Festa di Pentecoste 3 giugno 1979 ore 18.30 in sant’Andrea
Carissimi, anche se non lo volessimo, si impone alla nostra attenzione la presenza di questi nostri piccoli – si fa per dire!- fratelli e sorelle che attendono la Cresima. Miei cari, la nostra attenzione oggi dovrebbe essere ancor più richiamata alla celebrazione della solennità di Pentecoste nella quale siamo impegnati.
Avete udito ciò che è accaduto per gli apostoli e per i discepoli a Gerusalemme. Conoscete il fatto costatato dalle persone più disparate, arrivate a Gerusalemme da tutte le regioni per il giorno di Pentecoste, quindi un fatto certificato da numerosi testimoni di tutte le tendenze e di tutte le provenienze.
Sul far della sera, su tutti quelli che erano radunati nel cenacolo, scesero delle lingue di fuoco e vi fu come un fuoco grande. Era la manifestazione dello Spirito Santo. Era lo Spirito Santo che prendeva possesso delle persone raccolte nel cenacolo per timore dei giudei, ma anche per indicazione di nostro Signore Gesù Cristo il quale aveva promesso che non dopo molti giorni avrebbero ricevuto lo Spirito Santo.
I due fatti: la presenza dei cresimandi, la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e i discepoli a Gerusalemme, non sono soltanto intimamente connessi ma sono la continuità dello stesso avvenimento. Gesù compie la sua missione fondando la chiesa e dando alla chiesa la capacità di comprendere il mistero della sua persona, il mistero dell’obbedire al suo comandamento e di testimoniarlo a tutti gli uomini, in tutti i tempi della storia. Questo è il fatto di Pentecoste: è la capacità di intendere il mistero di nostro Signore Gesù Cristo,è il mistero della nostra fede.
Tutti i misteri della fede non si possono comprendere con la sola intelligenza e con i nostri ragionamenti, perché riguardano delle realtà infinitamente superiori alla realtà della nostra persona, alla realtà del nostro essere e perciò abbiamo bisogno che Qualcuno ci venga incontro e ci aiuti. Ed ecco che Gesù diventa il nostro salvatore perché ci dà la possibilità di entrare nel mondo della salvezza con la nostra comprensione, ci dà la possibilità di capire il mistero della fede con le nostre capacità umane.
Queste ragazze e questi ragazzi e del resto ognuno di noi, abbiamo il dono della fede, ma rimane difficile, anzi, impossibile capire nostro Signore Gesù Cristo, tutto il suo vangelo, tutto il suo messaggio. Ecco allora il dono dello Spirito Santo che è un dono d’illuminazione. La Terza Persona della Santissima Trinità, proprio per la sua presenza in noi, illumina la nostra capacità di intendere, ci introduce nella conoscenza della vita cristiana, ci dà la possibilità di vivere ciò che riguarda la nostra fede.
Noi siamo sulla linea della continuità perché Gesù non è venuto solo per gli apostoli, non è venuto solo per i discepoli e per quelli che si trovavano a Gerusalemme il giorno di Pentecoste. Gesù è venuto per tutti gli uomini di tutti i tempi, quindi per ciascheduno di noi. E ci viene incontro con il dono del suo Spirito che illumina la nostra mente. Ma non è sufficiente capire i misteri della vita cristiana. Bisogna viverli perché il cristianesimo è una proposta di vita. Bisogna, quindi, osservare il comandamento della vita cristiana che è l’amore di Dio e l’amore per il prossimo.
Dal momento che, proprio per l’azione di nostro Signore Gesù Cristo e del suo Spirito, noi diventiamo figli di Dio, acquistiamo un altro rapporto con il Padre e con i fratelli, acquistiamo un rapporto di figliolanza rispetto a Dio e di fratellanza verso tutti gli uomini. Dal momento che Dio ci è padre, gli altri non sono degli estranei, ma “ogni uomo è mio fratello”, come ha detto Paolo VI.
E’ facile nella nostra vita quotidiana amare Dio come un padre?
E’ facile tenerlo presente come un padre?
E’ facile amare i nostri fratelli prescindendo dal nostro interesse, dal nostro gusto, dal nostro piacere e tanto più dai nostri capricci, dalle nostre passioni ed essere a disposizione degli altri e vivere per gli altri?
E’ facile essere così in casa? Fuori di casa, è facile essere disponibili per gli altri?
Rispetto al mondo, siamo nella disposizione di essere al servizio e non il contrario?
Non è facile. E’ l’impegno più grande. Siamo in un discorso di impegni da assolvere tutti i giorni e poiché costatiamo che non è facile, ecco che ci viene dato lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo, che è spirito di fortezza, di coraggio, di generosità, di amore per superare noi stessi.
Ma, c’è un altro impegno. Se essere cristiani significa capire le cose meravigliose e stupende che Dio Padre Figlio e Spirito Santo hanno compiuto per la salvezza del mondo, noi dobbiamo dire agli altri in che cosa consiste la salvezza cristiana e non lo dobbiamo dire a parole, ma lo dobbiamo dire con tutte le espressioni della nostra esistenza. Gesù dice: sarete miei testimoni. E’ una predizione, è un precetto, è una proposta.
Ci pensiamo ad essere, testimoni di nostro Signore Gesù Cristo nel mondo in cui viviamo e specialmente in casa, nella cerchia del nostro ambiente di esistenza e di lavoro?
Ci pensiamo ad essere, testimoni di nostro Signore Gesù Cristo nei rapporti di vario genere che comportano gli interessi, la coltura o altro?
Se siamo in chiesa abbiamo questo obbligo, ma non siamo soli. Lo Spirito che è in noi ci dà il coraggio della testimonianza.
Per questi figlioli, stanno accadendo cose serie, impegnative per la loro esistenza, ma se guardiamo alla loro età vediamo che sono ancora giovani e se guardiamo alle loro persone non possiamo pretendere che siano quello che esige la grazia del sacramento che stanno per ricevere.
Hanno, allora, tutto il diritto di guardare a ciascuno di noi, ai papà, alle mamme, ai padrini e alle madrine, ai parenti, agli amici e domandarsi: come vivono la loro cresima? Veramente sono persone impegnate con lo Spirito di Dio? Veramente cercano di approfondire la loro fede con il dono della luce dello Spirito Santo? Veramente mettono al di sopra di tutti i sentimenti la capacità di amare che lo Spirito Santo diffonde nei cuori?Veramente sono persone che danno testimonianza di nostro Signore Gesù Cristo insieme allo Spirito Santo? Ecco i grandi interrogativi dinnanzi cui siamo tutti noi che ci prendiamo la responsabilità di imporre le mani, di tutti voi che ci presentate questi piccoli, di tutti quanti partecipiamo alla celebrazione di Pentecoste, la grande solennità, che dovrebbe essere il culmine della celebrazione della Pasqua. Purtroppo non lo è, perché non si capisce, perché non si comprende che non ci può essere cristianesimo completo senza questa Presenza e senza questa azione dello Spirito di Dio.
Riflettiamo e tiriamo le conseguenze indispensabili, dopo aver ascoltato la Parola del Signore con l’impegno di meditarla nel nostro cuore perché abbiamo la responsabilità della testimonianza non solo davanti a Dio ma anche davanti alla nuova generazione di cristiani che si inserisce nella nostra famiglia parrocchiale e liturgica.
OM 675 Pentecoste 79
3 Giugno in Sant’Andrea, ore 18,30