Un giorno difficile per la Casa del Sole
Mons. Carlo Ferrari
Vi prego di considerarmi in mezzo a voi nell’esercizio delle funzioni di Vescovo.[1]
Io ho alcuni titoli, alcune ragioni, alcuni diritti -diciamo così- per entrare nella Casa del Sole, ma questa mattina io ci entro in quanto esercito il mio ministero nella parrocchia di San Silvestro. Sapevo della vostra riunione ed era naturale che visitassi anche voi.
Sapete che ho vissuto da vicino le vicende ultime della Casa del Sole. Sono intervenuto, là dove era legittimo e doveroso che io intervenissi e ho detto la mia parola cercando di fare capire soprattutto la natura di questa istituzione, perché i grandi equivoci che sono nati, i grandi e dolorosi e dannosi inconvenienti che ne sono sorti, derivano in massima parte dal fatto che non si é compresa la natura di questa istituzione.
Io, dovunque mi sono trovato, ho fatto di tutto per illuminare le persone, che per la loro posizione e cultura possono capire le cose. Ma la Casa del Sole, miei cari, é talmente una novità che, difficilmente entra nelle categorie mentali in cui si é portati ad incasellare tutte le realtà.
Lasciatemi dire un’altra cosa. Questa cosa che sto per dirvi mi compromette. Io ho visto con sorpresa e ho valutato positivamente la portata del fatto, che trecento copie di genitori hanno preso coscienza che i bambini sono i loro, ed hanno compiuto il gesto inconsueto di avocare a sé, di fare valere un diritto naturale sancito dalla nostra Costituzione democratica, ed hanno preso le loro cose in mano con l’intento di farle andare bene.
Io non dico, se i genitori sono all’altezza di fare andare bene o male le cose. Certamente nella loro intenzione c’era questo: rimediare ad una situazione dannosa per i loro figli, che prendeva una china sempre più pericolosa. Oggi, a mio avviso, il vostro gesto si rivela oltre che legittimo anche positivo.
Io vedo, qui dinanzi a me, delle carte che più o meno conosco. Io non sono uomo di carte.
Sono uomo di fatti, eppure, pur essendo un uomo di fatti e non di carte, questa mattina nella mia parola, associandomi all’azione che ha sempre condotto avanti il comitato e sulla mia responsabilità, al punto in cui sono le cose anche in seguito alle carte, vi dico: appena potete mandate i vostri bambini a scuola perché noi – scusate se dico noi, mi metto insieme con voi – dobbiamo dare prova, e prova concreta, che tutto quello che dipende da noi, da parte nostra, lo compiamo.
Questo rende più legittimo che noi attendiamo, che tutti compiano dal canto loro quello che si sono impegnati a compiere. Però ricordate: siamo tra uomini e tra donne – donne ce ne sono tra voi! Non illudiamoci che tutto vada a posto come se nulla fosse accaduto. Vi dico piuttosto: non guardiamo all’immediato domani. Poniamo le premesse perché l’istituto della Casa del Sole abbia la possibilità di corrispondere alla sua ispirazione, la quale ha dimostrato di dare i frutti che tutti voi avete apprezzato.
Ecco, io sono venuto per questo, per rivolgervi questo invito, l’invito che vi rivolge un amico, l’invito che vi rivolge uno che vi é stato tanto vicino, l’invito che vi rivolge così umilmente il vostro vescovo.[2]
OM 592 Casa del Sole 73
Casa del Sole, 19 -3 -1973
[1]la precisazione va riferita alla questione politica della Casa del Sole
[2]( applausi)