Corpus Domini 17 giugno 1979
Il nostro cuore è toccato da ciò che abbiamo compiuto insieme, stretti intorno al sacramento del Signore, alla sua presenza reale. Al termine di questo tragitto che materialmente e sacramentalmente abbiamo compiuto con lui, quali devono essere i pensieri che illuminano la nostra mente? Dell’eucaristia si dice: fare la comunione.
Miei cari, ci troviamo veramente dinanzi al più insondabile mistero di comunione. E’ Dio, – il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo – che da tutta l’eternità vuole fare comunione con noi e vuole introdurci nella comunione della sua esistenza!
La vita di Dio, per quello sappiamo attraverso il barlume della fede, è un cammino, una storia per realizzare questa comunione. Il Padre prepara la venuta del Figlio perché diventi uno di noi, uomo veramente uomo, per dare la possibilità a noi poveri uomini di diventare figli di Dio.
Gesù fa il primo passo per noi verso la comunione con Dio, verso la partecipazione alla sua vita, alla sua natura, al suo amore. Gesù cammina verso questa comunione. Gesù desidera il giorno della celebrazione della Pasqua coi discepoli. Gesù desidera di essere elevato da terra. Gesù desidera di morire sulla croce per attirate tutti a se. Il gesto della comunione, al di là d’ogni pensiero umano, si realizza in un modo drammatico, commovente e umanissimo: nelle mani aperte di Gesù sulla croce. Così il nostro Dio vuole stringerci a se.
Dopo essere stato elevato sulla croce, dopo essere risorto, Gesù nel nome del Padre ci manda il suo Spirito per rendere piena la comunione di Dio con noi. Gesù ha comunicato a noi lo Spirito Santo, in cui siamo rinati per il battesimo e in cui siamo stati confermati, perché diffonda l’amore nei nostri cuori. Queste sono le tappe essenziali della storia di una comunione di Dio per ciascuno di noi.
Pensate allo slancio di Dio che parte dall’eternità, dall’abisso dell’essere, per stringerci a sé! Pensate alla forza del desiderio di Dio espressa da nostro Signore Gesù Cristo, realizzata nello Spirito Santo, di celebrare per noi la sua Pasqua, cioè mangiare lo stesso pane, bere allo stesso calice, per fare insieme un solo corpo. Come conseguenza della comunione di Dio con noi, deve esserci la nostra comunione con i fratelli.
Direte: il vescovo ci dice sempre queste cose. Che cosa dire, se queste sono le cose che il Signore, principalmente ed essenzialmente, ci ha detto nella sua rivelazione? Un cuor solo e un’anima sola. Ecco l’altro aspetto della comunione, è comunicare tra noi. Il mondo ha bisogno della comunione. Il mondo ha bisogno di persone che si vogliono bene. Il Signore ha bisogno di persone che si vogliono bene come Gesù Cristo ha voluto bene. Allora rispondiamo a quest’esigenza di Dio, rispondiamo a questa esigenza del mondo, rispondiamo a questa esigenza profonda del nostro cuore. Accogliamo la comunione di Dio con noi, per essere in comunione tra noi e per essere un segno, uno strumento, un richiamo di comunione per tutto il mondo.
OM 691 Corpus Domini 79