Ceresara 9 marzo 1972 ore 20 diaconato
Mons. Carlo Ferrari
Carissimi, é la prima volta che in questa chiesa avviene una ordinazione sacra: l’ordinazione di un Diacono. Perciò noi abbiamo motivo di rallegrarci intimamente nel nostro spirito, sia perché ci incontriamo per celebrare insieme i misteri del Signore, sia perché un nostro fratello sarà oggetto dell’azione particolare dello Spirito di Dio e diventerà diacono, diventerà servo nella Chiesa.
Non posso nascondere anche la mia emozione perché ho dinanzi a me, questo figliolo che viene così da lontano, ma anche il papà e la mamma che conosco tanto bene, e non vivono soltanto all’ombra della chiesa perché servono alla chiesa della loro cittadina, e perché della chiesa hanno preso lo spirito e lo hanno trasfuso in tutti i loro figlioli.
Sono ricordi, che diventano anche dei fatti. Diventano fatti per la vita della chiesa, la quale non è circoscritta ad un terreno o ad un altro terreno, ad una regione o ad un’altra regione, ma è davvero cattolica, cioè: si estende a tutti gli uomini e vuole che fra tutti gli uomini ci sia un’autentica comunione di fede, un’autentica comunione di speranza, un’autentica comunione di carità. E’ proprio al servizio di questa comunione che il nostro Stefano, il vostro Stefano sarà consacrato diacono.
E’ una cosa molto familiare alla nostra mentalità cristiana di considerare coloro che stanno al di qua della balaustra – dal momento che c’è ancora la balaustra in questa chiesa – delle persone che hanno alcune prerogative, per cui sono al sopra degli altri, mentre – secondo il Vangelo – non c’è nessuno che sia al di sopra degli altri. C’è un solo Padre e sta nei cieli ed è Padre di tutti. Di maestri ce n’é uno solo ed è nostro Signore Gesù Cristo. Di salvatore ce n’é uno solo ed è Gesù Cristo che muore in croce e risuscita per comunicarci una vita nuova.
Iddio, nella sua provvidenza, ha voluto ed ha stabilito che Gesù Cristo
continuasse ad essere presente nel mondo per manifestare la paternità di Dio, l’amore di Dio verso di noi.
Gesù Cristo ha voluto continuare:
ad essere presente nel mondo,
ad essere il Maestro,
ad essere colui che ci dice il senso della nostra vita,
ad esere colui che dice il significato della nostra esistenza,
ad essere colui che ci dice i rapporti che Iddio ha voluto stabilire con noi,
per fare di noi altrettanti suoi figli e altrettanti fratelli tra di noi.
Gesù Cristo vuole essere continuamente presente in mezzo a noi,
per effondere il suo Spirito, la sua carità, il suo amore, la sua capacità di amarci vicendevolmente
come egli ci ha amati.
Per esprimere questa presenza, per rendere attiva la sua presenza, nostro Signore Gesù Cristo
ha scelto delle persone e non le ha poste sopra i loro fratelli, ma le ha poste al servizio dei loro fratelli. Tutti.
Il Papa é il servo dei servi di Dio.
I vescovi sono servi di Dio.
I sacerdoti con i vescovi sono i servi di Dio e dei loro fratelli.
I diaconi in particolare – direi – hanno questo compito: di esprimere in modo visibile,
in un modo impegnato il servizio.
Non che non ci sia e non ci debba essere un maggior impegno nel sacerdote o nel vescovo o nel Papa,
ma é nella natura dell’ordine del diaconato che il diacono nella chiesa faccia vedere,
dimostri come noi siamo al servizio di nostro Signore Gesù Cristo: per amore dei nostri fratelli,
perché i nostri fratelli possano sapere che hanno un Padre che é nei cieli,
perché i nostri fratelli possano avere la garanzia che la Parola di Dio è parola di Dio, e non parola degli uomini,
perché i fratelli abbiano la possibilità di attingere
alle sorgenti della carità,
alle sorgenti dell’amore,
alle sorgenti della grazia e così poter vivere la loro vita cristiana.
Dunque ogni dono nella chiesa – e questo dono in particolare- é per il bene di tutti.
Stefano sarà consacrato diacono qui a Ceresara e sarà al vostro servizio.
Penso che continuerà qui, non so per quanto tempo.
Non dipende né da me nè dall’Arciprete e neppure da voi o da lui. Vedremo.
Però voglio attirare l’attenzione su questo fatto che riguarda la natura della chiesa
e che riguarda la natura del nostro ministero.
Considerateci, come siamo: servi di nostro Signore Gesù Cristo
e allora richiedete a noi il servizio che vi dobbiamo prestare.
Non chiedeteci delle altre cose, non attendete da noi delle altre cose.
Attendete da noi quello che é nelle nostre possibilità di potervi dare per una grazia particolare del Signore.
Io ho tra le mani il libro da cui abbiamo tratto una lettura molto importante del profeta Geremia,
dove Dio dice di avere mandato continuamente coloro che lo debbono rappresentare
davanti al popolo: i suoi profeti.
Ma il popolo non ha voluto ascoltare i suoi profeti.
Come é grande la pazienza di Dio!
Se la pazienza di Dio fosse venuta meno, noi questa sera non saremmo qui,
io non sarei vescovo, i miei Sacerdoti non sarebbero sacerdoti,
i miei diaconi – perché ci sono già dei diaconi in mezzo a voi –
non sarebbero diaconi e Stefano non diventerebbe diacono questa sera.
La pazienza di Dio invece è infinita, come infinito é il suo amore
e nonostante che il popolo abbia rifiutato i profeti, Dio manda il Figlio suo.
E nonostante che il popolo d’Israele abbia rifiutato il Figlio Unigenito di Dio
e l’abbia messo in croce, egli ha disposto che ci fosse un nuovo Israele che siamo noi.
Noi siamo questo nuovo Israele per il quale nostro Signore Gesù Cristo é morto,
per il quale nostro Signore Gesù Cristo è risuscitato,
per il quale nostro Signore Gesù Cristo vive, é presente ed operante in mezzo a noi.
Ma quale é la colpa di Israele?
Di non avere accolto i profeti, di non averli ascoltati.
In ultima analisi: di non aver ascoltato Dio, di aver rifiutato Dio.
Ora, questa sera, è tanto evidente che qui in mezzo a noi la pazienza dell’amore di Dio ci raggiunge:
con un dono di salvezza,
con uno strumento di salvezza,
con una persona che é posta al servizio della nostra salvezza.
E allora approfittiamone.
E allora non accogliamo invano la grazia di Dio.
Stefano diventerà servitore della Parola di Dio.
Avrà il potere di annunciare la Parola di Dio.
Questo vi ricordi che la Parola di Dio, non quella degli uomini,
deve stare al primo posto nelle vostre preoccupazioni religiose.
Siete tanto religiosi nella misura in cui ascoltate con fede la Parola del Signore.
Lui diventerà ministro dell’eucaristia nel senso che serve all’altare, al Sacerdote,
e che può distribuire l’Eucaristia.
E tutti noi dobbiamo avere coscienza che per essere cristiani dobbiamo essere alimentati da Cristo,
che per avere la vita eterna, quella vita che dura per l’eternità,
dobbiamo nutrirci del corpo e del sangue di nostro Signore Gesù Cristo.
Dobbiamo esserne profondamente convinti e la nostra convinzione si deve tradurre in vita pratica.
Nostro Signore Gesù Cristo è andato verso i poveri, gli ammalati, i ciechi e i sordi.
Soprattutto, è andato verso i peccatori.
Avete sentito la disputa nel vangelo. Gesù é venuto per i peccatori.
Siamo noi che abbiamo bisogno della salvezza di nostro Signore Gesù Cristo.
Siamo noi che abbiamo bisogno di essere salvati al prezzo che è il sangue di Gesù Cristo.
Con queste disposizioni accompagniamo la celebrazione del conferimento dell’ordine del diaconato
al nostro carissimo Stefano.
Come abbiamo meditiamo la Parola del Signore che è stata annunciata dal Vescovo,
cosi partecipiamo alla celebrazione eucaristica che sarà il compimento di questa celebrazione.
Di questa concelebrazione.
Vedete intorno a me quanti sacerdoti ci sono?
Ecco, tutti insieme, noi non diciamo tante Messe.
Noi diciamo una sola Messa,
perché tutti insieme partecipiamo all’unico sacerdozio di nostro Signore Gesù Cristo.
E’ lui solo che nelle nostre persone, è presente, ci ama ,
ripete ancora una volta il sacrificio, dona tutto se stesso per la nostra salvezza.
OM 576 Ceresara 72
Ceresara 9 marzo 1972 ore 20 diaconato