terzo incontro con i sacerdoti
Abbiamo pregato insieme affinché il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria ci dia lo Spirito di sapienza e di rivelazione per meglio conoscerlo e illumini gli occhi del nostro cuore.
Noi siamo nella condizione di coloro che camminano come se vedessero, ma di fatto, non vedono: siamo nella condizione della fede. Ora, in questa condizione, se non è il Signore che continuamente ci viene incontro, se non è Lui ad illuminare il nostro cuore e la nostra mente, se non è Lui a sostenerci, non ci è possibile camminare e lo esperimentiamo in tanti modi. Anche quando pensiamo di essere ancorati alla fede e guidati dallo spirito di fede, è facile che il mondo in cui viviamo, che le situazioni in cui troviamo ci condizionino al punto di farci pensare come pensa il mondo.
Con i vespri di questa sera noi entriamo nel tempo di preparazione al santo natale, alla venuta di gesù: alla commemorazione della sua venuta storica nel mondo, alla celebrazione della sua venuta in ciascheduno di noi, alla celebrazione dell’attesa della sua venuta alla fine del mondo.
Gesù viene. Noi lo proclamiamo e lo proclameremo, ma dobbiamo essere anche sinceri. Gli incontri con i sacerdoti e coi vescovi ci fanno scoprire tutte le difficoltà che ci sono oggi per credere. In particolare per credere al nostro ministero e all’identità del nostro ministero, allo scopo caratteristico del nostro ministero che ha la specificità stessa del nostro battesimo, della nostra vita cristiana e quindi della nostra fede.
Io vorrei, in questo ritiro, non dare la risposta a questi grandi interrogativi che si impongono alla chiesa, a tutti i cristiani e alle volte in modo drammatico a noi sacerdoti. Io cerco, come sento, di indicarvi alcuni punti saldi, chiari, che naturalmente non sono risolutivi di tutti i problemi, ma che costituiscono indubbiamente un fondamento sicuro per individuare queste cose:
primo, il senso della missione del figlio di Dio, di nostro Signore Gesù Cristo, perché lui è venuto in questo mondo;
secondo il senso della nostra vita spirituale e conseguentemente il senso del nostro ministero.
Perché Gesù è venuto in questo mondo? S. Matteo 1, 21, dice: “Per fare salvi gli uomini dai loro peccati” Questa prima affermazione, che troviamo nel nuovo testamento nel primo evangelista, ha tutto un antecedente che possiamo riassumere nel servo di Yavè, alla fine del capo 51 e quasi tutto il 52, dove è descritto come colui che soffre è ridotto ad un verme, è maltrattato, dà la vita in sconto dei peccati di molti, per la salvezza di molti, e per questo Iddio lo esalterà. Questa figura indica la realtà che è nostro Signore Gesù Cristo il quale dice: “Pro eis santifico me ipso”. Santifica se stesso, santifica i suoi discepoli e i credenti in lui con un gesto sacerdotale che espliciterà nell’ultima cena quando porgerà il pane dicendo: “Questo è il mio corpo dato per voi, questo è il sangue della nuova alleanza versato in remissione dei peccati”.
Gesù Cristo rivendica questa autorità, questo potere di rimettere i peccati. Ricordate l’episodio del paralitico. Gesù veduta la loro fede disse al paralitico: figliolo ti sono perdonati tutti i peccati. Ed ecco alcuni scribi pensarono dentro di sé: costui bestemmia. E Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: perché pensate male nei vostri cuori? Che cosa è dunque più facile dire ti sono perdonati i tuoi peccati o dire levati e cammina? Affinché sappiate che il figlio dell’uomo ha sulla terra il potere di rimettere i peccati, dico a te:- prendi il tuo letto e ritorna a casa tua-” Gesù conferisce questo potere di rimettere i peccati: “Ricevete lo Spirito Santo, a coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati, a coloro ai quali li riterrete saranno ritenuti”.
Nella prima lettera di Giovanni leggiamo:1,5-8 ;
” Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. – se camminiamo nella luce come egli stesso è nella luce, siamo in comunione scambievole e il sangue di Gesù, Figlio suo, ci purifica da ogni peccato; – se diciamo che non abbiamo nessun peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi; – se confessiamo i nostri peccati egli che è fedele e giusto ci purifica da ogni iniquità. – se diciamo di non aver commesso peccati lo facciamo bugiardo e la sua parola non e in noi. “ Respingiamo quindi nostro Signore Gesù Cristo. Respingiamo l’azione prima per la quale Gesù Cristo è venuto in questo mondo.
“Figlioli miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; se qualcuno avesse peccato abbiamo un avvocato presso il Padre, Egli è la vittima espiatrice per i nostri peccati e non soltanto per i nostri ma anche per il peccato di tutto l’universo”. (2,1-2)
Ma questo, -la remissione dei peccati – possiamo considerarlo l’aspetto negativo del motivo per cui Gesù è venuto in questo mondo. Tanto per intenderci, tanto per esprimerci nelle nostre possibilità di espressione: Gesù togliendoci dal peccato ci toglie dalla condizione in cui ci pone il peccato, che è condizione di lontananza da Dio e di lontananza dai nostri fratelli, e ci trasferisce ad un altro livello, ci fa compiere un salto di qualità: “io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza “(Gv 10,10)
Che cos’è questa vita?
E’ Gesù stesso. Quante volte Gesù (Vangelo di san Giovanni) ripete “io sono la vita”, io sono la risurrezione e la vita”. Sempre nel prologo, Giovanni dice: l’abbiamo visto pieno di grazia e di verità, anzi è dalla sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia. Quindi, Gesù viene a portare la vita agli uomini. Egli stesso la porta. Noi la riceviamo dalla sua pienezza. Se noi riceviamo la vita di Gesù Cristo, noi come Gesù Cristo diventiamo e siamo figli di Dio. “Ora la prova che voi siete figli sta nel fatto che Dio mandò il suo Spirito nei vostri cuori, il quale grida “Padre”, sicché tu non sei più schiavo ma figlio e se figlio anche erede da parte di Dio”. Si potrebbero moltiplicare i testi.
Agli Efesini, Paolo dice:…il Padre ci predestina all’adozione di figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito del suo volere a lode della sua grazia di cui ci ha gratificato nel suo diletto… Voi, infatti, siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio; … Quando comparirà Cristo che è la nostra vita allora anche voi apparirete con lui nella gloria… “Voi non avete ricevuto lo spirito di schiavitù per ricadere di nuovo nel timore, avete ricevuto lo spirito di figli adottivi per cui gridiamo Abbà : Padre”… “lo Spirito stesso rende testimonianza insieme al nostro spirito che noi siamo figli di Dio”… “Ora, miei cari, noi siamo figli di Dio, ancora non é stato mostrato quello che saremo, sappiamo che quando ciò sarà manifestato saremo simili a lui perché lo vedremo come egli é”…
E Giovanni per descrivere tutta questa realtà incomparabile, inesprimibile, che sorpassa ogni possibilità di pensiero umano, esordisce nella prima lettera con quel passo, che ci è famigliare ma che è bene richiamare in un momento di raccoglimento come questo.
“Quel che era fin da principio, che noi abbiamo udito, quello che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il verbo della vita, poiché la vita si é fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era preso il Padre e si é resa visibile a noi, quel che noi abbiamo udito e visto lo annunziamo a voi, affinché voi pure siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. E noi vi scriviamo queste cose affinché il nostro gaudio sia perfetto”( 1Gv 1,1-4)
Vita nuova è vita di figli di Dio, è comunione con la vita del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, è partecipazione all’esistenza all’essere di Dio, alla vita di Dio. quindi comunione, partecipazione, misteriosa ma vera. Questo è quanto Gesù Cristo é venuto a portare nel mondo togliendo l’ostacolo del peccato e trasferendoci dal regno delle tenebre a quello della luce: al regno dell’amore del Padre suo.
Ma tutte queste realtà, o meglio la missione compiuta da nostro Signore Gesù Cristo, di togliere il peccato dal mondo e di portare una vita nuova che si consuma nella comunione di vita con Dio, già iniziata nel mistero nella vita presente e totalizzata nella vita eterna, è qualche cosa di attuale? E’ qualche cosa di possibile? Ecco la domanda a cui noi dobbiamo dare una risposta chiara e sicura per essere sicuri che quello che Gesù Cristo ha compiuto per il mondo e per noi sia vero, sia reale, sia realizzabile, sia perciò credibile.
Ritorniamo agli Efesini e rileggiamo:
“Mi ricordo di voi nelle mie preghiere affinché il Dio di nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi del vostri cuore e farvi comprendere a quale la speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità tra i santi, -quindi una promessa di Dio- e qual é la straordinaria grandezza della sua potenza, verso di noi credenti secondo l’efficacia della sua forza che egli manifestò in Cristo quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli”. Ecco la promessa, ecco la garanzia, ecco il motivo della nostra speranza! Quello che Gesù Cristo è venuto a fare nel mondo continua a farlo nel mondo perché il Padre lo ha destinato per la salvezza di tutti e ha dimostrato nella risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo la potenza della forza del suo amore con cui ci vuole salvare.
Ancora Paolo: “ma Dio, che è ricco in misericordia per suo infinito amore con cui ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati… – non con altro mezzo, non per altro prezzo, non con altri strumenti – “con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti consedere nei cieli per mezzo di Gesù Cristo, per mostrare nei secoli futuri l’abbondante ricchezza della sua grazia mediante la su abontà in Cristo Gesù. E’ per grazia che site stati salvati mediante la fede. Ora tutto questo non viene da voi ma é dono di Dio ( cf Gv 2,4-8)
Paolo ai romani: “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Cristo dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato dai morti Gesù Cristo darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi”(Rm 8,11)
Ancora Paolo.(Rm.8,31-“Se Dio è con noi chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il suo proprio Figlio ma lo ha dato per tutti noi come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? E’ Dio che giustifica. Chi condannerà? Cristo che è morto ed è risuscitato e siede alla destra e intercede per noi? Chi ci separerà dall’amore che Cristo ha per noi? Forse la tribolazione, la persecuzione, la fame, i pericoli ,la nudità la morte?.. Perché siamo messi a morte tutto il giorno, siamo stimati come pecore da mecello. Ma in tutto questo noi siamo vittoriosi per mezzo di colui che ci ha amati. Vi assicuro, del resto, che ne’ morte né vita né presente né futuro né altezza né profondità né qualsiasi altra creatura ci potrà separare dall’amore che Dio ha, in Cristo Gesù, per noi”
Ecco dunque il punto di sicurezza. Il Padre, per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo è presente nel mondo per portare avanti nella storia l’azione di nostro Signore Gesù Cristo di rimettere i peccati, di dare una vita nuova. E’ presente nel mondo con la sovrabbondanza della forza incontenibile della potenza del suo amore.
Ora cerchiamo di guardare a noi stessi.
Veramente siamo convinti che il primo compito di Gesù Cristo, che il primo volere di Dio, che il primo punto del piano di Dio è quello di liberare gli uomini dal peccato? Non entriamo in discussioni per definire il peccato. Noi sappiamo con sicurezza che il peccato é nel cuore dell’uomo e che Dio vuole il cuore dell’uomo. Non vuole altro. Vuole l’intimo della persona. Vuole quel punto dove si definisce il significato dell’esistenza di una persona. Ci saranno peccati nelle strutture e nei sistemi. Ci sono condizionamenti di tante nature, ma il peccato vero e concreto è solo nella persona dell’uomo, è solo nel cuore dell’uomo. Ed è da lì dove Dio vuole togliere il peccato, dove bisogna togliere il peccato.
L’agnello di Dio che vuole togliere il peccato dal mondo, che è degno di ricevere la gloria perché ci ha redento nel suo sangue, ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il Padre.
-Lo crediamo questo per noi?
-Abbiamo coscienza che c’é il bisogno della remissione dei peccati ?
-Abbiamo coscienza che abbiamo bisogno di essere liberati dal peccato?
-Abbiamo coscienza che abbiamo bisogno di essere salvati dal peccato, noi e tutto il mondo con noi?
-Che senso diamo al nostro ministero?
-E’ veramente conforme alla missione di nostro Signore Gesù Cristo?
-Per mezzo del ministero della parola, della grazia e della carità noi tendiamo veramente ad annunciare che il peccato viene tolto da nostro Signore Gesù Cristo?
-Che Dio, Padre di nostro Signore Gesù Cristo, nostro Padre, è un Padre che perdona?
-Nel senso della Parabola del figlio prodigo parliamo del peccato?
-Diciamo con chiarezza che Gesù Cristo ha il potere di rimettere i peccati?
-che il peccato è tolto solo da Gesù Cristo ?
Oh! l’urgenza di girare intorno a questa verità fondamentale a questo scopo preciso, per cui Dio ha concepito la salvezza del mondo e ha mandato il suo figliolo su questa terra, perché liberi nel suo sangue gli uomini dal peccato!
–Crediamo veramente e ci mettiamo nella condizione di essere in consonanza con lo Spirito Santo, il quale rende testimonianza che noi siamo figli Dio?
— Crediamo che Dio rende sempre più fruttuoso il dono del suo Spirito, che come una garanzia assoluta di tipo sacramentale, ci ha dato nel battesimo, nella cresima, nella ordinazione sacerdotale perché non manchi questa certezza?
–Perché non manchi la certezza che è un dono di Dio al quale noi dobbiamo disporci con la nostra povertà,con la nostra umiltà, con la nostra coscienza di avere bisogno di essere salvati ?
— Ci dice qualche cosa la realtà di partecipare alla stessa sorte del Figlio di Dio per cui in Lui siamo figli dello stesso Padre in un modo misterioso ma vero?
Non appare ancora quello che saremo. Lo vedremo il giorno della rivelazione finale.
–Ha importanza per noi essere figli di Dio piuttosto che non esserlo?
–Ha importanza per noi sapere che attraverso questa adozione figliale noi partecipiamo alla comunione di vita con Dio?
–Ha importanza che l’apice della salvezza, partecipare alla comunione di vita con Dio è poi il modello e la sorgente di ogni comunione possibile?
OM 517 Sacerdoti 3-74