19 Maggio in Sant’Andrea ordinazioni presbiterali
C‘è in mezzo a noi qualche cosa d’incontenibile. E’ un sentimento di gioia perché sta per accadere qualche cosa di grande, per la grazia di Dio.
Verrei che questo sentimento di gioia, per la capacità di ciascuno di rientrare in se stesso, fosse gioia dello Spirito, perché qui lo Spirito Santo è presente come nel cenacolo, come a Gerusalemme, come ad Antiochia, come a Roma, come in tutto il mondo per la missione che ha di suscitare in noi la fede e la carità: la fede in Gesù Cristo risorto, l’amore che ci spinge a volerci bene gli uni gli altri e quindi essere testimoni della presenza dello Spirito Santo, che è diffuso nei nostri cuori tutti i giorni, ma in particolare in questo momento per animarci della sua carità, del suo amore.
Sono appena ritornato da Roma dove per una settimana intera si è parlato e pregato per intendere il ruolo del Presbitero nella chiesa, oggi. Io non cercherò neppure lontanamente di ricordare a voi quello che ho udito e di cui sono stato partecipe. Dico soltanto a questi nostri cari e giovani fratelli che si trovano al punto decisivo della loro vocazione: lo Spirito Santo che da tanto tempo si fa sentire, oggi avrà la loro risposta, che sarà suggellata dalla imposizione delle mani, per cui saranno in mezzo al popolo di Dio pienamente disponibili al servizio dei fratelli e godranno della sua predilezione, non perché sono “di più” o diversi dagli altri, ma perché siano “di più” nella fedeltà al suo amore.
Miei cari, Dio vi ama come non si può neppure lontanamente immaginare. E’ soltanto per il suo amore che voi siete qui in mezzo a noi, oggetto della nostra attenzione, del nostro gaudio e della nostra gioia. Egli si impegna, col dono del suo Spirito, a farvi “suoi”, definitivamente.
Si parla di consacrazione nel mondo, si parla di consacrazione religiosa. Non c’è nella chiesa un’altra consacrazione ontologica e sacramentale, nella quale è impegnata la presenza di Dio per rendervi capaci di rispondere all’amore di Dio, per rendervi capaci a dire di sì in tutti i momenti in cui egli vi chiederà di essere al servizio dei fratelli per sostenerne la fede, per alimentarne la carità e per renderli atti a diventare testimoni della loro fede e della loro speranza.
Sono lieto che siate circondati da numerosi nostri sacerdoti. Dico a loro: – il tempo della nostra consacrazione è lontano e si allontana sempre di più, ma per Dio che ci predilige, che ci ama al di sopra di tutte le sue creature come membra del suo popolo, il tempo non ha spazio, il tempo è attuale. Noi siamo freschi di consacrazione come il giorno in cui siamo stati consacrati e l’amore Dio si è impegnato ad essere fedele tutti i giorni della nostra esistenza, perché la nostra vocazione continui ad essere fedele.
La vocazione non termina con la Ordinazione. La vocazione è un atto della predilezione dell’amore di Dio attuale tutti i giorni, perché possiamo essere all’altezza del compito che Dio stesso ci ha chiamati a svolgere a servizio del suo popolo. Vi lascio questo pensiero, miei cari fratelli nel sacerdozio. La vocazione, che è poi la fedeltà di Dio, che è il dono della sua grazia e del suo Spirito, è attuale in tutti gli istanti della nostra esistenza. Quando ci prende lo sconforto o la tentazione per le difficoltà nelle quali viviamo, quando ci prende il senso di solitudine, ricordiamoci della grazia della imposizione delle mani. Non è un atto consolatorio. E’ una realtà nella quale siamo immersi e per la quale possiamo essere all’altezza del nostro compito in qualsiasi occasione ci possiamo trovare, umanamente parlando.
A voi miei cari, papà e mamme, fratelli e sorelle, parenti e amici, a voi giovani che siete l’oggetto delle prime cure pastorali di questi nuovi ordinandi, cosa devo dire? Nel mondo in cui viviamo, che è segnato dall’egoismo, dalla violenza, dalla cecità ai valori spirituali, ci sono ancora dei giovani, come questi, che hanno scelto di servire la causa del bene, della fratellanza, dello spirito di dedizione, della testimonianza della carità sulle parole di Gesù “Amatevi gli uni gli altri”, “Amatevi come io vi ho amato”. Oggi, in questo momento, voi godete perché i vostri figli o amici sono ordinati sacerdoti, ma capite che sono una grazia? Capite che sono un dono? Lo dovete capire sempre più profondamente. Fatelo capire intorno a voi. Proponete la vocazione sacerdotale, la vocazione alla consacrazione per il regno di Dio, come un dono anche sul piano umano che ci fa così differenti, e nello stesso tempo così umani, non per un merito nostro ma per la grazia di Dio.
Coltivate le vocazioni, amatele, sollecitatele. Sollecitatele nel senso di chiedere ai sacerdoti, che vi diano ciò che soltanto essi vi possono dare: il dono della Parola di Dio, il dono della Eucaristia, il bene della forza dello Spirito
Ecco miei cari, che il gaudio che pervade i vostri cuori ha una giustificazione, una sorgente. E’ una grazia. E’ un dono. La riconoscenza accompagni la celebrazione della ordinazione sacra, che adesso incomincia e vi induca ad essere sempre impegnati, a rimanere nell’intimo del vostro cuore dove si ripercuote l’eco di quanto avviene nella Chiesa santa di Dio.
OM 674 Ordini 79
19 Maggio 1979 Sant’Andrea, ore 17
Rubes don Gabriele di Castel Goffredo – Belladelli don Marco di Formigosa – Corridori don Daniele di Goito