Parrocchia Matrice 4 Novembre 1989 ore 18,30
Credo che non sia una forzatura mettere insieme la parola del Vangelo con la memoria di san Carlo Borromeo. Le vicende della storia portano dove ognuno non pensa. Nella Parola di Dio che abbiamo letto, si tratta di un ricco che dà ai poveri la metà di quanto possiede e se ha defraudato qualcuno gli rende il quadruplo.
San Carlo Borromeo, raramente si ricorda, era duca di Oria e in un giorno ha venduto tutto il suo possedimento e il ricavato, in ducati d’oro, lo ha distribuito tutto ai poveri. A quel tempo c’erano famiglie ricche molto potenti economicamente parlando, e c’erano famiglie molto povere. Dinnanzi al gesto di san Carlo che ha venduto tutto il ducato di Oria dobbiamo essere molto ammirati.
Nella vita di san Carlo Borromeo c’è un particolare che unisce le diocesi di Monopoli e di Mantova. La famiglia Gonzaga di Mantova era parente di san Carlo Borromeo. Le grandi famiglie avevano tra i loro membri dei guerrieri, dei condottieri, dei vescovi e dei santi. Avevano anche tante devozioni e i doni che si scambiavano tra di loro erano anche doni di devozione. Io andando a Mantova ho scoperto una cosa che per nessuno oramai ha più importanza ma che rimane nella storia. San Carlo ha portato ai Gonzaga il culto della Madonna d’ Idria e nel duomo di Mantova c’è questo altare dedicato alla Madonna d’ Idria.
Vedete come stanno le cose tra Mantova e Monopoli? A Mantova san Carlo è ritornato parecchie volte, ed é storicamente documentato che é tornato per amministrare la santa Eucaristia al suo parente san Luigi Gonzaga di Castiglione delle Stiviere.
In queste grandi famiglie, così imparentate, i cui membri erano guerrieri, condottieri e santi ci sono proprio il cardinale Gonzaga che ha concluso il concilio di Trento e San Carlo Borromeo che ha messo subito in esecuzione il concilio di Trento.
Allora, come adesso, c’era una grande ignoranza religiosa e san Carlo si è preoccupato subito delle parrocchie, del catechismo, dei seminari per i sacerdoti. Noi oggi nel breviario abbiamo letto ciò che san Carlo diceva ai suoi sacerdoti, di dare buon esempio e soprattutto di stare uniti, di volersi bene. Vedete che siamo sempre sulla stessa linea del Vangelo?
La chiesa espressa nella piccola comunità della parrocchia, il catechismo, l’evangelizzazione sono necessarie oggi come erano necessarie allora. E, se i preti si vogliono bene tra di loro, questo è veramente una grazia di sempre. Io ringrazio don Nicola per l’espressione che ha voluto manifestare, ma stasera sono io che gioisco con loro, perché sono circondato da un discreto numero di preti che si vogliono bene tra di loro.
A voi dico: sono io che vi ringrazio del vostro ricordo, delle vostre preghiere, della docilità che dimostrate verso i vostri sacerdoti. Sosteneteli sempre con il vostro impegno qui in chiesa, con il canto che rende più solenni le celebrazioni, con il catechismo che tra di voi è diffuso. Ho visto quanti catechisti sono sfilati dinnanzi al vescovo il giorno del mandato.
Sempre sull’esempio e per la intercessione di questo nostro Santo, continuiamo a seguire le norme del Vangelo sulla povertà, come abbiamo letto molte volte e in questi giorni abbiamo riascoltato nel Vangelo secondo Matteo. Ricordiamo la povertà di san Carlo e pensiamo anche alla nostra povertà perché, come ho detto altre volte, so anch’io molto bene che qualche soldo in più ci vuole, ma dobbiamo stare attenti all’attaccamento ai soldi, perché può fare veramente male, può addirittura far sì che non siamo più umani. Ma noi vogliamo essere umani e cristiani.
Abbiamo ripetuto “la gloria di Dio è l’uomo vivente”. E’ una espressione di san Cipriano, addirittura del secondo secolo, per indicare come deve essere il cristiano. Il cristiano é un uomo o una donna vivi per la fede, – vivi per la speranza, e vivi soprattutto per un grande amore vicendevole.
Grazie di tutto e soprattutto delle vostre preghiere.
OM 712 Fasano 89
4 novembre San Carlo 1989 1 – 9 Novembre 1989 ore 18,30