Domenica 2 giugno 1974 in Sant’Andrea solennità di Pentecoste
Miei cari, sapete tutti che Sant’Andrea col duomo é la cattedrale della diocesi di Mantova.
Sapete che é la nostra chiesa più grandiosa e sapete che il vescovo, sovente, nelle circostanze più significative dell’anno liturgico, é presente con l’esercizio del suo ministero, principalmente col ministero della parola. Oggi, giorno di Pentecoste, la vostra grande chiesa di Sant’Andrea raccoglie una piccola rappresentanza della comunità parrocchiale e una piccola rappresentanza della comunità cittadina.
E’ il giorno di Pentecoste, ma dinnanzi a me non vedo l’affollamento dei giorni di Natale e dei giorni di Pasqua. Mi chiederete: perché quest’oggi dovrebbe essere come Natale e come Pasqua? C’é il perché. Il Natale senza la Pentecoste non ha senso, la Pasqua senza Pentecoste non ha valore perché Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, se fosse rimasto su questa terra il breve spazio della sua esistenza terrena e, in quello spazio di tempo e di luogo avesse conclusa tutta la sua opera, per noi che viviamo lontano da quello spazio di tempo, non ci sarebbe niente.
Gesù continua il Natale e la Pasqua perché c’é Uno che é venuto dopo di Lui, mandato da Lui, nel suo nome e nel nome del Padre, per essere con noi che viviamo lontani nel tempo e nello spazio, dal tempo e dal luogo della sua vita terrena, perché abbiamo la possibilità di raccogliere i frutti della Incarnazione del Figlio di Dio, perché abbiamo la possibilità di raccogliere i frutti della sua passione, morte e risurrezione. Questa é la missione dello Spirito Santo e la venuta nel mondo dello Spirito di Dio in un modo certo, sicuro, è data dal giorno di Pentecoste.
Da quel momento, si dice ed é vero, é nata la Chiesa perché é incominciata ad essere operante per gli uomini, la salvezza portata da nostro Signore Gesù Cristo. Da quel giorno ha incominciato ad essere operate la salvezza per gli uomini che erano gli apostoli, per gli uomini che hanno udito gli apostoli a parlare, e per noi oggi che ascoltiamo la Parola di Dio nella chiesa. Si, anche per gli apostoli che erano stati con Gesù per parecchio tempo. Avevano avuto un’assiduità intima con la sua persona, erano stati testimoni di tutto ciò che aveva detto e aveva fatto, avevano visto i suoi miracoli e il miracolo della sua risurrezione, ma fino al giorno di Pentecoste non avevano ancora capito chi era Gesù Cristo, non avevano ancora accolto la grazia della salvezza portata da Gesù Cristo.
Ricevono lo Spirito Santo e: capiscono chi é Gesù Cristo, capiscono quello che ha detto Gesù Cristo, capiscono il comando dato a loro di andare in tutto il mondo a predicare e a battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Difatti, da quel giorno incominciano subito a predicare e sappiamo in quali circostanze predicavano gli apostoli. C’era a Gerusalemme, -come si direbbe oggi,- un clima di forte tensione perché Gesù era stato messo a morte, perché molti dicevano che Gesù era risuscitato, perchè c’erano le paure che ritornasse, e tanti dubbi. Eppure gli apostoli affrontano quelli che avevano messo a morte Gesù, affrontano la folla che aveva gridato “sia crocifisso”, affrontano la folla che veniva da tutte le parti del mondo per la festa di Pentecoste e annunciano nostro Signore Gesù Cristo.
E molti credono, sulla loro parola. Credono che non é più una parola di uomini e di poveri pescatori, ma una parola che ha una nuova animazione, l’animazione stessa di Dio. Credono che quella parola ha una forza nuova, la forza della potenza di Dio. Sulla loro parola credono in nostro Signore Gesù Cristo e seguono il Vangelo. Per questo diciamo: da quel giorno é nata la Chiesa. Ma, la Chiesa, che é nata il giorno di Pentecoste, non é qualche cosa che invecchia. La Chiesa nasce tutti i giorni.
Capite? Più di 1900 anni sono trascorsi da quel giorno! Sarebbe vecchia la chiesa…stravecchia. No? Ma la Chiesa non invecchia. La Chiesa nasce tutti i giorni. E da dove nasce la Chiesa? Nasce dai preti, dai vescovi, dal papa? No. Il papa, i vescovi, i preti sono degli strumenti che garantiscono : la presenza e l’azione di un Altro, la presenza e l’azione dello Spirito Santo e, in definitiva, la presenza e l’azione di nostro Signore Gesù Cristo, perché noi possiamo essere i cristiani di Cristo perché noi possiamo vivere di Cristo, perché noi possiamo vivere come Cristo.
Di che cosa é vissuto Gesù Cristo? Cristo é vissuto di amore: di amore per il Padre e di amore per i suoi fratelli, figli del Padre. Di amore é vissuto Gesù Cristo. E i discepoli di nostro Signore Gesù Cristo, coloro che credono in nostro Signore Gesù Cristo, non hanno altro da fare che accogliere in se stessi il medesimo amore di nostro Signore Gesù Cristo: l’amore che egli ha portato su questa terra perché gli uomini fossero veramente uomini, cioè degli esseri che amano, degli esseri che vogliono il bene. Sono state date tante definizioni dell’uomo da parte dei filosofi, dei teologi, dei pensatori, ma credo che ci sia una definizione sola ed é la definizione di Dio: Dio é amore e noi, che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, dobbiamo essere soprattutto amore.
Come possiamo diventare amore?
Sostiamo un istante e chiediamo a noi stessi: Ci lasciamo guidare dall’amore? Gli impulsi dell’amore prevalgono su tutte le altre inclinazioni? Se é così siamo degli uomini. Se è così siamo delle donne. Altrimenti siamo degli esseri soggetti a ciò che é contrario all’amore, e che si esprime con qualunque pensiero o sentimento o gesto o azione contrario all’amore.
E’ peccato ciò che é contrario all’amore. Ciò che é contrario all’amore è peccato, é motivo di scandalo che non fa male a Dio, ma a noi. Fa male a noi! Il bambino disubbidiente che si fa male, non fa male alla mamma o al papà. La mamma e il papà ne soffrono. Fa male a se stesso. Così la mancanza di amore fa male a noi, non a Dio, ma Dio ne soffre. Per questo ha mandato suo Figlio a soffrire nel mondo fino alla morte in croce, per insegnarci quel é la via della salvezza, cioè la via per essere veramente uomini, per essere veramente donne.
E poi ha mandato il suo Spirito. Iddio ha diffuso il suo amore nei nostri cuori mediante il suo Spirito che ci é stato dato. Ecco il perché dello Spirito Santo. Ecco come Gesù Cristo diventa sorgente di amore in noi! Ecco come Gesù Cristo diventa il modello della vita di amore in noi! Ecco come Gesù Cristo diventa il modello del vero uomo.
Lo Spirito Santo é una forza. Lo Spirito Santo é una sorgente di vita. Lo Spirito Santo é spirito che vivifica.
Lo spirito non é una fantasia. Per esempio, quando non abbiamo più lo spirito, non siamo più vivi.
Lo Spirito Santo é spirito che si aggiunge al nostro spirito; lo Spirito Santo é vita che si aggiunge alla nostra vita, per renderci conformi a nostro Signore Gesù Cristo, perché siamo veramente degli uomini, e delle donne, perché siamo veramente santi per questa vita e per l’altra vita. Capite: per questa vita e non solo per l’altra vita!
Non entriamo in tanti discorsi, anche se sarebbe tanto naturale! I fatti che vediamo, che accadono ai tempi nostri, in tutto il mondo e vicino a noi, che cosa sono? Sono indice di una mancanza di amore, sono l’esplosione del contrario dell’amore, sono l’espressione dell’odio che si traduce in violenza, sono l’espressionre della violenza che distrugge anche ciò che c’é di più prezioso, che distrugge anche la vita e non capisce neppure perché la vita é preziosa.
Abbiamo bisogno dell’amore. Abbiamo bisogno che Qualcuno ci venga incontro per portarci una capacità di amore, che ci dia la forza di superare noi stessi, il nostro “io”, il nostro egoismo al fine di essere disponibili per gli altri. Essere interessati agli altri é un atteggiamento di amore. E’ fatica per una mamma donarsi ai propri figli, é fatica per una sposa donarsi unicamente al proprio sposo e viceversa. Hanno bisogno di aiuto per compiere queste fatiche, per dire “sì” all’amore. Allora dobbiamo rivolgerci a Dio, allo Spirito Santo.
Per questo non io, ma la Chiesa, la natura del cristianesimo, dice che la Pentecoste é la più grande solennità, dice che la Pentecoste é il centro di tutti i misteri cristiani, dice che la Pentecoste dovrebbe essere una grande festa perché: é la festa della presenza di una Persona che ci vuole bene, é la festa di una Persona che ci porta il dono dell’amore che é il più prezioso dei doni.
Quanta festa dovremmo fare oggi! Siamo in pochi a fare festa e forse non comprendiamo neppure il motivo della nostra festa. Dovremmo tanto comprendere il motivo di questa festa! Lo dobbiamo comprendere noi adulti anche per queste bambine e questi bambini, che attendono la cresima, che attendono la loro Pentecoste, che attendono il dono dello Spirito Santo, per poter crescere secondo le esigenze dell’amore, secondo la statura dell’amore, da perfetti cristiani, da seguaci di nostro Signore Gesù Cristo.
Pensate un po’, papà e mamme, voi avete la pretesa (capitemi bene!) che i vostri bambini e le vostre bambine ricevano la cresima a dieci, undici, dodici anni e, se il parroco vi propone di rimandare a più tardi, voi fate difficoltà. Forse pensate: togliamoci questo fastidio così non ci pensiamo più. Ecco, la cresima diventa un fastidio da togliersi! Ma, capite che cosa significa ricevere la cresima? E, se volete che i bambini ricevano la cresima a dieci o undici anni, comprendete che é molto grande la responsabilità vostra di stare vicino a questi bambini perché crescano secondo la statura dell’amore? I vostri bambini devono vedere in voi la maturità dell’amore, devono vedere nel vostro comportamento la realizzazione della vita nell’amore.
Come vedete, tutti abbiamo bisogno di pregare lo Spirito Santo che ci perdoni, che ci venga incontro, che ci aiuti a corrispondere al suo dono: il dono dell’amore di Dio.
OM 626 Pentecoste 74
2 Giugno 1974, Sant’Andrea, pentecoste e cresima