le scuole medie diventano giudici severi. Può rincrescerci ma questo è un fatto di cui dobbiamo tenere conto se non vogliamo aumentare le nostre responsabilità, se noi vogliamo a loro veramente bene, se vogliamo che crescono e siano il sostegno della nostra vita, se vogliamo costituire per loro, la certezza di un domani veramente migliore.
OM 571 Acquanegra,15 – 4 – 1972