Concelebrazione dei sacerdoti con il Vescovo
Miei cari, oggi nella chiesa si proclama e si celebra l’evento più stupendo. Lo Spirito del Signore, dice il profeta, é sopra di me e perciò riceve una missione di portare motivi di gioia in mezzo al suo popolo.
Gesù riprende questa parola e dice: “Oggi si é adempiuta questa scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi. Ai profeti, lo Spirito veniva dato nel momento in cui dovevano adempiere al compito per cui erano destinati da Dio.
Gesù é stato concepito dallo Spirito. E’ diventato dopo la sua missione – dopo la sua morte e dopo la sua resurrezione – Spirito vivente e Spirito vivificatore, e si é posto nel cuore della creazione, e particolarmente della sua chiesa che siamo noi, che sono i nostri cuori, per essere Spirito vivificante.
E’ spirito vivificante, perché é Dio nel cuore della sua creazione, nel cuore della sua chiesa, nei nostri cuori, perché si accinge a trasformare tutta la creazione in una terra nuova e in cieli nuovi.
E’ all’opera nella sua chiesa per fare tutto nuovo, per fare le nuove creature di figli di Dio.
E’ nel nostro cuore per compiere la grande trasformazione. I nostri cuori di pietra per la sua azione, per il suo amore, per la potenza del suo amore, sono chiamati a diventare
cuori di carne,
cuori aperti,
cuori sensibili,
cuori generosi,
cuori che si danno, che diventano conformi al cuore del Figlio, di Gesù, il quale ha dato se stesso per la salvezza della moltitudine perché tutti fossero salvi.
E, lo Spirito del Signore, – Dio presente nel mondo, nella chiesa, nei nostri cuori,-
é Dio nascosto,
é Dio umiliato,
è Dio umile,
é Dio impotente, che sceglie le cose che non sono, per realizzare tutto ciò che deve essere.
Noi questa mattina consacreremo gli oli. Questa consacrazione é enormemente significativa di questo mistero profondo, commovente, toccante:
di Dio che sceglie cose da niente,
di Dio che si nasconde,
di Dio che si rende in certo qual modo impotente
per compiere le sue meraviglie :
sanare i cuori,
sanare lo spirito,
rallegrare lo spirito dell’uomo,
dargli una certezza.
La nostra celebrazione continuerà e sull’altare sarà portato il pane e il vino, e anche qui ci sarà un annientamento, un nascondimento, e questi segni così da poco così comuni diventeranno la realtà del corpo e del sangue, la realtà di Gesù Cristo, di colui che é Spirito di verità in mezzo a noi e per noi.
Ecco, miei cari, l’oggetto della celebrazione della nostra liturgia così bella, perché il nostro ministero esprime un momento di comunione, di comunione grande tra di noi e coi nostri fratelli segnati anch’essi dallo Spirito per il Battesimo e per la Cresima.
Questa celebrazione ci porta nel cuore del nostro essere cristiano, del nostro essere ministeriale a servizio del mondo, ma se saremo disposti ad accogliere il Dio che si nasconde dentro di noi, il Dio che si annienta dentro di noi, il Dio che si dona agli uomini, perché siano santi.
Mi pare che ci sia un invito al nascondimento, allo sforzo di non voler essere, di distruggere quel personaggio di apparenza che c’é in noi, ad annientarci in questo sentimento di umiltà davanti a Dio e davanti ai nostri fratelli, non per essere “di sotto” non per dominare ma per servire e dare la nostra vita in redenzione per la salvezza degli altri.
Il dono della nostra vita.
Il Signore ha voluto che vivessimo di questi momenti in questi tempi ultimi, perché ha toccato particolarmente alcuni dei nostri fratelli nel ministero, e li ha chiamati a sé e ha operato in loro la consumazione del dono di se stessi nell’umiltà e nel silenzio. Impressiona, quando così, nel nascondimento e nel silenzio, ci passa accanto e ci tocca! Vi devo dire cari fratelli che ieri sera c’é stato ancora un funerale: don Baboni di Moglia.
Li accogliamo, noi, questi inviti ad essere così nelle mani di Dio, perché egli possa fare di noi ciò che vuole e attraverso di noi compiere la sue meraviglie: questo invito ad essere “niente” nelle sue mani, come il pane, come il vino, come l’olio, perché lo Spirito vivificante di Dio operi nel mondo la grande trasformazione dei cuori. Non c’é altra strada, non c’é altra via.
Vedete che giorni noi viviamo nella nostra Italia e nel mondo. Quello che accade può essere anche considerato il frutto della durezza del cuore che si é sistematizzata nel mondo, nel mondo intero:nella potenza, in tutte le sue espressioni. Ma é impressionante questa durezza che arriva alla violenza e al delitto!
Chi può cambiare le cose? Non altra violenza, non altre oppressioni ma l’amore e voi sapete che Dio, per la salvezza di tutto il popolo e per quella salvezza che voleva realizzare nel mondo, si é sempre servito di un “resto”, di un manipolo di pochi che si aprissero alla sua azione, fossero docili alle sue ispirazioni, ai suoi inviti.
Noi siamo qui chiamati per questo, per il mondo intero.
Sono qui i nostri seminaristi che si preparano anch’essi ad essere ministri della salvezza di Nostro Signore Gesù Cristo. Guardano a noi, evidentemente. Noi li dobbiamo accogliere, sostenere, lasciatemi dire: rispettare e soprattutto amare. E questo lo dico non solo a voi sacerdoti ma a tutto il popolo santo di Dio.
Da questa mattina uno di voi, sacerdote, prende il posto di chi se ne é andato e accetta di mettersi al servizio dei nostri seminaristi. Lo fa con tanta trepidazione – ve lo posso garantire – perciò ha bisogno di essere compreso, sostenuto da tutta la nostra amicizia, da tutta la nostra preghiera e da tutta la nostra fiducia. E’ don Luigi Bolzani. preghiamo per lui. Preghiamo per il seminario perché garantisca la continuità della chiesa santa di Dio che si raccoglie in Mantova, questa presenza misteriosa, nascosta, annientata, di un Dio che fa meraviglie e ci salva.