Problemi della famiglia e della società
Miei cari, continuiamo la celebrazione della parola del Signore aprendo il nostro spirito alla sua forza, alla sua fedeltà, alla sua bontà. La parola del Signore è sempre vera e attuale, la parola del Signore è il dispiegamento della sua potenza per la nostra salvezza, è il suo discorso con ognuno di noi, perché vuole coinvolgere la nostra esistenza, la nostra stessa persona, la nostra attività nel mistero della sua persona, della sua esistenza, della sua azione con cui vuole salvare tutti gli uomini.
Noi tutti che ci troviamo qui, in una maniera diversa, siamo nella condizione del profeta: avere le labbra impure in mezzo a un popolo dalle labbra impure. Il Signore, con un gesto simbolico compiuto dall’angelo purifica le labbra del profeta prima di mandarlo in mezzo al suo popolo. Dobbiamo ritenere che il Signore purifichi le nostre labbra perché dobbiamo andare in mezzo ai fratelli.
Dicevo che siamo nella situazione del profeta perché in qualche modo, in misura diversa, tutti noi ci siamo messi a disposizione del Signore e abbiamo detto:”eccomi manda me”. E non lo abbiamo detto con la convinzione di sapere di più o di fare meglio degli altri, ma con la fiducia di essere fratelli in mezzo ai fratelli mandati dall’amore di Nostro Signore Gesù Cristo per la salvezza dl tutti. In questo tempo liturgico riceviamo anche l’assicurazione che viene dalla parola dl Dio e che, ripetuta a noi, anche per noi è certamente valida nella misura della grazia stabilita per le nostre persone: faccio di voi pescatori di uomini.
Non importa che nell’attività di cui avete parlato non vi impegniate ad annunciare direttamente la parola del Signore. Se voi annunciate una parola vera, una parola che sia fedele all’uomo, una parola che sia fedele alle sue esigenze autentiche, una parola che sia corrispondente alla natura dei problemi per i quali insieme ai vostri fratelli cercate una soluzione, questa è parola di verità, questa è parola di Dio. Dobbiamo celebrare la parola di Dio con fiducia perché è la sua parola che opera. Noi siamo scelti come il profeta, come Pietro per andare in mezzo ai fratelli, e siamo in certo qual senso strumenti di ciò che egli vuole operare in mezzo a loro.
Dobbiamo metterci tutti all’ultimo posto come Paolo quando si presenta ai Corinti. Ma Paolo si presenta ai Corinti, che si trovano in una situazione dal punto di vista morale-religioso disastrosa, sicuro di raccogliere molti frutti per il regno dei cieli, perché sa di portare molta grazia per la salvezza dl quella comunità. Questa certezza non gli viene da sé, par il fatto che è un oratore, ma per il fatto che la grazia di Dio è in lui, che la grazia di Dio in lui non è vuota, che la grazia di Dio in lui non è un talento nascosto ma un talento che ha fatto fruttificare. “Per grazia di Dio sono quello che sono”.
Come è vero per tutti noi questo: per grazia di Dio siamo quello che siamo!
Il primo pensiero che ho avuto questa mattina, venendo qui ascoltandovi e che ho anche adesso durante la celebrazione, è questo: ma guarda quanta grazia c’è in queste persone. Non è un motivo di vanto perché è per grazia che siete quello che siete; E’ un dono, non è nostro merito. E’ tutto quello che abbiamo: dalla capacità di parlare, di esprimerci, di capire soprattutto e di sentire in un certo modo, alla capacità di caricare le parole con la pienezza di un sentimento, che è sì connaturale alla persona, ma che è dono di Dio e che fa dire: quanta grazia!
Dice l’apostolo Paolo che ha faticato molto. Sappiamo quali sono state le fatiche dell’apostolo. Voi sapete quali sono le fatiche nel campo specifico di lavoro di cui mi avete parlato.In tutti i campi della nostra esistenza troviamo difficoltà, forse più degli altri. Paolo precisa: “Ma la grazia di Dio è con me”.
La grazia di Dio è con noi. Che grande cosa sapere che la grazia di Dio è con noi, cioè che siamo accompagnati dalla presenza di Uno che vuole bene a noi e che vuole bene ai nostri fratelli, che vuole bene a noi e ai nostri fratelli più di quanto possiamo pensare e sperare in questo mondo, perché l’amore di Dio trascende infinitamente tutte le possibilità di amore che ci possono essere nell’universo!
L’amore di Dio non è un amore velleitario, non è un amore sentimentale, è un amore vero, un amore forte, un amore che manifesta tutta la sua potenza, anche se le nostre labbra sono impure e ci portiamo in mezzo a un popolo dalle labbra impure.
E’ il Signore che rende tutto puro.
Accostiamoci alla parola del Signore, apriamoci alla fiducia, alla sicurezza che il Signore è con noi, ci ama, ama i nostri fratelli, che la sua grazia è più forte di tutte le resistenze del male e del peccato: la sua grazia è il trionfo del suo amore per noi.
L E T T U R E
Della Quinta Domenica durante l’anno
Is. 6,1-2a, 3-8
“Uomo dalle labbra immonde io sono, e in mezzo a un popolo dalle labbra immonde io abito”
“Uno dei Serafini volò verso di me, aveva in mano un carbone acceso che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e mi disse: “Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò scomparirà la tua iniquità e il tuo peccato sarà espiato”.
“Eccomi, manda me”.
l Cor. 15,1-11
” Per grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in me non fu vana; ma anzi ho faticato più di tutti loro, non io invero, ma la grazia dl Dio con me”.
Lc. 5,1-11
“Da questo momento sarai pescatore di uomini”
OM 367 CIF 71 – Mantova, 7-2-1971