Carissimi, il nostro incontro avviene nella solennità più festosa dell’anno liturgico: l’ascensione in cielo di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù é venuto dal Padre nel mondo, ora lascia il mondo per ritornare al Padre.
E’ comune anche tra i credenti l’interrogativo: nessuno é mai venuto “dal di là” per dirci come stanno le cose. Miei cari, riflettiamo un pochettino con calma.
Cerchiamo di approfondire le cose e vediamo se questa affermazione, che facilmente si coglie, ha un fondamento. Se proprio la nostra fede abbia una risposta? Se proprio per il nostro trovarci insieme in chiesa questa sera nel desiderare il dono dello Spirito per i vostri figlioli, abbia una risposta? Proprio nella affermazione perentoria che ciascheduno di voi fa quando fosse interrogato: io sono cristiano? E anche quando – o per la sua condotta o certe sue scelte- facesse sorgere dei dubbi, insiste a dire: io sono cristiano?
E’ curioso quello che capita ad un ecclesiastico, ad un vescovo per esempio: di incontrarsi con persone estranee che traggono il portafoglio – non per far vedere una tessera! No. – per fare vedere una immagine sacra. Potrà essere s.Antonio, san Giovanni Bosco, il Sacro Cuore. Quella é la loro tessera di riconoscimento: io sono cristiano e soggiungono: magari, qualche volta vado anche in chiesa. Lasciamo stare se qualche volta o tante volte uno va in chiesa.
Ma, quella presunzione, che io ritengo legittima di ognuno di noi di ritenersi cristiano, non si fonda forse proprio sul fatto storico, documentato che resiste
a tutte le prove del tempo?
a tutte le prove di ostilità?
a tutte le usure?
al fatto che il Figlio di Dio é venuto a dirci che cos’è l’altra vita?
al fatto che c’é Uno che sta al di là, al di sopra, non ha dimensioni temporali e spaziali, il quale é al principio, all’origine di tutto e di tutti?
Non si fonda, forse, proprio sul fatto storico, documentato che questo ce lo ha narrato Colui che viene dal Padre: Gesù Cristo il Figlio di Dio fatto uomo, durante tutta la sua vita pubblica nell’esercizio di tutto il suo ministero?
Talmente che ad un certo punto Gesù può dire al suo uditorio: “se non volete credere alle mie affermazioni, se non volete credere alle mie parole, credete ai fatti”?
E i fatti richiamati da nostro Signore Gesù Cristo li conoscete.
Rimetteva i peccati e i farisei dicevano: chi può rimettere i peccati se non Dio?
E Gesù: “affinché sappiate che io ho il potere divino di rimettere i peccati”, cioè, affinché sappiate che io vengo da Dio proprio per la salvezza degli uomini, per rimettere loro i peccati, per attirarli dalla distanza in cui stanno nella famiglia di Dio, chiede:- é più facile dire ti sono rimessi i tuoi peccati -, oppure dire:- sorgi e prendi il tuo lettuccio e cammina?
E proprio perché sappiate che il Figlio dell’uomo, che é il Figlio di Dio, Gesù Cristo diventato figlio dell’uomo, nostro fratello ha questo potere, io dico: prendi il tuo lettuccio, alzati e cammina! Questo é avvenuto davanti agli occhi di tutti.
Ma Gesù non dà soltanto il potere di camminare agli storpi e di vedere ai ciechi e di udire ai sordi, ma riuscita i morti.
-Nessuno può ridare la vita se non sta al principio della vita, -se non é all’origine della vita, -se non é l’autore della vita.
E Gesù, tutta la sua vita pubblica, tutto il suo ministero lo spende proprio per garantirci
-che c’é un’altra vita,
-che “al di là” c’é un Padre:
-c’é Dio che é Padre,
-c’é Dio che é il Padre di nostro Signore Gesù Cristo ,
-c’é Dio che é il nostro Padre.
E quando Gesù é interrogato dai discepoli perché insegnasse loro a pregare ha insegnato: “Padre nostro che sei nei cieli”. Dunque, il Padre nostro! Che é prima di nostro padre, che é all’origine di ogni paternità, da cui proviene ogni paternità e ogni maternità nel mondo, nella vita, tra gli uomini!
Gesù ci fa pregare con le parole “Padre nostro che sei nei cieli”. Cioè, che non sei lontano, ( perché i cieli sono una figura, una immagine), che stai al di là della nostra vita presente, ma sei vicino, che sei tanto vicino perché la vita dell’aldilà é tanto vicina alla vita di qua. E’ tanto prossima. Ci separa soltanto un filo.
Tutti sappiamo come la nostra vita sia legata a un filo. Meno male che noi non siamo molto informati sulla nostra costituzione, come lo sono certe persone che mi stanno qui davanti, se noi lo sapessimo, quasi avremmo paura a muoverci, a mangiare, a coricarci per dormire, a camminare…paura, perché la nostra vita é legata a un filo. Un niente può dissolvere la nostra vita. Siamo vicini “all’ al di là”!
E nell’ “al di là” che noi chiamiamo cielo,
c’é il Padre,
c’é Uno che ci vuole bene,
c’é Uno che ci attende per introdurci nella sua casa,
c’é Uno che ci attende per introdurci nella sua vita.
C’é l’immensità dell’universo , c’é l’armonia di tutto il cosmo, ci sono le profondità dei segreti della natura che tutta la scienza non ha ancora potuto scoprire e che, a mano a mano che va avanti nel suo cammino, si accorge di essere sempre più lontana da una mèta definitiva. Ebbene, “al di là” c’é Dio che ha creato tutto questo, che é il principio, l’origine di tutto questo.
Si dice di anni di luce, si dice di miliardi di anni luce. Cose pazzesche. Ebbene, tutto questo Dio lo ha fatto per noi, perché noi avessimo la gioia di vedere una stella in cielo, perché noi fossimo attirati “dall’al di là” di questa vita, perché là c’é una vita più importante di questa vita.
E la testimonianza di nostro Signore Gesù Cristo sta tutta qui: c’é una vita più importante di questa vita.
Miei cari, non per togliere importanza alla vita presente. No. La vita presente ha il suo valore, anzi, é il germe , é il prezzo, é la via per raggiungere l’altra vita. E Gesù Cristo é venuto a vivere la nostra vita perché noi potessimo vivere la sua vita: la sua vita di uomo vero: morto, risorto e asceso al cielo.
Io non posso abusare della vostra attenzione, miei cari, ma non posso non farvi rilevare che la morte, la risurrezione e l’ascensione al cielo di Gesù sono le testimonianze, le prove, il sigillo che Gesù ha voluto darci della vita eterna.
Perché Gesù é morto? Perché voleva garantirci, rassicurarci che c’é un Padre che ci ama fino a dare il suo Figlio, e il suo Figlio ha espresso l’amore del Padre con il dono di se stesso e nessuno ha un amore più grande di colui che dà la vita per chi ama. Gesù ha dato la sua vita per garantirci che il Padre é il nostro Padre, che noi siamo figli di Dio.
Ma Gesù é risorto dalla morte, ha vinto la morte. Non soltanto la morte degli altri ma la propria morte! Vuole dire che egli non era semplicemente uomo ma, come ha affermato, era veramente Dio e lo ha dimostrato. Ed é risorto per dirci: non temete: la morte non é la fine, la morte non é la distruzione, la morte non é la catastrofe, la morte anche se rimane un enigma ha una sua risposta chiara nella vita che viene dopo, di cui io vi do testimonianza nella mia persona: eccomi in mezzo a voi, ero morto e adesso vivo. Toccate: un morto, un fantasma, non ha carne e ossa come io ho. E, dinanzi alla titubanza degli apostoli e particolarmente di Tommaso, oh!, come la risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo é attestata! Dunque per la testimonianza di Gesù c’é la vita eterna.
E infine il suo ritorno al Padre. Non é una favola che egli ha un Padre che sta nei cieli. Egli ritorna al Padre alla vista di tutti: dei discepoli, degli apostoli che non hanno ancora capito il mistero della persona di nostro Signore Gesù Cristo, che non hanno ancora capito il messaggio di nostro Signore Gesù Cristo, che proprio al momento in cui egli sta per salire al cielo pensano che sia venuto il momento di ristabilire il regno di Israele, un regno terreno. E Gesù non sta a fare questione,dice: state in Gerusalemme raccolti fin che si adempia la promessa: riceverete lo Spirito Santo, e allora capirete.
E gli apostoli hanno capito chi era Gesù e la sua testimonianza e il suo messaggio di vita eterna.
E gli apostoli hanno avuto il coraggio, questo messaggio, di testimoniarlo dinnanzi alle folle, ai nemici, alle persecuzioni e alla morte. E gli apostoli hanno avuto il coraggio di testificare dinnanzi al mondo che non c’é un amore più grande di chi da la vita per i propri fratelli.
E la chiesa fondata sugli apostoli, attraverso i secoli, con tutti i suoi difetti, con tutte le sue lacune, con tutte le sue ombre, con tutte le sue mancanze, – sì, con tutte le sue mancanze – ha tenuto vivo il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Ma non da sola! Ma per quell’azione dello Spirito, che nostro Signore Gesù Cristo aveva garantito che avrebbe mandato dal cielo insieme al Padre, per tutti i credenti perché avessero la capacità, il coraggio, la forza di credere.
Questa testimonianza é presente ancora oggi nella chiesa, per cui il Vangelo non é semplicemente un libro. Se il Vangelo fosse semplicemente un libro oramai sarebbe relegato nelle biblioteche. Il Vangelo é una vita e questa vita poggia su nostro Signore Gesù Cristo risorto e che siede alla destra del Padre e che ci manda continuamente il suo Spirito perché noi possiamo essere illuminati, sostenuti, animati dal suo Spirito che é spirto di amore.
Ecco miei cari, qualche cosa sulla celebrazione di oggi in cui si inserisce il conferimento della cresima.
Come vi ricordo sempre, la cresima dei vostri figlioli deve diventate il momento in cui rivive la nostra cresima. Lo Spirito, che ci é stato dato perché potessimo avere l’intelligenza del mistero del Signore, perché avessimo il coraggio di seguire nostro Signore Gesù Cristo
e al di sopra di tutto avessimo la capacità di amare come ha amato nostro Signore Gesù Cristo. Questo Spirito ci é stato dato non ci é più stato tolto. E’ in noi. Che cosa ne abbiamo fatto, che cosa ne facciamo?
La cresima dei vostri figlioli deve essere il momento in cui rivediamo, rinverdiamo, lasciamo che spunti una nuova primavera nella nostra persona animata dallo Spirito di Dio, che ci fa veramente cristiani e fa la Chiesa strumento, sacramento, segno della presenza nel mondo di nostro Signore Gesù Cristo, che é venuto a narrarci come stanno le cose “nell’al di là”.
Sia lodato Gesù Cristo e…abbiate pazienza.