Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica
Carissimi tutti, confratelli nel episcopato, confratelli nel presbiterato e nel diaconato, un medesimo Spirito ci ha consacrati al Signore per il servizio del popolo di Dio.
Insisto. E’ l’unico Spirito. La sua azione, noi diciamo che si diversifica ma nessuno ce lo ha detto. Facciamo soltanto un atto di fede e siamo sicuri, portiamo in noi la certezza che lo Spirito, tanto in noi come in tutti i membri del popolo di Dio, rende testimonianza che siamo figli di Dio. E questa é la più grande realtà del cristianesimo.
Siamo nel tempo di Pasqua. La morte, e direi soprattutto la risurrezione del Signore, che ci garantisce come Egli sia più potente del peccato e più potente della morte. E’ in tutti noi come a casa sua, però devo guardarmi bene dalla tentazione -come capita noi a una certa età-, di dire troppe cose.
Prendo soltanto in considerazione per me e per voi, l’ultima frase detta da Gesù :“più beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. E’ naturale che fra tutti c’é Maria, la madre di Gesù,che ha concepito il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo e ha custodito nel suo cuore, ciò che del suo Figlio vedeva e sentiva . E lo custodiva nel proprio cuore.
Ora,miei cari, é più urgente che mai che nella chiesa,come diceva Paolo VI all’inizio del concilio, si ritorni alla e sorgenti.
La sorgente é la parola del Signore che ci rivela chi é il Signore e di riflesso possiamo anche comprendere chi siamo noi. Ma questo é di riflesso.
Noi siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
Dio é grande. Dio é potente. La scrittura dice che Dio é glorioso, cioè, al di sopra di tutto e di tutti, e questa grandezza e potenza non é che la possiamo racchiudere nelle nostre categorie. A noi conviene soltanto stare in un atteggiamento di adorazione e disponibili a quello che le Divine Persone hanno progettato per ciascuno di noi.
Insisto,oggi, noi preti abbiamo bisogno di approfondire il senso delle Scritture, farne il nostro riferimento quotidiano e poi annunziarlo al popolo di Dio.
E’ soltanto questo annunzio, ripeto, della grandezza,della potenza,della gloria,dell’amore del nostro Padre che ci ha dato il suo Figlio, lo ha posto nelle mani di coloro che lo avrebbero crocifisso ,e il Figlio suo per compiere la sua volontà, ci ha amati fino all’estremo. Ma non é un fallito. Non é un debole. E’ un risuscitato. Questo -insisto- dobbiamo meditare noi e annunciarlo ai nostri fratelli.
C’é una tentazione. Nel mondo ci sono tanti sconvolgimenti di tutti i giorni. Guai a noi se rincorriamo tutto ciò che avviene nel mondo come per dare la sensazione che siamo aggiornati. Se nel mondo non predichiamo Gesù Cristo e il Padre suo e il Padre nostro e non indichiamo la forza dello Spirito che addirittura rinnova il mondo e cambia la faccia della terra, sono inutili tutte le nostre parole.
Abbiamo dinnanzi l’immagine veneratissima della Madonna delle Grazie.
Maria ha fatto così, secondo il senso delle scritture. Non é che abbia ascoltato materialmente tutte le parole del suo Figlio. Molte le ha ascoltate, vedeva ciò che accadeva, custodiva tutto nel suo cuore ed ha raggiunto una unione così profonda e intima con le Divine Persone che nessun altro raggiungerà. A questo dobbiamo tendere noi e indicarlo a voi: l’intimità con Dio e l’amore per i nostri fratelli e per le nostre sorelle.
Ringrazio tutti della vostra presenza ,della presenza del nostro Vescovo, della presenza di Mons. Amari che tanto bene ha fatto nei nostri Seminari, di don Volta anche lui Rettore del Seminario e di questo Vescovo del Burundi che io ho conosciuto al tempo del Concilio. Ringrazio tutti i Sacerdoti ,anziani e giovani, e ringrazio voi fedeli che in questo momento dimostrate di essere veramente devoti alla Madre del Signore.
n.20 A Grazie-90