in una parrocchia della diocesi parla di Zaccheo
Dobbiamo riconoscerci in Zaccheo, uomo che
– nella sua condizione di uomo qualunque, veramente incuriosito del passaggio del Signore, vuole vedere Gesù.
Gesù, che vedeva tutto e vede tutti fin nell’intimo del cuore, risponde a questa curiosità, a questo desiderio di Zaccheo e domanda di essere invitato a casa sua. Zaccheo non avrebbe mai pensato di invitare Gesù in casa sua e tanto meno che Gesù si offrisse ad andare proprio a casa sua. L’incontro tra Gesù è Zaccheo è singolare, concretamente cristiano e religioso: è un incontro di salvezza.
Gesù incontra Zaccheo per salvarlo e Zaccheo riconosce subito di aver bisogno di salvezza. Riconosce senza tanti discorsi il suo peccato. Nel proprio mestiere guadagnava più del dovuto. Ammette di aver defraudato ed è disposto a rendere quattro volte tanto. E’ il tipico incontro di salvezza. Noi dobbiamo riconoscerci nel personaggio del vangelo, perché anche noi siamo nella condizione di peccatori.
Si può essere peccatori in tanti modi: quando ci si dimentica di Dio, nostro creatore e padre, quando ci si dimentica quello che Dio ha fatto per noi nel suo figliolo Gesù Cristo, quando ci si dimentica del dono di Dio che ci raggiunge personalmente il giorno del Battesimo e della Cresima. Potrei chiedere a tutti i cresimati: cosa ne avete fatto del dono di Dio che è, poi, li dono di se stesso nel suo Spirito. Questo dimenticarci di Dio è il nostro peccato.
La pretesa di impostare la vita sui nostri progetti o sui progetti proposti dagli uomini che prescindono da Dio, è il nostro peccato. Quasi tutti gli uomini, che propongono dei progetti di vita, prescindono da Dio.. I peccati più comuni che compiamo verso i nostri fratelli hanno sempre a che fare con Dio. Questi fratelli, prima di essere i nostri vicini di casa, prima di essere i nostri parenti sono creature di Dio, che hanno prima di ogni altro rapporto umano un rapporto particolare con Dio. Per ognuno di loro nostro Signore Gesù Cristo è morto in croce. Ad ognuno di loro è stato dato il dono dello Spirito Santo. E noi, nei loro confronti, come ci comportiamo? Ci comportiamo secondo le tendenze del nostro egoismo, del nostro interesse piccolo o grande? Capite che se un padre mette se stesso prima dei figli, prima della moglie – e viceversa – lì c’è l’egoismo? Estendete la cerchia dei rapporti umani e confrontateli con l’atteggiamento frequente del mettersi prima degli altri. Questo è il nostro peccato.
Dobbiamo riconoscere che tutti pecchiamo, che tutti in qualche modo defraudiamo. Anche se non defraudiamo rubando nel campo degli altri o alterando la bilancia, noi defraudiamo quando manchiamo di rispetto, di riguardo, di attenzione, di altruismo, di generosità, di disponibilità verso gli altri. Si dice: -non ho tempo-. Si arriva persino a non aver tempo per i propri figli. Uno dei fenomeni più tristi e largamente dannosi dei nostri tempi è quello dei genitori affannati per portare a casa una “busta” più consistente, che non hanno più il tempo per stare insieme ai figli ed ascoltarli. Siete soddisfatti perché avete preparato il pane, il vestito, la casa, un avvenire, ma i figli non sanno cosa farsene di tutto questo se non date voi stessi. Se prima di tutto, non date il vostro affetto, il vostro amore, la vostra convivenza, la vostra pazienza. Questo è un grave e serio modo di defraudare. Ciascuno può identificarsi con Zaccheo.
Tutti dobbiamo riconoscerci nel nostro fratello Zaccheo, ma noi possiamo fare anche altra constatazione. Noi siamo sicuri, sulla parola di nostro Signore Gesù Cristo, che Egli tutti i giorni ci viene incontro, e si incontra con noi oltre il nostro desiderio e oltre le nostre attese. Nel vangelo si legge che i compaesani mormoravano “Guarda, va in casa di un peccatore”. Gesù non ha paura di incontrarsi con noi, Gesù non ha paura di sporcarsi, Gesù è venuto per i peccatori, Gesù è venuto non per quelli che pretendono di essere i giusti ma per quelli che sono “fuori casa” perché non sono stati compresi o magari sono stati ingannati.
Noi, che questa mattina ascoltiamo la Parola, pensiamo che è Gesù che ci viene incontro? Gesù si incontra con noi ed è qui per strare in casa nostra. La casa nostra che è il nostro cuore, che è il nostro spirito, che è la parte più bella di noi stessi, e forse, è la parte più trascurata. Vedete un po’ come siamo. Noi cerchiamo di farci notare con un bel paio di scarpe, un orologio prezioso e un vestito elegante.
E’ giusto anche questo ma dentro di noi come siamo? Abbiamo preparato il nostro cuore con tutti quei valori che devono essere nel cuore di una creatura umana, per accogliere nostro Signore Gesù Cristo? Lui ci vuole entrare e, se ci fosse l’accoglienza come quella di Zaccheo, l’equilibrio del mondo riceverebbe una grande spinta verso un assestamento rassicurante.
Mentre ci sono molti squilibri che provengono dall’egoismo e dalla violenza di molti,
se nella comunità cristiana si verifica che uno, tre, cinque sono disponibili per la loro generosità, per la loro apertura del cuore, per l’impegno dell’amore a non mettere se stessi prima degli altri, nel mondo ci sarebbe un peso che schiaccia veramente verso l’amore e compensa il peso dell’odio e della violenza.
Sapete che noi uomini in questo mondo siamo intercomunicanti? Come si comunica l’amore, così si comunica la violenza. Si può comunicare di più l’amore che la violenza per la ragione profonda che l’amore è portato da nostro Signore Gesù Cristo, sorgente stessa dell’amore. Gesù non è stato fatto morire. E’ morto, lui, in croce. Questo è amore. Questa è la potenza di amore che porta un grande equilibrio nel mondo.
OM 670 Zaccheo 77