riflessione del venerdì santo dopo la lunga lettura della passione
Carissimi davanti al vostro sguardo c’è l’immagine di Gesù crocifisso, sull’altare ci sono le reliquie del preziosissimo sangue, per le vie della città c’è tanta gente e dietro la processione ci sono tanti uomini. Per tutto questo, in questo momento, miei cari, vi dico soltanto che la presenza di Gesù nella sua chiesa é un fatto che possiamo toccare con mano. Attraverso duemila anni di storia la chiesa sarebbe soltanto un ricordo storico, mentre – ripeto- é una presenza vivente perché porta in sé Cristo morto e risorto.
Cristo morto é il dono del Padre a tutti noi che siamo dei peccatori. Cristo morto é la misura dell’amore di nostro Signore Gesù Cristo presente nella sua chiesa, operante nella chiesa e che, nella chiesa, dice al mondo parole di perdono, parole di fiducia e soprattutto parole di amore vicendevole. La chiesa è l’unica cattedra in tutto il mondo che parla di amore, perciò di pazienza, perciò di perdono, perciò di comprensione, perciò di vera pace.
Voi siete qui in chiesa. Io so che molti vi ritorneranno per la vigilia della Pasqua, la grande vigilia e che saranno presenti nella chiesa il giorno di Pasqua. Io invito tutti voi. Fate Pasqua. Fate il “passaggio” dalla parte di nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, morto in croce perché ci vuole salvare dalla nostra disperazione, dai nostri terrori, dalle nostre paure, dai nostri rimorsi, dall’odio che a volte colpisce ognuno di noi.
Fate Pasqua! Fate il passaggio, attraverso una bella confessione, dallo stato in cui si trova la vostra coscienza in questo momento ad uno stato di grazia, ad uno stato di riconciliazione con Dio e con i fratelli, ad uno stato di pace interiore. Siamo nervosi, irascibili, impazienti, mai contenti. Mettiamoci davanti a Gesù crocifisso e affidiamo a lui le nostre mani, il nostro cuore, la nostra testa piena di pensieri e di preoccupazioni, e lasciamo che la sua parola, la sua grazia, il suo amore ci salvino.
OM 649 Venerdì 83