Cavriana 16 aprile 1972- 100 cresimandi
Mons. Carlo Ferrari
Carissimi, molte vicende hanno segnato la storia degli ultimi tempi della vostra comunità parrocchiale:
– qui è venuto già il Vescovo almeno una volta per la santa Cresima,
– qui c’è stata un’ordinazione sacerdotale,
– qui c’è stato il cambio di guardia e avete il nuovo Arciprete
-qui stamattina ci sono i vostri bambini e le vostre bambine che attendono la Cresima.
Tutte queste vicende e tante altre che io non ho menzionato sono contrassegnate dal significato del mistero che celebriamo ogni volta che veniamo in Chiesa. Che celebriamo particolarmente in questo tempo, e che celebriamo stamattina in un modo ancora tanto esplicito: il mistero della Pasqua. Si dice che ogni celebrazione liturgica é una celebrazione pasquale. Si dice che ogni domenica è giorno di Pasqua. Si dice che ogni avvenimento di Chiesa è un avvenimento pasquale.
Per quale motivo, miei cari? Il motivo è questo: il fondamento della nostra fede, della nostra vita di cristiani è la passione, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Se Gesù Cristo non fosse morto e non fosse risuscitato da morte, la nostra fede sarebbe vana perchè mancherebbe di fondamento. Non solo e non semplicemente perché non avremmo una prova chiara e sicura che Cristo è il Figlio di Dio fatto uomo, ma soprattutto perché noi non avremmo la vita nuova di Gesù Cristo risorto. Per cui noi non saremmo delle persone diverse – notate bene – per un dono di Dio, che ci trasforma radicalmente nel senso che ci fa passare dalla morte e dalla debolezza e dai limiti del peccato, alla vita nuova che ci ha portato nostro Signore Gesù Cristo e che deve maturare ogni giorno. Sempre.
Per questo, ogni celebrazione liturgica è un avvenimento pasquale: E’ un avvenimento che ci deve fare partecipi della morte di nostro Signore Gesù Cristo che distrugge in noi il peccato. E’ un avvenimento che ci deve fare partecipi della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo
che ci fa nascere alla vita nuova e fa crescere secondo le dimensioni della vita nuova.
Tutto questo è descritto in un modo tanto chiaro, tanto esplicito nella Parola di Dio che noi insieme abbiamo celebrato. Tutto questo è condensato, per dire così, nella preghiera che insieme abbiamo rivolto a Dio. Io non ho la pretesa che voi abbiate seguito e inteso la preghiera che all’inizio – prima delle letture – abbiamo innalzato al Signore. Questa preghiera dice così: “Esulti sempre il tuo popolo, o Dio, per la rinnovata giovinezza dello Spirito”. C’è un motivo di esultanza quando si viene in chiesa, ma questo motivo di esultanza non deve terminare nel perimetro della chiesa, deve continuare ad accompagnarci in tutti gli istanti della nostra esistenza. Qual è questo motivo? Il motivo è espressamente una giovinezza che si rinnova ogni giorno.
Cari anziani – se ce ne sono fra di voi – cari giovani, cari ragazzi e ragazze, care bambine e bambini, noi abbiamo un motivo di esultanza, perché: c’è una giovinezza dentro di noi, c’è una vita dentro di noi che si rinnova tutti i giorni, che: se si rinnova tutti i giorni è nuova, se é nuova é giovane, se è nuova è fresca, se è nuova non appartiene al passato ma al presente.
Qual è questa vita, questa giovinezza che si rinnova e ci rende giovani nello spirito? E’ il dono della dignità filiale – che abbiamo detto nella la preghiera – é il dono per cui il Figlio di Dio, essendo diventato uno di noi ed essendo morto in croce, ed avendo così distrutto il peccato per noi, ed essendo risuscitato, ed avendo portato una vita nuova per noi, noi abbiamo la dignità di figli di Dio.
Questa vita che si rinnova per il dono della vita stessa di nostro Signore Gesù Cristo, non si rinnova soltanto nelle espressioni esterne. Uno non può dire di essere cristiano e di partecipare al mistero della Pasqua, perché va alla messa il giorno di Pasqua. Uno partecipa al mistero della Pasqua quando, giorno dopo giorno, cresce in lui quella vita che nostro Signore Gesù Cristo ci ha portato, e che deve maturare come ogni altra vita, e che deve diventare sempre più robusta, sempre più forte, fino a dare i suoi frutti. Non è questione di essere in grazia di Dio. La questione é che questa grazia, cioè questo dono della vita di nostro Signore Gesù Cristo, sia attiva in noi, si esprima in noi e si veda nelle opere, che devono essere le opere dei figli di Dio.
Quali sono le opere dei figli di Dio? Il Vescovo ritornerà sempre su questo punto: devono essere le opere di coloro che hanno un unico Padre, devono essere le opere dell’amore, e in concreto devono essere le opere della comprensione vicendevole, devono essere le opere della tolleranza vicendevole. Non devono essere le opere della confusione per cui si mettono insieme il bene e il male, la verità e l’errore, la giustizia e l’ingiustizia. No! Le persone, così come sono, debbono essere oggetto dell’amore fraterno perché: Dio Padre, per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo, per l’azione dello Spirito Santo, ci ha donato un’unica dignità filiale.
E allora noi non dobbiamo essere mai divisi. Noi possiamo avere il nostro pensiero, il nostro modo di vedere, il nostro modo di giudicare, ma non ci dobbiamo mai mettere gli uni contro gli altri. Dobbiamo fare tutti gli sforzi necessari per comprenderci e dobbiamo fare tutti gli sforzi necessari per vivere in conformità della nostra dignità filiale, alla dignità del nostro essere figli di Dio. Dobbiamo crescere nella vita cristiana!
Ieri sono stato in una parrocchia, ad amministrare la Cresima e parte della gente diceva: – è venuto perché adesso siamo in tempo di elezioni e così fa il suo comizio. Notate che da mesi e mesi avevo stabilito questa data! Io non faccio nessun comizio. Io dico a tutti che, per essere gli uomini che ci prepareranno un mondo migliore: devono essere dei figli di Dio, devono essere dei credenti “sul serio” e devono compiere le opere dei figli di Dio. Questo dico perché -se voi ci fate caso – da tutte le parti promettono un domani felice per tutti.
Tutti faranno le stesse cose che anche noi desideriamo , ma quando avranno la forza di fare queste cose? – quando non le faranno per un motivo contrario alla dignità dei figli di Dio che ognuno di noi porta in se stesso, – quando non le faranno in contrapposizione allo spirito del Vangelo: – quando non saranno egoisti, – quando le faranno non soltanto per preparare un mondo migliore su questa terra, ma saranno animati dalla speranza del giorno glorioso della risurrezione. Guardate che, il mondo diventa migliore quanto più si avvicina al momento della pienezza della presenza di Dio in tutto in tutti. Sissignori, noi crediamo al Paradiso non perché non siamo capaci di costruire un paradiso qui in terra, ma perché nessun paradiso in terra si costruisce se non sulla strada che conduce al Paradiso della vita eterna.
Adesso qualcheduno mi dirà: e che cosa c’entra questo discorso con la Cresima che lei è venuto a fare a Cavriana? Miei cari, la Cresima ha significato proprio in questo senso. La Cresima deve valere per voi adulti che l’avete già ricevuta: – perché a voi è stato già dato il dono dello Spirito Santo per capire il senso del Vangelo, – perché a voi è stata data la capacità di avere una coscienza cristiana e quindi di vivere da cristiani, – perché a voi è stata datala grazia per fare delle scelte autenticamente cristiane – perché a voi è stata data la forza di vincere il male, l’egoismo, il peccato, con l’amore, l’abnegazione, la dedizione.
Gli adulti vivono la loro Cresima?
Poveretti questi piccoli, se accanto a loro trovano la contraddizione, l’incoerenza degli adulti e per questo saranno tentati di rifiutare tutto quello che voi insegnate. Questi bambini e queste bambine riceveranno lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo, riceveranno la capacità di essere figli di Dio che crescono secondo la dimensione dell’amore diventeranno fratelli con gli altri fratelli in un senso più serio, e diventeranno sempre più fratelli per quella vita nuova che si rinnova in ciascheduno di loro con l’ascolto della Parola di Dio, insieme agli adulti con la preghiera, insieme agli adulti con la frequenza ai santi sacramenti e particolarmente con la partecipazione all’eucaristia insieme agli adulti. Così ha senso la Cresima di questi piccoli.
Questo è il significato della cresima: immettere in mezzo a noi un più abbondante dono, una più estesa azione dello Spirito Santo, perché ci renda sempre di più – giorno dopo giorno – i figli di Dio che amano il loro Padre che sta nei cieli ed amano i loro fratelli che sono qui su questa terra.
OM 572 Cavriana 72
Cavriana ,16-4-72- 100 cresimandi