1 gennaio 1986 in sant’Andrea giornata per la pace
Fratelli e sorelle, oggi la chiesa celebra l’ottava di Natale, celebra la maternità divina della Madonna, celebra la pace.
La pace é ancora qui, presente, attuale. La pace é l’augurio che é stato annunciato dagli angeli ai pastori ed è annunciato oggi nella chiesa con la stessa forza e soprattutto con la stessa grazia: “Pace in terra gli uomini che Dio ama”.
Dio ci ama e perciò ci dà la sua pace. La pace che dà Dio é la riconciliazione con Lui che ci é padre, fratello e amico, ed è la riconciliazione fra noi, perché siamo amati dal Padre e perciò dobbiamo amarci come fratelli.
Maria é la madre del Figlio di Dio, colui che é la pace in persona, colui che è il nostro pacificatore, colui che fa di “due uno solo”.
Maria é madre di Gesù, ed é madre di tutti coloro che accolgono Nostro Signore Gesù Cristo. Un giorno, l’ultimo giorno, sul Calvario, Maria raccolse il testamento di Gesù; “ecco tuo figlio”. Perciò Maria, madre di Gesù, madre dell’autore della pace è madre nostra, e noi come figli le vogliamo bene e come fratelli ci vogliamo bene, perché la pace portata dal suo divin figliolo si radichi nel nostro cuore e diventi un sentimento abituale che accompagna la grazia di Dio: il dono della divina filiazione.
Noi siamo figli di Dio e perciò portiamo nella nostra persona il dono della grazia, il dono della partecipazione alla natura divina, il dono di quella partecipazione di cui Maria é piena per sempre: “piena di grazia”. Se gli uomini di tutti il mondo accogliessero la maternità divina della Madonna, tutti gli uomini si sentirebbero fratelli e perciò sentirebbero la esigenza di volersi bene gli uni gli altri.
Miei cari, quando diciamo uomini non dobbiamo riferirci soltanto al mondo, dobbiamo riferirci a noi stessi e diventare sempre più coscienti che siamo figli di Dio e perciò diventare sempre più impegnati a volerci bene.
C’è una legge propria della divina economia per cui essendo tutti indistintamente creature di Dio, essendo tutti i credenti i figli di Dio, abbiamo tutti una grande responsabilità. Io non so, miei cari, se riesco ad esporvi questo pensiero.
Noi non siamo degli isolati, noi non viviamo ognuno per nostro conto, noi siamo figli, noi siamo fratelli, noi apparteniamo all’unica famiglia dei figli di Dio, perciò ogni nostra azione si ripercuote nell’ambito di questa famiglia, ogni nostra azione si ripercuote su tutte le creature e su tutti i fratelli e su tutte le sorelle.
Dobbiamo prendere coscienza di questa nostra responsabilità e, come nel mondo tiranneggia il peccato per la violenza degli ingiusti, così nel mondo deve radicarsi sempre di più la pace di Cristo, che è l’amore fraterno, per la sovrabbondanza di grazia che ognuno di noi porta in se stesso.
Oggi é la giornata della pace. E’ una giornata che ci riguarda personalmente, di cui portiamo la responsabilità rispetto a tutto il mondo. Siamo chiamati a rendere più abbondante, più feconda la presenza della grazia, la presenza della carità, e perciò la presenza della pace.
Cerchiamo di essere pacificati in noi stessi, cerchiamo di diffondere attorno a noi atteggiamenti e sentimenti di pace. Noi così influenzeremo sulle sorti del mondo, perché la pace abbia ad essere il dono natalizio per tutti gli uomini che, indistintamente, Dio ama.
Questo é l’augurio che vi fa il vescovo per il nuovo anno. Lo fa a voi personalmente, alle vostre famiglie, alle comunità, a tutto il mondo. Ed io accolgo il vostro augurio fatto di preghiera, perché il Signore mi benedica e porti a compimento nel migliore dei modi il mio ministero.
OM 463 Pace 86
S. Andrea 1986