S. Andrea – 16 Maggio 1981- Ordinazione presbiterale
Sia lodato Gesù Cristo.
Carissimi, noi compiamo questa concelebrazione, a cui è annesso il conferimento dell’ordine sacro di sei nostri diaconi, con il pensiero, con il cuore, con la preghiera rivolta a quella camera del policlinico Gemelli dove il vicario di Cristo sconta nella propria carne l’odio e la violenza che caratterizzano questa triste ora della storia. So che per lo zelo dei vostri sacerdoti avete già pregato. Vi lodo, pregate ancora, preghiamo tanto non solo perché il S. Padre guarisca pienamente, ma anche perché il mondo impari, il mondo capisca, il mondo si ravveda.
Ed ora un breve richiamo dalla Parola di Dio proclamata in questa celebrazione, cioè, la domanda di Filippo conosciuta da tutti sulla quale noi dobbiamo meditare questa sera. La domanda suona così: “Signore, mostraci il Padre e ci basta! . Gesù aveva tanto parlato del Padre, aveva parlato così bene del Padre che negli apostoli e nei discepoli rimaneva soltanto un desiderio: quello di vedere il Padre.
Tommaso dimentica le parole che sono all’inizio del Vangelo di S. Giovanni dove Gesù dice: -Il Padre non l’ha veduto nessuno se non Colui che viene dal Padre- Ed è per questo che Gesù risponde a Filippo: – Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto? Chi ha visto me ha visto il Padre.
Una parola misteriosa, ma è la parola del Vangelo dell’annunzio. L’annuncio gioioso che il Padre si è fatto vedere nel Figlio suo Gesù Cristo, vissuto in mezzo a noi in tutte le vicende della vita umana con umiltà, con dolcezza e con il dono totale di se stesso, per compiere fino in fondo la volontà del Padre, che vuole ammettere gli uomini alla partecipazione della sua natura, della sua vita, della sua esistenza.
La domanda di Filippo, miei cari sacerdoti, miei cari ordinandi, è la domanda che sale dal mondo, dalla storia, da tutte le culture, anche dalla nostra così turbata. Vogliamo vedere Dio. Vedere Dio é il desiderio intimo di tutte le creature umane. Ognuno darà a questo desiderio la formulazione sua personale, ma è un desiderio reale che sta nel profondo del cuore di tutti gli uomini, di tutte le donne.
Ora, Gesù dà una risposta dove c’è – scusate la parola – la reciprocità di un’immanenza: dell’essere dentro l’uno nell’altro. Come fanno due persone ad essere l’una nell’altra? Con la conoscenza, con l’amore, con la condivisione della vita , con la comunione della vita . Il mistero dell’immanenza del Figlio nel Padre e del Padre nel Figlio è un abisso sul quale, appena appena, possiamo affacciarci, ma noi dobbiamo tenere per certe le parole di Gesù: “Chi vede me vede il Padre mio”.
C’è un discorso più avanzato nel Vangelo di Giovanni, proprio vicino a queste parole, e che ci mette sulla strada per una risposta da dare a tutti quelli che ci chiedono: – dov’è Dio, mostraci Dio-. Gesù dice: ” credetemi, io sono nel Padre, il Padre è in me e io in voi e voi in me”
Questa parola è detta ai discepoli e agli apostoli.
Questa parola è detta nella storia al Sommo Pontefice, ai vescovi, ai presbiteri e a tutti i credenti.
Queste parole – in un modo caratteristico, per la forza della grazia del sacramento dell’ordine, per un’azione dello Spirito Santo a cui fa allusione Gesù prima di queste parole sono vere soprattutto per noi che riceviamo il dono dello Spirito Santo attraverso l’ordinazione sacra.
Credetemi – dice Gesù di noi – io sono nel Padre. Il Padre è in me e io in voi e voi in me”.
Gli Atti degli Apostoli, come avete sentito, riferiscono di un episodio che – se così si può dire – ha dirottato l’attività apostolica. C’erano i poveri e le vedove da servire, c’erano le mense a cui attendere, ma gli apostoli, per bocca di Pietro, ad un certo punto dicono: – Non è giusto che noi dedichiamo il nostro tempo a queste iniziative, che pur sono buone. Noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della Parola, per essere in grado di essere lo specchio della presenza di Dio nel mondo.
Questa sera, tutti noi che ci troviamo qui in presbiterio, prendiamo atto della decisione apostolica che ci riguarda, perché il nostro ministero è sulla continuità della missione apostolica. Noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della Parola. Il nostro ufficio, il nostro compito primario, perché la gente abbia ad accorgersi che c’è qualche cosa di misterioso in noi e che questo qualche cosa prende il nome di Padre che sei nei cieli, dobbiamo impegnarci nella preghiera, ad accogliere la Pietra viva ed angolare che è nostro Signor Gesù Cristo nella nostra esistenza, e dargli tanto spazio nella nostra giornata fino al momento in cui ci incontriamo con Lui nella profondità del nostro cuore dilatato dalla grazia della presenza dello Spirito Santo.
E lì, incontrandoci con Gesù Cristo, ci incontriamo con il Padre. Lì, sempre sotto l’azione dello Spirito Santo, scopriamo con più chiarezza e con più sicurezza il piano di Dio nella storia dei nostri giorni, per gli uomini nostri fratelli nei giorni della vita che condividiamo con loro. Lì verranno fuori tutte le sensibilità che ci faranno avvertire la vita indifesa, la vita sfruttata, la vita oppressa, la vita alienata.
Questi sentimenti non ci vengono da analisi più o meno sociologiche. Questi sentimenti ci vengono da una sensibilità evangelica, che è propria del cuore di nostro Signor Gesù Cristo, il qual è tutto preoccupato di portare a compimento il disegno del Padre di salvare gli uomini per la vita eterna, ma anche per la vita presente, nella misura in cui l’uomo risponde all’azione che Dio vuole svolgere nel mondo specialmente per il ministero sacro.
E a voi fratelli e sorelle nel battesimo e nella cresima, dotati del dono dello Spirito Santo
e della pienezza del dono dello Spirito Santo che diffonde nei vostri cuori la capacità di amare – che cosa divina! – guardate alla preziosità del ministero sacro, abbiatene una grande stima. In un modo singolare, ma vero, Gesù è in noi.
Quanto deve sprofondarsi nell’umiltà la nostra povera persona dinanzi ad un’affermazione come questa!
Gesù parla per bocca nostra, Gesù è presente sull’altare attraverso le sue parole ripetute da noi, sul suo comandamento: “Fate questo in memoria di me”. Gesù è con noi quando sono assolti i peccati. Quando gli uomini si riconciliano con Dio e tra di loro. Gesù è con noi, perciò voi siete battezzati, siete cresimati, siete sposati. Oh in quale modo singolare è presente nel sacramento del matrimonio!
Ma stavo dicendovi: abbiate una grande stima del ministero sacro e favorite con le vostre richieste religiose e cristiane, una certa sollecitudine da parte nostra, perché diventiamo in grado di darvi la grande risposta, di condurvi a Dio, al Padre, alla comunione con Lui. Ma, ricordate anche e ricordiamolo tutti che il dono della vocazione sacerdotale, come del resto in altra misura il dono della consacrazione religiosa, è dono di Dio. E allora pregate il Padre per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, sotto l’azione viva dello Spirito Santo, che è in ciascheduno di voi, che ci conceda questi doni.
Quella di oggi é un’assemblea liturgica particolare , è un’assemblea viva: rispondete a tutti gli interventi di chi presiede questa liturgia ed é buon segno. Vedo tra voi parecchi ragazzi e molti giovani. Non vi dicono niente questi vostri amici? Questi che per alcuni anni sono stati i vostri compagni? Non dicono niente per la prospettiva del vostra vita? Mettetevi in grado di ascoltare la voce del Signore nell’intimo del vostro cuore.
E voi papà e mamme, col vostro esempio, con la vostra preghiera, con la vostra disponibilità, aprite il cuore a tutte le chiamate per i vostri figlioli, perché si continui in terra il ministero di nostro Signor Gesù Cristo, che vuole rivelarci il Padre.
OM 652 Diaconi 81
S. Andrea – 16-5-1981- Ordinazione presbiterale.
Beruffi don Giuseppe- Lazzarin don Flavio- Mani don Marco- Negri don Gianpietro-Rossato don Augusto