Mosé tratta con Dio perché non é soltanto il capo di un popolo
da condurre nel deserto
Noi stasera preghiamo nella comunione della chiesa peregrinante su questa terra e nella comunione gloriosa del cielo con la certezza che in mezzo a noi e con noi e per noi prega sant’Anselmo.
La Parola del Signore é stata rivolta a ciascuno di noi per il ministero della Chiesa attraverso la celebrazione liturgia. Questo ministero autentico e preciso continua attraverso il ministero del vescovo, che si rivolge a voi perché la Parola del Signore che abbiamo celebrato insieme, discenda più profondamente nell’animo nostro, vi trovi le corrispondenze che lo Spirito di Dio vi suscita e gli impegni che ciascuno di noi é invitato ad assumere proprio secondo gli impulsi di questa grazia.
Non é possibile intrattenerci su tutto il contenuto della Parola di Dio proclamata durante questa celebrazione. Fermiamoci sulla prima lettura tratta dal libro dell’Esodo che si descrive il passaggio del popolo di Israele dalla condizione di schiavitù in Egitto alla condizione di libertà e di prosperità nella terra promessa attraverso un lungo cammino nel deserto.
In tutta questa vicenda primeggia l’amore di Dio per il suo popolo, un popolo povero, privo di tutto, che conduce per vie misteriose perché diventi il suo popolo attraverso il quale raggiungere tutti i popoli, tutte le nazioni.
Dio costata che Israele, nonostante tutto il bene di cui ha fatto esperienza da quando Egli lo ha preso per mano e lo ha condotto verso la liberazione, é infedele, non apprezza il bene ricevuto, lo rifiuta e addirittura si rivolge ad altre divinità. Di fatto, si costruisce il vitello d’oro, si prostra davanti a lui perché vuole vedere Dio con gli occhi e toccarlo con le mani. Il popolo non comprende ciò che il Dio vero sta compiendo proprio per lui.
Dio vuole castigare il suo popolo ingrato e Mosè si interpone.In questa pagina, che é stata celebrata dalla chiesa, cioè da noi in questo momento, incontriamo Mosè che tratta con Dio. Mosè tratta con Dio perché non é soltanto il capo di un popolo da condurre nel deserto, ma é il padre di un popolo. Mosè, cresciuto alla scuola di Dio, é stato educato ai sentimenti di Dio verso il suo popolo perciò ama il popolo e concepisce la sua missione rivolta al bene del popolo. Allora si presenta Dio, interpone la sua supplica, usa la dialettica della sua preghiera per indurre Dio a desistere dal suo proposito di castigare il popolo e ad usare misericordia.
Dio, per la preghiera di Mosè suo servo fedele, desiste dal disperdere e dal distruggere il suo popolo, gli usa misericordia perché possa continuare ad essere la nazione segno di salvezza per tutti gli uomini in mezzo a tutte le nazioni.
Perché leggiamo questa pagina della Sacra Scrittura e ci interessiamo della figura di Mosè, proprio oggi che siamo venuti in cattedrale per onorare sant’Anselmo? Qui deve essere impegnata la nostra attenzione e la nostra fede.
Iddio in tutti i tempi della storia ha sempre eletto coloro che devono rappresentarlo in mezzo al suo popolo, che devono essere del popolo e per il popolo di Dio per svolgere la funzione che ha svolto Mosè: la guida saggia, il grande organizzatore e legislatore del suo popolo, che impedisce addirittura la distruzione del suo popolo con la sua preghiera, l’azione più importante che poteva compiere per i suoi.
L’antica tradizione della chiesa ha sempre intravisto nei pontefici sacri, nei vescovi, coloro che ripetono nel tempo non soltanto la figura ma particolarmente la funzione di un capo del popolo di Dio come é stato Mosè. Il vescovo é a capo del popolo di Dio. Sant’Anselmo é a capo del popolo di Dio. Quante situazioni difficili ha incontrato Mosè, quante situazioni difficili ha sopportato sant’Anselmo per il fatto di essere stato vescovo. Sant’Anselmo ha subito anche l’inconcepibile contraddizione di essere rifiutato dal suo popolo. A Mantova, infatti, egli era in esilio ed é morto in esilio.
La chiesa, attraverso la sua liturgia, oggi lo presenta a noi proprio come Mosè quando intercede per il suo popolo, per ottenere misericordia.
Tutto qui il compito di sant’Anselmo? Tutto qui il compito del vescovo? Io vi dico di sì. Dal vescovo, in certo qual senso, dipende la vita religiosa del suo popolo, quindi la vita religiosa del suo popolo non dipende soltanto dal vescovo che predica o dal vescovo che amministra i sacramenti, ma principalmente dal vescovo che prega con il suo popolo, dal vescovo che prega in mezzo al suo popolo, dal vescovo che prega per il suo popolo. Vale l’esistenza di una persona e vale un compito alto come quello del vescovo anche se è tutto impegnato semplicemente nella preghiera.
Se noi siamo cristiani, se noi abbiamo fede e riflettiamo bene al senso della nostra vita spirituale comprendiamo che il compito di ciascun membro del popolo cristiano é la preghiera. Noi oggi compiamo un atto di preghiera particolare, perché non é soltanto il vescovo che vi parla che prega in mezzo a voi e con voi e per voi, ma siamo noi tutti che stasera preghiamo nella comunione della chiesa peregrinante su questa terra e nella comunione gloriosa del cielo, con la certezza che in mezzo a noi e con noi e per noi prega sant’Anselmo.
La preghiera di sant’Anselmo é espressa liturgicamente con la celebrazione della Messa presieduta dal vescovo circondato dai suoi sacerdoti, il quale ripete il grande atto di intercessione presso Dio perché ci usi misericordia e usi misericordia a tutto il mondo. Noi che siamo qui, siamo tutti convinti che la grazia più grande di cui abbiamo maggiormente bisogno é che Dio nostro Padre e nostro Salvatore ci usi misericordia? Siamo convinti che per la nostra infedeltà verso Dio, per il nostro comportamento nei confronti di Dio e delle creature di Dio che sono i nostri fratelli, noi non dovremmo essere l’oggetto dell’amore di Dio ma dei suoi rimproveri? Pensiamo che, in tale condizione, non meritiamo la benedizione e che abbiamo bisogno di intercessione perché Dio ci usi misericordia?
Io non dimentico, miei cari, proprio nello svolgimento dell’azione liturgica della concelebrazione della santa Messa, che tanto la figura di Mosè, come la figura di sant’Anselmo, come la figura del vescovo non sono altro che “segno” di un grande mistero, di un’altra persona, di un’altra preghiera, di un’altra intercessione, quella di nostro Signore Gesù Cristo.
Noi per mezzo della celebrazione liturgica rendiamo presente nostro Signore Gesù Cristo che si pone dinnanzi al Padre come Mosè, come il grande sacerdote per intercedere per noi, perché usi misericordia a noi e a tutto il mondo. A tutto il mondo ma a noi prima di tutto, perché quando noi siamo in chiesa pensiamo che Dio, nella sua grande giustizia e grandezza e santità, dovrebbe castigare il mondo infedele e carico di peccato e possiamo avere la tentazione di escluderci dalla responsabilità del peccato del mondo e di dire come il fariseo: io non sono come gli altri peccatori.
Miei cari, il mondo ha bisogno della misericordia di Dio, ma coloro che hanno maggiormente bisogno della misericordia di Dio, sono coloro che stanno più vicini a Dio, sono coloro che sono stati fatti oggetto di un amore di predilezione da parte di Dio. Coloro che hanno maggiormente bisogno di misericordia, siamo proprio noi che di fronte ai nostri fratelli abbiamo la responsabilità più grande quando non ci comportiamo da veri figli di Dio, cioè, come coloro che hanno la certezza di avere un Padre che sta nei cieli, quando non ci distinguiamo per la nostra fede e per le opere della nostra fede.
Comprendete allora come tutti siamo impegnati, questa sera, nella grande intercessione con sant’Anselmo intorno al vescovo circondato dai sacerdoti, per implorare per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo, il pontefice sommo, la misericordia di Dio per noi che, essendo l’oggetto di un amore del tutto particolare non corrispondiamo a questo amore come lo esige l’amore stesso del padre nei confronti di un figlio.
Ognuno di noi, entrando in se stesso, dica: quanto ho bisogno della misericordia, quanto sono responsabile del mio peccato e dei peccati che sono nel mondo, quanto mi devo unire attraverso il ministero del sacerdote e del vescovo all’intercessione di sant’Anselmo, e all’intercessione di nostro Signore Gesù Cristo, che sarà presente in mezzo a noi in questa concelebrazione!
OM 376 Anselmo 71 – ore 17 in Duomo