Gradaro 1 ottobre 1972 ore 10
Mons. Carlo Ferrari
Carissimi, voi sapete, perché ve l’ho già detto tante volte, che qualsiasi possa essere il motivo che vi conduce in chiesa per stare insieme, prima di tutto dobbiamo capire il significato di ciò che si compie nella chiesa, di ciò che Cristo stesso in persona compie e che noi dobbiamo compiere insieme.
Oggi la nostra celebrazione é caratterizzata dalla presenza dei vostri bambini e delle vostre bambine che attendono di essere cresimati, per potersi inserire nella comunità ecclesiale più profondamente, cioè, con una coscienza più avvertita e con un impegno proporzionato, naturalmente, alla loro età, ma i soggetti di questa celebrazione non sono soltanto loro.
Siamo tutti noi che dobbiamo avvertire che il nostro impegno é uguale al loro, anzi, che noi dobbiamo precederli col nostro impegno, perché la loro cresima che li inserisce profondamente, quasi da adulti, in mezzo a noi, sia resa possibile dal nostro accoglimento, dal modo con cui noi accogliamo i piccoli. Forse loro se l’hanno un po’ a male se io li chiamo piccoli, ma in confronto alle loro nonne, per lo meno, e anche in confronto a qualche padrino o ai loro papà, o alle loro mamme, ammetteranno d’essere piccoli, no?
Questo loro gareggiare per non essere più piccoli esprime un momento del tutto particolare. Incontrandosi con lo Spirito di Dio che ricevono in modo definitivo nella santa cresima, le loro aspirazioni di uscire dal mondo dei piccoli per entrare nel mondo dei grandi con il peso della loro presenza, della loro sensibilità e del loro modo di giudicare, diventano un fatto, sono una realtà. Noi dobbiamo tenerlo presente.
Ma questa celebrazione, come ogni celebrazione, specialmente la santa messa nella quale é inserita la celebrazione della cresima, deve prendere senso dalla parola di Dio. Noi che l’ abbiamo proclamata, noi che insieme l’abbiamo ascoltata, dobbiamo penetrarla profondamente, in modo vitale, perché diventi qualche cosa della nostra persona stessa.
Che cosa ci dice questa Parola del Signore? Mi pare che tutto quanto é stato letto riassumi molto bene la preghiera che abbiamo fatto insieme: ” Dio che manifesti la tua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia, continua ad effondere su di noi il tuo amore, affinché camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna”. Questa preghiera, riportandoci alla situazione descritta dal profeta Ezechiele e alla situazione descritta da san Paolo, ci dice che Dio non é grande, non é potente, non é colui che é perché ha creato il mondo, perché ha compiuto cose meravigliose in questo universo che ci accoglie e lungo la storia di tutta l’umanità, ma é grande perché manifesta la sua forza e la sua potenza, nella capace di togliere il peccato.
Mie cari, faccio una domandina…non ai cresimandi che mi risponderebbero con il catechismo alla mano, ma a tutti, anche a me stesso: – ci crediamo noi che nel mondo c’é il peccato? – ci crediamo che il peccato si identifica praticamente con l’egoismo? – ci crediamo che il peccato esiste in noi, e anche in noi si identifica con l’egoismo?
Noi siamo abbastanza disposti ad ammettere che c’è il peccato nel mondo nella gara sfrenata, schiacciante, violenta delle nazioni che vogliono sopraffarsi a vicenda e che tanto più sono potenti economicamente e politicamente, tanto più in un modo o in un altro manifestano il loro egoismo. E noi ci accorgiamo di essere in questo mondo di egoismo.
Poi siamo abbastanza disposti ad ammettere che c’è il peccato nell’egoismo che si manifesta nella cerchia più ristretta di una nazione, in tutti i settori della amministrazione della cosa pubblica perché vediamo che ciascuno aspira la posto di “leva” o dove si maneggiano le leve per essere ” di più”, per potersi imporre nel nome di un’ideologia o in nome proprio, per prevalere sugli altri. Noi li riconosciamo questi peccati. Riconosciamo che qui c’é l’egoismo.
Riferendoci ad una sfera ancora più ristretta, nei rapporti delle persone che conosciamo, siamo soliti dire che i signori, (bisogna vedere di quali signori si intende!) quelli che sono potenti in forza dei loro libretti bancari o di altri mezzi, sono egoisti. Io non esprimo un giudizio. Solo vi pongo davanti al quadro del mondo in cui viviamo e vi domando ancora: ammettiamo, tocchiamo con mano che il mondo é dominato dal peccato che è egoismo?
Qualcuno mi dice: ma perché Dio non interviene? Perché permette queste cose? Ebbene veniamo al momento della nostra persona singola, di ciascuno di noi e domandiamoci: ci crediamo o non ci crediamo che almeno in parte se non in tutta la nostra esistenza siamo in qualche modo dominati dall’egoismo? Siamo dominati da un sentimento più o meno conscio che noi dobbiamo emergere, che noi dobbiamo stare al di sopra degli altri, che gli altri devono servire al nostro benessere?
Miei cari, molti di voi sono attenti, alcuni di voi si vede che non sono interessati, comunque insisto ancora: ci credete o non ci credete che in noi c’é il peccato che si traduce in egoismo e che ci fa commettere tutte quelle azioni che sono proibite dalla legge di Dio, soprattutto dai grandi comandamenti dell’amore verso Dio nostro Padre e verso gli altri uomini o donne nostri fratelli e nostre sorelle?
E tutto questo cosa c’entra con la onnipotenza di Dio? Ecco, c’entra proprio qui, quando noi permettiamo a Dio di entrare nella nostra esistenza, nell’intimo delle nostre persone e lo lasciamo agire. Quando noi a Dio diamo questo posto nella nostra persona, giorno dopo giorno, siamo risanati dal nostro egoismo e siamo vivificati dal suo amore, seguiamo la sua ispirazione, seguiamo la illuminazione che egli produce nella nostra coscienza, seguiamo gli impulsi che provengono più dal dare che dal ricevere, più dall’essere per gli altri piuttosto che gli altri siano per noi.
Notate bene: siamo vivificati dal suo amore, non dal nostro amore, ma dal suo amore che si pone dentro al nostro cuore, come dice il Profeta, per dare al nostro cuore la capacità di superare tutti i nostri egoismi e di pensare più agli altri che a noi stessi, così come una mamma buona che pensa più ai suoi figli che a se stessa, così come un padre buono che, se é veramente tale, pensa più ai suoi figli che a se stesso. Ecco, il nostro Dio ci vuole stabilire in questo ordine di valori nel quale domina la carità, nel quale domina l’amore.
Noi siamo tanto impressionati dagli episodi di violenza che capitano ai tempi nostri, ed é giusto. Ogni episodio di violenza personale o collettivo va sempre condannato, però, se vogliamo essere giusti, dobbiamo ricercare le cause che scatenano queste violenze, e allora vediamo che la causa di tanto male ha sempre la sua radice nell’egoismo: egoismo internazionale, nazionale, partitico, ideologico o di qualsiasi genere. Ci meravigliamo? Questi sono i frutti del peccato!
Direte: – ma io come c’entro? Io non sono violento. Io mi impressiono di fronte alle violenze che ci sono nel mondo.
– Ma senti: tu ti impressioni di quel minimo di egoismo che c’é nella tua persona? – Tu capisci, sì o no che questo egoismo che é in te é peccato, é un male ed é un male per tutta l’umanità di cui noi siamo membri? – Siamo un unico corpo e se il corpo sta male, produce i “bubboni” che scoppiano. Ci pensiamo noi a queste cose? – Allora siamo preoccupati di aprirci all’azione dell’amore di Dio, all’azione della sua onnipotenza?
Iddio, il mondo lo ha creato con un atto della sua volontà, ma per togliere il peccato dal mondo – ecco, qui volevo arrivare – egli non opera più da solo unicamente con la sua potenza. Egli vuole avere il nostro consenso, Egli deve trovare il nostro “sì”, Egli deve avere la nostra collaborazione perché Egli ci tratta da persone. Noi dobbiamo fare la nostra parte, forse, meglio: dobbiamo permettergli di fare la sua parte che é la parte di perdono del peccato, di vittoria sul peccato, che é la parte di infondere l’amore nei nostri cuori.
La preghiera iniziale continua così: “Effondi su di noi il tuo amore”. Quali sono i momenti particolari in cui Dio effonde su di noi il suo amore?
Adesso lo domando ai cresimandi: quando nella nostra vita Dio diffonde il suo amore? Ci sono due momenti particolari:
– ( risponde una bambina) nel battesimo e nella cresima
– Brava! E, come si chiama questo amore che ci è dato nel battesimo e nella cresima?
– si chiama Spirito santo.
-Benissimo! Si chiama Spirito Santo.
Ecco qui, miei cari, il senso della cresima. Iddio viene a stabilirsi con il suo Spirito in ognuno di noi, in un modo più definitivo. Lasciatemi dire una parola molto impropria ma che esprime una realtà: viene a stabilirsi con il suo Spirito in ognuno di noi in un modo più maturo, più proporzionato alla nostra crescita; viene a stabilirsi in noi per essere sorgente continua di acqua viva, che dia forza alla nostra volontà per uscire dal nostro peccato, per uscire dal nostro egoismo e per camminare secondo Dio.
Miei cari, capite allora che il giorno della cresima non é un giorno conclusivo, non é un dovere compiuto? Capite che la cresima é un inizio di esistenza nuova? Quante volte ci capita di sentire: – mio figlio, finalmente, ha fatto la cresima, adesso non ci penso più! E’ un fastidio tolto perché il fastidio é il vestito, è il ricevimento e sono tante altre cose secondarie. Vedete, miei cari, che rischio corriamo a dare importanza a ciò che é estremamente secondario e di non prendere coscienza, in un modo responsabile che, qui, si tratta dell’incontro con Dio in persona, con l’amore di Dio in persona che ci mette nella condizione di superare nei stessi per vivere nell’amore sincero?
Ci potranno essere tutte le giustizie di questo mondo, ci potranno essere tutti i contratti più giusti e vantaggiosi di questo mondo, ci potranno essere le istituzioni più adatte per un vivere civile ma, se non c’é l’amore, se non c’é la dedizione, se non c’é un disinteresse radicale per se stessi e un interesse globale per gli altri, il nostro vivere sarà sempre un povero vivere, il nostro mondo sarà sempre un povero mondo.
Ripeto: Dio manifesta la sua potenza proprio nel venirci incontro per darci questa possibilità di vita che il mondo non concepisce, perché il mondo della scienza, della tecnica e del progresso allontana sempre di più dalla possibilità di una maggiore umanità, di una maggiore comprensione, di una maggiore concordia, di un maggiore amore vicendevole.
Ecco, miei cari, io sono cosciente di abusare della vostra attenzione, però nel momento in cui si compiono degli atti, nel momento in cui si compiono dei gesti, accadono degli avvenimenti che interessano le persone che vi stanno a cuore, come sono i vostri bambini e le vostre bambine e questo momento é talmente importante che é necessario intenderci con tutta la chiarezza possibile.
Non pretendo e non penso di essere stato chiaro. Lo Spirito Santo che é luce e che illumina ” da dentro” le nostre persone, ci faccia capire qual é il nostro impegno di fronte a ciò che tutti insieme, non il vescovo soltanto, ma tutti insieme stiamo per compiere, perché i vostri bambini siano inseriti in una situazione nuova in mezzo alla comunità dei cristiani, per maturare nella loro fede favoriti dal clima di fede, di fedeltà a Dio, di amore a Dio e del prossimo che troveranno in ciascuno di voi.
OM 625 Gradaro 72 1-10-72