Natale 1985. Ultima omelia di Natale in S. Andrea
Carissimi tutta la liturgia nella Chiesa é una esplosione di gioia perché é Natale, perché il Figlio di Dio si é fatto uomo e si é manifesto come bambino. Il bambino dice tenerezza, il bambino dice innocenza, il bambino dice affetto. Questa tenerezza, questa innocenza, questo affetto sono manifestazioni dell’amore del Padre verso gli uomini, dell’amore del Figlio di Dio che, facendosi uomo, é nella condizione di dare se stesso, un giorno sulla croce e poi nel mistero della risurrezione.
Questo bambino ci invita ad essere teneri, ad essere innocenti, ad essere affettuosi. Il Natale parla al nostro cuore, Gesù bambino che parla al nostro cuore: parla di bontà, parla di tenerezza, parla di innocenza, parla di amore.
Dové la nostra tenerezza? Vogliamo la tenerezza per noi, la gustiamo; quando si manifesta é un momento di gioia. Questa tenerezza è in contraddizione della violenza del mondo, della violenza del peccato. Il peccato , ogni peccato, é il contrario della tenerezza. Gesù bambino ci richiama l’innocenza quindi ci richiama a detestare il peccato, a pentirci di ogni peccato, ad opporci a tutti i peccati che sono il contrario della innocenza. L’innocenza di un bambino, come ci colpisce, come ci commuove, come ci intenerisce!
L’affetto che Gesù bambino ci richiama, ci dice di essere affettuosi, che é il contrario di ogni cedimento a tutte le passioni che sono invece espressioni di egoismo. Ci dice di essere affettuosi: i piccoli verso i grandi, i grandi verso i piccoli nel senso di essere accoglienti, disponibili, attenti.
Ecco, miei cari, cosa ci dice il Natale! Tutto questo che è il frutto del Natale, che é il frutto della presenza nel mondo di un Bambino che si chiama Gesù, non é il frutto della nostra giustizia o della nostra natura. La nostra natura é toccata dal peccato. La nostra natura é avvelenata dal peccato. Ci vuole un’altra forza, ci vuole un’altra energia, ci vuole una altra grazia ed é quella dello Spirito Santo.
Questo bambino é stato concepito per opera dello Spirito Santo.
Questo bambino vive in noi, risuscita in noi, si afferma in noi, come abbiamo ripetuto, in tenerezza, in innocenza, in bontà per opera dello Spirito Santo. La nascita di Gesù é un richiamo della nostra nuova nascita di figli di Dio, per opera dello Spirito Santo presente in noi, che agisce in noi dal giorno del nostro battesimo. Natale é il richiamo al nostro battesimo.
Miei cari, dové il nostro battesimo?
Dové questo concepimento nuovo per opera dello Spirito Santo, per cui diventiamo figli di Dio, nel Figlio di Dio, per opera dello Spirito Santo?
Il Natale, ogni Natale, ci riporti al nostro battesimo, ci riporti alla novità della vita cristiana, ci riporti a questa esigenza della grazia di Dio in noi, ci riporti al bisogno profondo di tenerezza, di bontà, di innocenza.
Continuiamo la celebrazione della santa Messa. Gesù bambino, che é presente nell’Eucarestia così come é presente nella Parola di Dio, opererà in noi mandando il suo Spirito, perché noi siamo in comunione con lui: comunione di sentimenti, comunione di affetti , comunione di propositi.
Questo miei cari, è il Natale che la chiesa vi offre.
Questo è il Natale, che il vescovo ha ancora la grazia di augurare ad ognuno di voi, a tutte le famiglie e a tutte le comunità della diocesi.
Buon Natale in tenerezza, in innocenza, in affetto.
OM 644 Natale 85
Natale 1985. Ultima omelia di Natale in S. Andrea