Oasi San Giovanni Battista – Fasano di Puglua
Temi Cristiani Ritrovati
L’amore di Dio nello Spirito
24 febbraio – 10 marzo 1989
Eppure da sempre, soprattutto ai nostri giorni, noi continuiamo a dire: Dio è amore.
Secondo il contenuto di tutta la divina Rivelazione noi siamo in grado di amare perché siamo amati:Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1 Gv 4,10); «Questa vita nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20). Dunque, noi siamo delle persone amate: amate da Dio! È da Lui che ci deriva la capacità di amare secondo il nuovo Comandamento (cfr. Gv 15, 12.14-17), perché il suo amore (quello del Padre per il Figlio, quello del Figlio per il Padre, nell’unico Spirito) è stato diffuso nei nostri cuori dallo Spirito che ci è stato dato (cfr. Rm 5,5). La sicurezza di essere delle persone amate, che ci viene dallo Spirito e non dalla carne, è il fondamento del nostro equilibrio, della stabilità del nostro umore, della serenità cordiale dei nostri rapporti affettivi.
Questa sicurezza ci fa persone riuscite, persone che amano e sono amabili. Dobbiamo quindi lasciarci investire dallo Spirito, il quale non soltanto rende testimonianza ai nostri cuori che siamo figli di Dio (cfr. Rm 8,16), ma ci introduce nella conoscenza di tutta la realtà di Dio e delle sue meraviglie, ce ne dà il gusto, ci apre allo stupore e ci riempie di gioia: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso; quando però verrà lo Spirito di verità, Egli vi guiderà alla verità tutta intera» (Gv 16, 12-13);«Il Consolatore, lo Spirito che il Padre manderà nel mio nome, Egli vi insegnerà ogni cosa e vi suggerirà tutto ciò che vi ho detto» (Gv 15,28).
Per avere la certezza e la sicurezza, l’esperienza e quindi la gioia di essere figli di Dio e di comprendere tutta la portata del mistero cristiano, è indispensabile mettersi in un atteggiamento ricettivo.
Tutto è dono. Non siamo noi a cercare Dio, ma è Dio che cerca noi con la potenza incoercibile del suo amore, della sua misericordia, del suo perdono, della sua dolce tenerezza e compie per noi opere stupende nel mondo della creazione e in quello della grazia.
Il mistero cristiano, nella sua totalità è anzitutto dono gratuito e non conquista del nostro cervello. Il tentativo di definire il mistero attraverso le categorie umane ha come conseguenza di ridurlo e di impoverirlo. Il mistero adorato in piena disponibilità è il progetto di Dio, nascosto per secoli e poi svelato, di salvare il mondo (cfr. Ef 1).
E Paolo «piega le ginocchia davanti al Padre dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché… siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio» (Ef 3,14-19).
Ma questa pienezza dell’amore di Dio non è tanto un suo attributo: è un avvenimento che accade in Lui, ed è tanto potente ed incontenibile che lo spande su tutte le creature. Dico: su tutte le creature.
Il nostro Dio, appunto perché è amore, ha creato, ha chiamato all’esistenza tutto ciò che costituisce l’universo, il cosmo, «il cielo, la terra, il mare e tutto quanto essi contengono» (cfr. i Salmi). Se Dio li ha creati è perché li ha voluti, e se li ha voluti è perché li ha amati. I momenti e gli spazi della creazione sono scanditi da quel ritornello carico di stupore:
E Dio vide che ciò era buono! (Gen 1-4).
Stupenda accondiscendenza di Dio verso tutte le sue creature.
ST 394 Temi cristiani 89 – 02
continua col numero 3 – “La persona”
24 febbraio – 10 marzo 1989
Dialogo con sacerdoti pugliesi all’Oasi S.Giovanni Battista, durante la convalescenza del vescovo.
Suor Luisa ha scritto dal registratore le risposte del vescovo in questo incontro settimanale, quasi un quaresimale tra amici, organizzato da don Salvatore Carbonara. Gli incontri sono stati chiusi con la cena “delle erbe amare”. Don Salvatore è mancato improvvisamnte nel 1990 il mercoledì della settimana santa.